Fauna e Ambiente

Quanto vale la caccia in Europa? 16 miliardi di euro

La Federazione europea delle Associazioni per la Caccia e la Conservazione (FACE) ha stimato che i 6,7 milioni di cacciatori europei contribuiscano all’economia dell’UE con 16 miliardi di euro. Inoltre, il volontariato ambientale svolto dai cacciatori europei impegnati in azioni di tutela degli habitat e della biodiversità rappresenta un ulteriore fattore di sviluppo economico per le economie rurali, oggi sofferenti, dal valore stimato di altri 16 miliardi di euro.

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Questi dati sono stati resi noti durante la conferenza dal titolo Il Valore Economico della Caccia nell’UE” svoltasi lo scorso 27 settembre al Parlamento Europeo, a cui hanno partecipato i parlamentari e funzionari europei, i rappresentanti dell’industria di settore e i delegati delle associazioni venatorie europee.

Riassumendo, i cacciatori spendono annualmente questa somma aggregata in licenze, affitti, fucili da caccia e munizioni, equipaggiamento e viaggi. Il loro contributo si estende però anche alla società e alla tutela della natura con innumerevoli azioni di gestione che si sviluppano sul 65% dell’intero territorio dell’UE. Azioni come la difesa della biodiversità, il contenimento dei danni della selvaggina, il monitoraggio e il sostegno allo sviluppo rurale.

La relazione di Ebner

Michl Ebner, Presidente della FACE durante il suo intervento (a questo link il testo dell’intervento in inglese) ha snocciolato le cifre provenienti da vari studi condotti in Italia, Austria, Inghilterra, Grecia, Francia e Irlanda sostenendo che una metodologia integrata permetterebbe di avere un quadro ancora più preciso del contributo economico dei cacciatori.

“Il nostro è un calcolo conservativo,” sostiene il Presidente Ebner. “Chiediamo alla Commissione Euoropea di affidare ad EUROSTAT la raccolta statistiche migliori per determinare con maggior precisione il contributo della caccia all’economia, alla biodiversità e allo sviluppo rurale. Va inoltre considerato il contributo da parte dei cacciatori in termini di volontariato. Le azioni di tutela dell’ambiente e della biodiverstà non aiutano soltanto la natura ma sono un fattore di sviluppo economico per le economie rurali oggi sofferenti”.

Alcuni dati presentati
  • In Francia nel 2015 la caccia ha creato un valore di 3.6 miliardi di euro sostenendo 25’800 posti di lavoro
  • In Germania la caccia muove 1.6 miliardi di euro all’anno e ogni cacciatore spende in media 4340 €/anno, con 82.5 milioni di euro investi ogni anno dai cacciatori per la conservazione degli habitat
  • In Irlanda, circa 123 mila cacciatori spendono all’anno 475 milioni di euro, circa 3850 €/anno a testa
  • In Gran Bretagna la caccia contribuisce ad un economia di 3.2 miliardi di euro, con 295 milioni di euro investiti ogni anno per la conservazione
  • In Italia 850 mila cacciatori spendono annualmente 3.26 milardi di euro, sostenendo circa 43 mila posti di lavoro.

In totale si stima che la caccia in Europa crea oltre 100 mila posti di lavoro e che ogni cacciatore europeo spenda in media 2400 € all’anno

Non solo economia

La caccia nella sua complessità non può essere misurata soltanto in termini monetari. La caccia infatti va considerata anche come un servizio ecosistemico che produce benefici intangibili per le economie e le comunità rurali offrendo alternative di sviluppo sostenibile, una maggiore qualità della vita e un importante fattore nella trasmissione di identità e di tradizioni.

Soddisfatta l’organizzatrice dell’evento, la parlamentare europea Renata Briano, che ha sottolineato come “l’impatto della caccia sulle economie nazionali e sull’economia europea è decisivo e deve essere tenuto nella giusta considerazione ed integrato nelle future politiche nazionali e comunitarie in materia di biodiversità e di sviluppo rurale”.

La conferenza ha visto inoltre il contributo di diversi altri relatori che si sono susseguiti come Alain Durand dell Fédération Nationale des Chasseurs (qui il suo intervento in inglese sull’impatto economico della caccia in Francia), Manfred Kind della AKAH e Kate Ives della BASC (qui il suo intervento sull’impatto economico della caccia al gallo forcello in UK).

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