Dalle Associazioni

Arci Caccia Lazio scrive alla Regione

Di seguito la lettera aperta con cui Arci Caccia denuncia l’immobilismo della Regione Lazio nell’adeguare la legislazione faunistico venatorio a seguito del trasferimento delle funzioni provinciali.

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Egregio Presidente, Egregio Assessore, ai Presidenti delle Commissioni Agricoltura e Ambiente,  siamo molto preoccupati per l’assenza di normative regionali che diano certezze di diritti e di doveri ai cittadini. Il disorientamento non è portatore di buona prospettiva.

In materia di “governance” del territorio e della fauna selvatica (ricordiamo patrimonio della comunità nazionale), la disposizione contenuta nel comma 24 dell’art. 7 della legge Regione Lazio 17/2015 (Finanziaria 2016) recita: “a seguito del trasferimento delle funzioni, la Regione entro 180 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, adotta una o più proposte di legge … per adeguare la legislazione di settore”.

Nel prendere atto della consapevolezza dichiarata nel non ritenere compiuto l’iter connesso al trasferimento delle funzioni, la scrivente associazione non può che constatare come, a distanza di circa tre mesi la problematica sia rimasta assente dall’attività legislativa della Regione.

Nella recente riunione del CTFVR, sede istituzionale di interlocuzione anche con i portatori d’interesse e della cui tempestività ringraziamo l’Assessore Dott. Hausmann, lo stesso ha dichiarato la piena disponibilità ad un confronto costante con le parti da noi apprezzata. Il confronto si è svolto in quella sede sulla legislazione regionale vigente, che in parte è esaurita e superata da normative nazionali. Sentiamo il dovere di sollecitare una discussione sul futuro, sulle norme da scrivere in Regione.

L’encomiabile volontà politica di superare le problematiche emergenti con la strumentazione di atti amministrativi, trova limiti oggettivi nella “vacatio” di precise disposizioni.

Vale la pena di sottolineare come la situazione possa degenerare per la gestione della fauna selvatica, cosa pubblica, che tra l’altro ha sempre più impellente necessità di misure di controllo di specie selvatiche che oramai sempre più arrecano danno all’agricoltura, a fronte di un quadro decisamente incerto che riguarda il ruolo delle Polizie Provinciali individuate dalla legislazione vigente quale soggetto attuatore delle misure di contenimento ma nulla è certo su competenze di una “polizia” che la legge nazionale ha messo in discussione in modo radicale. Una condizione di incertezza per la sicurezza delle campagne che grava anche economicamente sia sulle aziende agricole, sia per gli incidenti stradali etc. L’assenza di abbattimenti e di controlli autorizzati ed effettuati è causa di aggravamento del quadro rappresentato.

In una condizione di crisi economica per molti cittadini aggiungere nuovi pesanti oneri che derivano da una mancanza di gestione degli organi competenti è inaccettabile. Gli esempi possono continuare:

Chiusura di procedimenti avviati dai disciolti Uffici Provinciali;
Atti di spesa di fondi connessi alla materia Fauna, tra i quali taluni erogati alle Provincie dalla stessa Regione; Funzionamento e composizione delle Commissioni di esame – sia per l’esercizio venatorio, sia per il titolo di Guardia Volontaria venatoria;
Attività di controllo di Aziende Venatorie e degli A.T.C.;
Certezza dimensioni su stato giuridico competenza e funzioni delegati e tempestività dei fondi previsti agli A.T.C e poi, a chi pagheremo le tasse provinciali, chi consegnerà i tesserini venatori di controllo?

Siamo preoccupati della “paralisi” a fronte di competenze fondamentali da affidare quali il prelievo venatorio, i danni e la gestione della Fauna, i miglioramenti ambientali che hanno bisogno di risposte al più presto. Vorremmo richiamare l’attenzione delle istituzioni inoltre sulla urgenza dell’approvazione di un nuovo piano faunistico e di regolamenti indispensabili così come i corsi di formazione per la caccia di selezione nonché sulle organizzazione della caccia al cinghiale in braccata. Sono alcuni dei temi critici di cui vorremo discutere insieme a tutte le categorie interessate.

C’è poi il tema della ricerca scientifica, dei calendari venatori della dismessa degli ambiti e quant’altro.

L’ARCI Caccia ritiene doveroso per il ruolo istituzionale e politico insostituibile delle Regioni rivolgersi a voi per una rapida convocazione di un tavolo di lavoro anche con le rappresentanze politiche che siedono in Consiglio regionale e che veda partecipe imprenditori agricoli, ambientalisti, mondo venatorio, parchi e altri soggetti ritenuti utili interessati per dare risposte concrete e possibilmente condivise a quanti amano le nostre belle campagne laziali.

La certezza non può essere solo una speranza, confidiamo in voi!

La Conferenza dei Presidenti Provinciali

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