Cani da Caccia

A caccia con il Cirneco dell’Etna

E’ una razza antichissima, selezionata nei secoli nella più totale autonomia e senza l’influenza esterna dell’uomo. Il Cirneco dell’Etna per il suo aspetto graioide è stato spesso accomunato ai levrieri, ma al contrario di questi ultimi unisce alla sua potente vista anche un olfatto assolutamente impareggiabile. Conosciamolo meglio!

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Il Cirneco dell’Etna, conosciuto anche come cinneco, è quella che si definisce una razza primitiva, cioè rimasta quasi inalterata nel corso dei millenni e che anche al giorno d’oggi dimostra di possedere le stesse caratteristiche e attitudini dei suoi più antichi progenitori. Un cane da caccia particolarissimo che dimostra al meglio le sue straordinarie abilità quando è lanciato all’inseguimento di un coniglio selvatico.

Le origini del Cirneco dell’Etna
Nel caso del Cirneco dell’Etna, dire che questa razza ha origini antichissime non è affatto un’esagerazione visto che cani in tutto e per tutto simili al cirneco odierno esistevano già in epoca faraonica. Per molti anni si è perfino considerato il Cirneco come un discendente del Pharaoh Hound, il cane dei faraoni. Gli studi più recenti, però, suggeriscono che la razza si sviluppò nel territorio Siciliano in parallelo a simili razze graioidi come appunto il Pharaoh Hound e il Podenco Ibicenco, e sarebbe quindi interamente autoctona.

Le tracce più antiche che si hanno sul Cirneco dell’Etna risalgono a tremila anni fa. Lo stesso Aristotele, così come altri studiosi dell’epoca, nei suoi scritti parla di cani “originari di Cirene” (da cui il nome). Ma probabilmente questa razza si è evoluta ancor prima di quanto riportano le testimonianze scritte e artistiche; la teoria più diffusa lo vuole discendente diretto del lupo abissino. Infatti, cani con l’aspetto dei moderni Cirnechi, e raffigurati in pose che riflettono la sua attitudine alla caccia, anche al giorno d’oggi si ritrovano in numerosi reperti archeologici siculi, tra cui antiche monete e mosaici che ne riportano l’effigie.

Come razza riconosciuta dall’ENCI (e in un secondo tempo dalla FCI), invece, la sua storia è decisamente più recente: il primo standard risale al 1940, in seguito al quale l’allevamento catanese di Agata Paternò Castello cominciò a produrre i primi campioni. Tuttavia solo in anni più recenti il Cirneco ha cominciato a diffondersi al di fuori dei confini siculi e gli allevamenti di questa razza restano perlopiù circoscritti al territorio siciliano, con qualche diramazione anche nelle altre regioni. Se la razza è considerata ancora oggi “di nicchia”, e i tempi d’attesa per ottenere un cucciolo di comprovata genealogia possono essere lunghi, accompagnarsi a un Cirneco dell’Etna nella caccia, ma anche nelle vita di tutti i giorni, vale sicuramente la pena, perché questo cane ha davvero poco in comune con le razze più diffuse.

Caratteristiche distintive
Il Cirneco dell’Etna assomiglia moltissimo al Pharaoh Hound, tanto che in un primo tempo si credeva ne fosse un discendente; tuttavia è di taglia inferiore, visto che può arrivare solo a un massimo di 50 cm al garrese. E’ un graioide e quindi le sue forme aggraziate e sottili ricordano quelle di un levriero; è agile, nevrile e scattante, con un’andatura leggera e sciolta su qualunque terreno. Per sua natura, infatti, il Cirneco è abituato ad inerpicarsi lungo sentieri scoscesi e aspri, quindi la sua apparente fragilità non deve trarre in inganno.

Una volta che lo si è incontrato o si ha avuto la fortuna di conoscerlo, il Cirneco dimostra la sua impronta e la sua unicità fin dalla prima impressione. Il suo aspetto, con il mantello fulvo, le orecchie a punta svettanti sul cranio e il muso lungo e affilato su cui spiccano occhi mobili e soprattutto attentissimi lo rendono un cane difficile da confondere con qualsiasi altro.

Il Cirneco dell’Etna nasce come cacciatore e possiede una vera e propria predisposizione innata per l’attività venatoria, un’attitudine che ha affinato negli anni senza quasi alcun bisogno dell’intervento umano: l’istinto del Cirneco per la caccia, soprattutto al coniglio ma anche ad altre prede di terra, risulterà evidente la prima volta che  avrà la possibilità di correre all’aria aperta.

Tuttavia il fatto che il Cirneco sia così portato per l’attività venatoria da non avere quasi bisogno di addestramento non deve trarre in inganno. Come per tutte le razze “primitive”, infatti, è particolarmente importante lavorare (specie quando il nostro Cirneco è un cucciolone adolescente) sull’aspetto dell’educazione e della fiducia: occorre utilizzare dolcezza ma anche fermezza, per far capire al Cirneco che siamo “degni” del suo rispetto. Infatti, le razze primitive sono per loro natura molto indipendenti e un Cirneco lasciato “allo sbando”, magari perché nell’infanzia non ci si è preoccupati di stabilire con lui un rapporto rispettoso della sua intelligenza, potrebbe pensare di saperla più lunga di voi in fatto di caccia… rivelandosi superbo cacciatore, sì… ma anche testardo e poco incline all’obbedienza. Al contrario, un Cirneco che sia stato allevato, cresciuto ed educato a stretto contatto con il suo padrone saprà essere un compagno veramente insostituibile e dalle grandi potenzialità.

A caccia il Cirneco dell’Etna è un galoppatore, e la sua velocità è il motivo per cui viene preferito per la caccia al coniglio. Come i levrieri, utilizza tantissimo la vista ma fa anche affidamento – e basta assistere a una qualunque prova di lavoro per capirlo – sul suo prodigioso fiuto. Proprio nella ricerca e nell’inseguimento il Cirneco dà prova al meglio delle sue doti di cacciatore “selvatico”, instancabile e determinato, con una tenacia e una prestanza che lasciano spesso sbalordito chi non ha mai avuto modo di conoscere questa splendida razza o di osservarla al lavoro.

In Italia il Cirneco dell’Etna è tutelato dalla SAC, Società Amatori Cirneco dell’Etna, punto di riferimento imprescindibile per chi si avvicini alla razza o sia alla ricerca di un cucciolo di alta genealogia.

Photo Credit: ENCI

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