La prima domanda che ci viene posta a noi cacciatori è sempre la stessa…
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Mi è capitato ultimamente di accompagnare un gruppo di gente di diverse età a osservare e vedere gli animali selvatici. La prima domanda che ci viene posta a noi cacciatori è sempre la stessa: “Ma come fate a sparare a queste povere bestie indifese?“
A maggior ragione se sei una donna che va a caccia, dal mio punto di vista questa domanda diventa ancora più forte e pesante e spesso va a toccare gli aspetti più intimi e personali di ognuna di noi…: “Ma è solo un cucciolo, ma come fai a uccidere un animale con due occhioni così grandi ecc…” Caccia vista sempre come momento dell’uccisione dell’animale e basta.
Quando poi inizi a spiegare loro la diversità di questi animali, le caratteristiche di ogni specie, le diversità fra maschi e femmine ecc. tutti diventano curiosi e increduli. Mano a mano che la gente ci ascolta e capisce la formazione, l’interesse e la passione che c’è in ognuna di noi, allora sembra quasi che un pochino si fermino a pensare. Da li’ partono poi le innumerevoli domande su come facciamo ad essere cosi esperte di fauna. C’è sempre più la necessità di essere preparati sulla fauna, sulla flora e sui nostri territori per andare a caccia. Non soltanto per avere una visione globale dell’azione venatoria, ma anche appunto per poter far fronte alle “repliche” che ci vengono fatte da persone esterne al mondo venatorio.
Si inizia poi a capire che caccia e uccisione sono sì strettamente correlate, ma che quello è solo un momento finale di chissà quanti momenti che lo precedono. Si deve studiare e conoscere bene le specie, i periodi dove poterle osservare, saperne distinguere le differenze e spesso anche saper rinunciare a uno sparo. La vera arte venatoria è un mondo fatto di tutti questi aspetti cruciali.
Forse noi donne cacciatrici siamo alle volte più capaci di far fermare a riflettere su questo e certe volte succede che la gente che non condivide ci dia onore e ci rispetti. Purtroppo come tutti sapete non è sicuramente una cosa così facile e scontata e soprattutto nell’ultimo periodo anche noi come gruppo ne abbiamo ricevute un sacco di critiche e offese da gente che è estremista animalista che non ci ha mai parlato di persona.
Credo però fortemente che se queste modalità sono le maniere giuste per portare rispetto agli animali, noi con i nostri “Bruch” e “Weidmannsheil” pur avendo un animale catturato nello zaino, rispetto ne abbiamo da vendere!!!
Lorenza