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Malore a caccia, una guida su come prestare il primo soccorso

Quando si caccia in luoghi isolati, in caso di malore saper prestare il primo soccorso può fare la differenza tra veder morire il vostro compagno di caccia e salvargli la vita. Qui trovate una guida con le procedure da applicare, basata sulle linee guida dell’European Resuscitation Council

  1. Introduzione
  2. Basic Life Support: Cos’è e perché saperlo applicare può fare la differenza
  3. Quando e perché applicare le procedure BLS
  4. Come Intervenire: la Catena di Sopravvivenza
    1. Chiamata di emergenza, la prima cosa da fare
    2. Come applicare le procedure BLS
      1. Mettere in sicurezza l’infortunato
      2. Valutazione dell’infortunato: Manovre ABC (Airway, Breathing, Circulation)
      3. Posizione laterale di sicurezza
      4. Rianimazione cardio-polmonare
      5. Video esplicativo
    3. Defibrillazione – Come usare un defibrillatore automatico esterno
    4. Trattamento intensivo sanitario precoce
  5. Conclusioni

1. Introduzione: la necessità di evolvere

Ogni attività che l’uomo si propone di fare, subisce sempre un radicale cambiamento con la continuità della sua pratica al fine di migliorarne la qualità ed il rendimento. Le pratiche venatorie rientrano sicuramente tra le attività più arcaiche che hanno subito radicali cambiamenti nel corso della loro storia, basti paragonare il primo ominide che cacciava con punte di lancia fatte di selce, al moderno cacciatore nel 2020.

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Ho volutamente utilizzato questo sillogismo aristotelico come introduzione per dare sostegno al mio pensiero, sostengo da tempo ormai che i cacciatori del nuovo millennio abbiano ancora necessità di evolversi migliorando ulteriormente il baglio personale di capacità tecniche ottenendo una maggiore specializzazione per se stessi e per tutta la categoria, al fine di tutelarla, come succede da anni nei paesi centro europei.

Il cacciatore in Europa è di fatto una figura folkloristica legata al mondo rurale che subisce sicuramente meno pressioni negative rispetto a quelli nostrani, in virtù del fatto che viene considerato una risorsa per l’ambiente utilizzabile dalle amministrazioni anzi che un problema.

Questa differenza tra le due figure non è imputabile ai cacciatori italiani, che non sono meglio né peggio rispetto a quelli austriaci o tedeschi, si tratta di una diversità culturale generale che penso dipenda dalla qualità tecnica che i nostri colleghi esteri possono mettere sul piatto dopo decenni di progresso mirato al miglioramento della loro immagine attraverso le buone azioni compiute durante le attività venatorie, nel pieno rispetto delle norme innanzi tutto e con l’intento di apparire risorse a tutela dell’ambiente e non distruttori del medesimo.

2. Basic Life Support – Cos’è e perché saperlo applicare può fare la differenza

Per capacità tecniche non intendo solamente quelle legate al mero atto venatorio, ma tutte quelle accessorie che ne accompagnano la normale esecuzione. Per rendere meglio l’idea vorrei che pensaste alle normative legate alla legge 81 “sicurezza sui luoghi di lavoro” perché è proprio questa cultura applicata alla caccia che ci differisce da tutto il resto dell’Europa venatoria.

Sui luoghi di lavoro siete tutti abituati, ed io non faccio eccezione, a rispettare una quantità infinita di norme per prevenire gli infortuni e non basta! I vostri datori di lavoro hanno anche l’obbligo di formarvi alla sicurezza, direttamente in rapporto al ruolo e alla mansione che ricoprite. Uno dei tasselli più importanti su cui si poggia sicuramente la vostra formazione in campo professionale è l’apprendimento delle procedure di primo soccorso, spesso indicato con l’acronimo inglese B.L.S. cioè Basic Life Support (in italiano, Supporto Vitale di Base), un insieme di tecniche e procedure che consentono ad una persona di prestare soccorso ad un’altra che ne ha bisogno, spesso salvandole la vita. L’upgrade del B.L.S. si chiama B.L.S.D. Basic Life Support & Defibrillation, le stesse procedure del livello basico con l’aggiunta dell’utilizzo del defibrillatore automatico da esterno. In cosa consiste il BLS? Il BLS è una manovra di primo soccorso che comprende la rianimazione cardio/polmonare e in aggiunta una sequenza di operazioni di supporto base alle funzioni vitali. Ritengo, alla luce di quanto detto quindi, che il BLS andrebbe insegnato capillarmente a tutta la popolazione come avviene già da tempo nei paesi scandinavi, ormai completamente sensibilizzati alle problematiche riguardanti le malattie cardiocircolatorie ed i traumi.

Più che un sogno considero questa speranza mera utopia in questo paese ma pian piano ci si arriverà per forza di cose, se non altro per adeguamento alle norme dell’Unione Europea. Queste nozioni sarebbero da considerare oro in tutti i campi di applicazione perché possono fare davvero la differenza, soprattutto nel mondo venatorio nostrano, dove l’età media dei cacciatori italiani è più prossima ai 70 che hai 60 anni.

Purtroppo, non è nuovo il fatto che qualche cacciatore durante una battuta di caccia abbia un malore e che necessiti di soccorsi. Dato che la posizione geografica in cui avviene l’evento straordinario spesso è svantaggiosa e difficoltosa da raggiungere perché situata in zone impervie, intervenire con velocità dà al malato una chance in più di cavarsela. Se i compagni intervengono, applicando le giuste manovre, il mal capitato si rianima e l’epilogo della brutta situazione giunge con l’arrivo dei soccorsi che prenderanno in carico il paziente e lo trasporteranno in una struttura in grado di curarlo. Esiste anche la possibilità che nonostante il fulmineo soccorso l’epilogo sia più sgradevole. In qualsiasi caso si è fatto il possibile secondo coscienza e non si è lasciato nulla di intentato. In questo caso non c’è nulla da rimproverarsi e nemmeno da temere, la legge tutela infatti il soccorritore laico, cioè non professionale, sgravandolo da ogni tipo di responsabilità penale o civile in caso il malato non sopravviva alla situazione, ciò è stato pensato dal legislatore per favorire l’intervento spontaneo di qualsiasi persona si trovi sul posto nel momento in cui succede il fatto, dissipando dubbi e perplessità in chi si trova a dover decidere se intervenire o meno perdendo tempo e titubando perché perseguitato dal pensiero delle possibili conseguenze giuridiche derivanti dalle proprie azioni in merito. Se non si conoscono le manovre corrette si può adempiere al soccorso anche solo con una telefonata. Saranno i riluttanti, i finti scettici che faranno finta di nulla caso mai, ad essere accusati pesantemente e penalmente di omissione di soccorso.

Quindi, dopo avervi spiegato il mio punto di vista con i possibili e scontati benefici che complessivamente la caccia può trarne, elenco a grandi linee le manovre del BLS cercando di spiegarle in modo semplice, fermo restando che per essere formati a queste pratiche ritengo “D’OBBLIGO FREQUENTARE CORSI PRESSO CENTRI DI FORMAZIONE RICONOSCIUTI ED ACCREDITATI DAL MINISTERO DELLA SANITA’ PUBBLICA”, dove troverete personale qualificatissimo che vi guiderà nell’apprendimento, fornendovi ausilio e presidi medici addestrativi per imparare la pratica oltre che la teoria.

3. Quando e perché applicare le procedure BLS

Innanzitutto, quando queste manovre si applicano? Quando ci si trova di fronte ad una persona priva di conoscenza, affetta per esempio da sincope, ad una persona con un blocco meccanico delle vie aeree per affogamento o per soffocamento o in arresto cardiaco.

Lo scopo di tale manovra è quella di assicurare ossigeno al muscolo cardiaco e al cervello garantendo, attraverso spinte compressive sul torace, un minimo di circolazione del sangue. Il rischio che corre il malato in assenza di un pronto intervento, circa 1 minuto dall’evento per intenderci, è quello di sortire un danno anossico celebrale.

La tempestività dell’intervento in questo frangente è fondamentale, perché dall’inizio dell’arresto cardio/circolatorio le possibilità di sopravvivenza si riducono del 10% circa ogni minuto che passa. Dopo 9-10 minuti in assenza di rianimazione cardiopolmonare è raro, se non inutile, sperare nel recupero del danno cerebrale. I primi gravi danni al cervello si riscontrano, infatti, già dopo i primi 4 minuti di mancanza di ossigeno.

4. Come intervenire: la Catena di Sopravvivenza

La percentuale di sopravvivenza di un essere umano ad un evento fisico di questa entità non è concentrata in una semplice e/o singola manovra ma è subordinata ad una serie di interventi imprescindibili, metaforicamente considerati come una “catena” proprio per spiegare l’importanza della sequenza in cui queste manovre devono essere eseguite e per spiegare che saltare una delle fasi previste riduce drasticamente le possibilità di uscirne in modo accettabile.

Questa catena conosciuta come “Catena di Sopravvivenza” è formata da 4 anelli:

  1. Chiamata d’emergenza
  2. Applicazione delle procedure di Basic Life Support (BLS)
  3. Defibrillazione (se in possesso di un DAE)
  4. Inizio del trattamento intensivo sanitario

4.1 Chiamata d’emergenza, la prima cosa da fare

È la chiamata che si effettua ad un numero telefonico unico semplificato nel caso in cui una persona dovesse trovarsi in pericolo di vita, o dovesse scorgerne altre in difficoltà.

Il numero unico di emergenza europeo (NUE) è il 112, in tutta l’unione europea davanti ad una necessità di soccorso è sufficiente digitare sul telefono cellulare il 112 per ottenere soccorso, sarà compito del centralino di adoperarsi allarmando i servizi più idonei al caso.

In Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Marche, Calabria, Molise, Abruzzo, Campania e alcune zone della Sicilia e della Sardegna, questo numero è dedicato in esclusiva all’Arma dei Carabinieri, salvo cambiamenti recenti di cui non ho notizia. Il NUE è però attivo in Lombardia, Liguria, Piemonte, Provincia di Roma e altre zone sparse nel Lazio, Friuli Venezia Giulia, Provincia di Trento, Provincia di Bolzano e Sicilia sud-orientale, in un futuro più o meno prossimo sarà un servizio esteso a tutto il territorio nazionale.

Questa chiamata serve ad ottenere immediato soccorso, ma ci permette di mantenere il contatto con l’operatore medico allertato dal 112, esso infatti può aiutarci a gestire la situazione impartendoci degli ordini su come intervenire. Quindi, se una persona è costretta ad operare applicando le manovre BLS, può appoggiare il telefono per terra attivando il viva voce e restare in ascolto oppure chiedere a qualcun’ altro di mettersi in contatto con i soccorsi e di restare in linea con l’operatore medico, facendo reggere il telefono a quest’ultimo, sempre col viva voce inserito, trovandosi così in condizioni di avere le mani libere per intervenire e di usufruire comunque delle competenze di un professionista.

L’operatore con il quale vi interfaccerete rispetterà un iter ben preciso rivolgendovi in breve tempo alcune domande specifiche a cui bisogna rispondere chiaramente senza tergiversare. Quelle domande sono una procedura studiata per fornire ai soccorritori, in viaggio per raggiungervi, informazioni essenziali per prepararli preventivamente a ciò con cui dovranno confrontarsi giunti sul posto e per dargli la possibilità, durante l’avvicinamento, di preparare l’attrezzatura necessaria per fronteggiare l’emergenza. Inutile, infatti, scendere dal veicolo per raggiungere il luogo dov’è avvenuto il fatto a piedi percorrendo una mulattiera con un dislivello positivo di 300 metri in un chilometro con l’attrezzatura da rianimazione se si tratta di una frattura di un mignolo del piede mancino. Perdonatemi se ho enfatizzato per farvi un esempio ma voglio che passi il concetto per cui se non si è precisi si rischia di rallentare i soccorsi se non addirittura inficiarli.

4.2 Come applicare le procedure di Basic Life Support

Sono manovre che richiedono una formazione specifica fatta da personale idoneo in quanto molto invasive e vanno praticate solo ed esclusivamente in caso di reale necessità. Non a caso i corsi di formazione vengono svolti facendo pratica del massaggio su appositi manichini. È molto frequente che una manovra BLS provochi la frattura di una o più coste. Per questo motivo si usa un attrezzo didattico che riproduce il corpo umano e che in alcuni casi è munito di speciali sensori collegati ad un pc che servono ad aiutare a valutare ed eventualmente correggere le manovre svolte dall’allievo.

Premesso questo, le procedure descritte di seguito si basano sulle linee guida dell’European Resuscitation Council, create appositamente per poter essere utilizzate da chiunque, anche personale non sanitario. A tal fine non richiedono capacità mediche né l’utilizzo di particolari presidi. Per questo è definito appunto BLS laico. La procedura che prevede l’utilizzo di presidi medici quali pallone Ambu, Canula Faringea o Nasofaringea, Combitube, ago pnx ecc. è invece stata creata per il personale medico-infermieristico e per i soccorritori certificati ed abilitati.

4.2.1 Assicurarsi che la scena del fatto sia priva di pericoli imminenti

Il primo passo da compiere quando si è testimoni dell’evento fortuito è quello di assicurarsi che la scena del fatto sia priva di pericoli imminenti per chi necessità di soccorso e per chi dovrà intervenire. Ad esempio, se un compagno di caccia scivola e cade in un calanco mentre cercava di trascinare un cinghiale appena prelevato è inutile intervenire per recuperarlo, semplicemente perché non si è addestrati per farlo ed esporsi ad un tale rischio serve solo a moltiplicare il numero di emergenze a cui i soccorritori dovranno porre poi rimedio. Quindi l’unica cosa che si può fare è chiamare il Soccorso Alpino e Speleologico che ha le competenze necessarie per risolvere il pronto intervento. Diversamente se il compagno di caccia sta attraversando una strada su cui possono circolare delle automobili e sviene colto da un malore la prima cosa che dovrà fare l’amico soccorritore è trascinare sul bordo della strada il malato, evitandogli di essere investito da un veicolo, ed iniziare con le manovre d’emergenza.

Se non si può intervenire perché non si è addestrati a queste procedure o perché si è a rischio d’incolumità avvisare tempestivamente il NUE ed elencare le varie difficoltà riscontrate ed i pericoli che vi impediscono di intervenire.

4.2.2 Valutazione dell’infortunato

Quando e se si interviene il primo step da affrontare dopo aver allertato i soccorsi è la valutazione dell’infortunato. È noto a chi ha frequentato corsi di formazione BLS che i procedimenti da applicare sono due leggermente diversi, uno tratta il Malore, compreso l’annegamento, il secondo il Trauma. Quando non si riesce a capire il tipo di problema che si ha davanti, per convenzione si applica il trattamento riservato alle vittime di “sospetto trauma”, e si agisce come se il trauma fosse accaduto veramente. Per completare la prima sommaria valutazione ci si avvicina al corpo steso del malato e si effettuano delle prove basate sui 5 sensi. La prima prova consiste nello scuotere leggermente il corpo afferrandolo per le spalle stando attenti a non muovere bruscamente il collo e lo si chiama ad alta voce. Il doppio controllo fisico/vocale (si usano in questo prova tatto e udito) serve per ovviare al problema della sordità di alcune persone che aumenta con l’età. Se non c’è nessuna reazione la persona si definisce incosciente. Inutile proseguire con altre prove.

4.2.3 Manovre ABC

Il paziente è incosciente, i soccorsi son in allerta e stanno arrivando, l’operatore del centralino, al telefono in linea, aspetta di ricevere ulteriori informazioni sullo stato del paziente. Non resta che procede con le manovre ABC, Airway, Breathing, Circulation ossia vie aeree, respiro, circolazione sanguigna.

Si posiziona il paziente sulla nuda terra per avere il suolo come superfice sufficientemente rigida, gli arti e la testa vanno allineati in posizione supina, quindi a pancia in alto e si provvede a scoprire il torace. Considerate sempre il paziente affetto dal trauma del rachide cervicale.

Airway
Il primo pericolo in cui incorre una persona incosciente è l’ostruzione delle vie aeree, c’è tangibile possibilità che la lingua si riversi all’indietro a causa della temporanea perdita della tonicità muscolare e impedisca così il passaggio dell’aria. La manovra per aprirgli la bocca e controllare che la lingua non sia fuori posto, si chiama “manovra a borsellino”, in poche parole si utilizzano pollice e indice facendo lo stesso movimento che si fa per aprire un portamonete. Se al controllo visivo la lingua è al suo posto e non ci sono altri oggetti che ostruiscono le vie respiratorie si può passare alla manovra successiva, se la lingua o un corpo estraneo occludono le vie respiratorie provare a toglierli senza però infilare mai le dita in bocca del paziente e facendo attenzione a non spingere più in profondità il corpo estraneo. Se ad ostruire le vie respiratorie anzi che un oggetto è del liquido, biologico o esterno non cambia, bisogna inclinare lateralmente la testa per farlo fuoriuscire. Dato che il sospetto del trauma cervicale è ancora presente anziché ruotare la testa ruoteremo su un fianco tutto il paziente avendo premura di muovere il meno possibile il collo.

Si è controllato e al caso liberato le vie aeree, ora si può effettuare la manovra di iperestensione della testa. In questa manovra si effettua appoggiando una mano sulla fronte che sposterà indietro la testa del paziente e due dita sotto al mento per sollevarlo. Questa operazione deve essere delicata, ma fatta con decisione, va esclusa se si ha il solo sospetto del trauma cervicale, in tal caso si provvede alla sola manovra a borsellino.

Breathing
Ora che si è certi che le vie respiratorie sono sgombre bisogna capire se c’è il respiro. Il metodo migliore (covid-19 permettendo) è quello di avvicinare una guancia alla bocca del paziente a distanza di circa 4 cm per percepire movimento di aria. Molto utile è osservare se ce il movimento del torace che si è scoperto preventivamente nella primissima fase, liberare il torace dagli indumenti serve anche per questo. Questa manovra si chiama GAS, guardo, ascolto, sento, perché si guarda il movimento del torace, si ascolta il respiro, si percepisce sulla guancia l’aria. Questa osservazione deve protrarsi per almeno 10 secondi contando ad alta voce. Bisogna però non confondere ansimi e gorgoglii da arresto respiratorio per buona respirazione.

Circulation
Questo controllo avviene di norma, cercando il polso carotideo arterioso perché locato in prossimità del cuore e percettibile anche se la sistolica (la massima) è sui 50 mmhg. La ricerca di segni tangibili della circolazione sanguigna non deve procurare perdite di tempo eccessive quindi se non si riesce a trovare il polso si deve considerare assente ed intervenire come tale. Alla luce delle oggettive difficoltà in questa operazione soprattutto se non si è esperti si può dedurre comunque che la circolazione sia in funzione dalla presenza di segni MO.TO.RE. (MOvimenti, TOsse, REspiro).

4.2.4 Posizione laterale di sicurezza

A questo punto, se respirazione e circolazione sanguigna sono presenti e il malato è però incosciente e non si sospetta un trauma del rachide cervicale o della colonna vertebrale, va messo in posizione laterale di sicurezza. Codesta posizione permette di evitare il rischio di soffocamento per ostruzione delle vie respiratorie, evita che la lingua si riversi all’indietro per un rilassamento muscolare come descritto sopra oppure il riempimento del cavo orale di liquidi biologici provenienti dallo stomaco e facilita i soccorritori nel carico del paziente incosciente sulla barella spinale. Codesta posizione si ottiene seguendo 4 fasi in cui si muovono in sicurezza gli arti del paziente per passare dalla condizione di stazionamento iniziale, supina a ventre in su, a quella laterale su un fianco. La prima fase consiste nell’estendere verso l’esterno il braccio del lato soccorritore lasciando il gomito flesso, il braccio ed il torace devono formare un angolo di 90° sul terreno. Nella seconda fase si posiziona la mano del secondo braccio sulla spalla opposta incrociandola sul petto, la posizione corretta della mano è tra la spalla e la faccia. La terza fase prevede di piegare il ginocchio opposto al soccorritore in angolo verticale non troppo accentuato. L’ultima fase vedrà il soccorritore afferrare contemporaneamente il ginocchio flesso verso l’alto nella fase 3 ed il corpo del paziente esercitando una trazione verso sé stesso finché il paziente non si troverà riverso su un lato con la testa appoggiato sulla mano della fase 2 entrambe appoggiate al braccio della fase 1.

4.2.5 Rianimazione cardio-polmonare

Questa procedura conosciuta anche come “massaggio cardiaco”, è di fatto la manovra primaria del BLS, è la manovra salvavita, l’unica arma, l’unica cosa realmente efficace che dei semplici cacciatori possono eseguire il più precocemente possibile sul campo in attesa dell’arrivo dei soccorsi. Do per scontato che quando si esce in battuta, soli o accompagnati, nessuno è in possesso di un IFAK, Individual first aid kit, come di fatto lo sono i militari durante le loro operazioni. “I cacciatori non sono militari”, “non ci è mai servito”, “non lo abbiamo mai visto fare”, “non è nostra cultura”, “non siamo educati a queste pratiche”, fino ad oggi forse il 95% della categoria non ha mai nemmeno pensato che potesse servire realmente conoscere le procedure di primo soccorso per esercitare le attività venatorie, per cui ritengo che conoscere questa manovra eseguibile con le sole mani sia di fatto l’unica vera possibilità di fare la differenza in un emergenza sanitaria sul terreno di caccia.

È necessario fare una sintesi di come avviene l’ossigenazione del corpo umano, attraverso poche e semplici nozioni di anatomia si riesce a spiegare con semplicità l’effetto che sortisce questa manovra se eseguita correttamente. La respirazione viene segnalata dal continuo e visibile alzarsi ed abbassarsi della cassa toracica, è una delle funzioni vitali più importanti dell’organismo umano ed è una funzione automatica che non richiede la volontà razionale per essere esercitata, dipende dall’ espansione e dallo svuotamento dei polmoni. Attraverso le vie aeree l’ossigeno viene introdotto nei polmoni i quali lavorano l’aria sintetizzando l’ossigeno per immetterlo nel sangue attraverso gli alveoli, questa è la prima fase detta inspirazione, la seconda fase si chiama espirazione e serve per espellere l’anidride carbonica, queste due fasi sono possibili grazie al diaframma un grosso muscolo piazzato alla base della cavità toracica che permette ai polmoni di gonfiarsi e di comprimersi.

Si può subito anticipare che la RCP è una manovra di fatto molto invasiva, va eseguita con cognizione di causa, per questo va ricordato che va frequentato un corso con istruttori certificati che possano addestrarvi efficacemente e con profitto, va effettuata per lo più in caso di assenza di segni della respirazione o della circolazione sanguigna, cronologicamente durante i controlli e le “manovre ABC”. La RCP si effettua, negli adulti, con compressioni toraciche (spinte sul petto zona del plesso solare con entrambe le mani incrociate) profonde tra i 5 e 6 cm con una frequenza di 100-120 bpm. Queste compressioni servono a creare un moto cardiaco artificiale e vanno coadiuvate da insufflazioni attraverso il cavo orale. Per effettuare un’insufflazione è necessario chiudere con dito indice e pollice (il gesto del pizzicotto) il naso del paziente in modo che l’aria insufflata non fuoriesca ma entri nei polmoni, con l’indice e medio dell’altra mano si esercita una leggera pressione sul mento per tenere aperta la mandibola spalancando completamente la bocca. In questa condizione è possibile soffiare aria all’interno del cavo orale. Se il cavo orale è occluso si può in alternativa insufflare aria attraverso il naso. Queste manovre consentono di riprodurre artificialmente la respirazione. Il rapporto tra compressioni toraciche e insufflazioni respiratorie è 30 a 2 negli adulti, cioè 30 massaggi e 2 insufflazioni.

4.2.6 Video esplicativo del processo di Basic Life Support

Nel video seguento potete vedere un esempio di trattamane del processo di Basic Life Support, sviluppato da dell’European Resuscitation Council.

4.3 Defibrillazione – Come usare un defibrillatore automatico esterno

Il Defibrillatore Automatico da Esterno (DAE), definito automatico per convenzione, di fatto è un defibrillatore semiautomatico perché richiede una posa e un avviamento iniziali da parte di un soccorritore. È in pratica un Personal Computer, esteticamente simile ai booster che gli autoriparatori utilizzano per avviare un veicolo in panne a causa della batteria elettrica esaurita. Oltre alle forme, paradossalmente, il DAE ne condivide anche lo scopo: entrambi, di fatto, servono per riavviare motori fermi con un impulso elettrico. Questi defibrillatori semiautomatici sono stati creati per permettere a personale laico, quindi non medico, di praticare una defibrillazione precoce. Chi vive in città ha da molto tempo visto comparire nei luoghi pubblici come stazioni, scuole, palazzi amministrativi, stadi, palestre e via dicendo, delle colonnine che contengono il DAE e la relativa segnaletica sparsa ovunque che ne indica la posizione. Con le grandi campagne di sensibilizzazione sulle malattie cardio vascolari si è giunti alla conclusione che è fondamentale contrastare questi disturbi una volta che si sono manifestati e per poterlo fare bisogna rendere facilmente reperibili le apparecchiature necessarie il cui utilizzo deve essere il più semplice possibile e alla portata di tutti. Il DAE statisticamente aumenta fino al 75% le probabilità di salvarsi. Sono prodotti con un’interfaccia grafica semplicissima, ci sono solo 2 pulsanti, uno di accensione on/off l’altro è il pulsante per lanciare l’impulso chiamato anche scarica o shock.

Come ho scritto in precedenza le possibilità di salvare una persona in arresto cardio-respiratorio, con il conseguente danneggiamento del cervello, calano del 10% ogni minuto che scorre. Agendo su un paziente in arresto cardiaco, dopo due minuti dal momento che il cuore è andato in arresto, il paziente ha l’80% di possibilità di salvarsi. Dopo tre minuti, il 70% e così di seguito. Lo scopo fondamentale del BLS è quello di mantenere con il massaggio cardiaco e con la ventilazione bocca-bocca, bocca-naso (nel caso si incontrassero problemi nell’ insufflare attraverso la bocca), un afflusso costante e sufficientemente buono di sangue ossigenato al cervello. Dopo 4 minuti senza ossigeno al cervello si va incontro a danni cerebrali gravissimi, in molti casi però reversibili, dai 6 minuti in poi i danni diventano irreversibili e possono provocare deficit motori, lessici, o influire pesantemente sullo stato della coscienza stessa della persona, le vittime in stato vegetativo ne sono un esempio. Dubito che i gestori di una squadra di caccia al cinghiale, unico vero sodalizio di cacciatori in esercizio della propria attività venatoria consentito dalla legge, possano mettere a bilancio una spesa di 500 o 600 euro per un Defibrillatore Automatico da esterno, trattasi di utopia pura. Ma non sono uno scettico di natura né un pessimista incallito quindi voglio sperare, andando contro corrente, che in un prossimo futuro, tra le 1000 nuove normative inutile e controproducenti che vengono promulgate di continuo a livello europeo sul tema caccia, ne spunti una che introduca il DAE come strumento accessorio da portarsi sul veicolo del capocaccia e che ne garantisca quanto meno la presenza là dove il numero di persone è consistente, vedi le riserve faunistico venatorie, dove i clienti sono spesso numerosi.

Averlo a disposizione faciliterebbe di gran lunga il compito del povero cacciatore costretto ad intervenire. Quindi in attesa della normativa relativa, ipotizziamo di averne uno con noi in auto durante una battuta di caccia al cinghiale. Va però saputo usare, il solo fatto di averlo non fa alcuna differenza col non averlo!
La prima precauzione da prendere è un controllo veloce del luogo: lo scopo del DAE è quello di lanciare un impulso elettrico, non va mai, ripeto mai, utilizzato se il paziente si trova in prossimità di bacini d’acqua, se si trova sopra una pozza, o se il malcapitato è bagnato perché lo avete ripescato da un fiume, da un torrente, da un lago o se è zuppo di pioggia. Un corpo bagnato provoca un’enorme dispersione dell’impulso elettrico attenuando di molto l’effetto sul cuore, inoltre il soccorritore rischierebbe di prendere una scossa per conduzione. In questi casi quindi si applica la prima regola del BLS: Si deve “mettere in sicurezza” la vittima, in un luogo asciutto e se necessario dobbiamo spogliare il malcapitato tentando di asciugarlo quanto meglio sia possibile.

Appurata la fattibilità dell’intervento si apre la valigetta nel cui interno sono presenti il DAE con 2 elettrodi adesivi, un paio di forbici per tagliare gli abiti che coprono il petto, un rasoio usa e getta per togliere i peli se presenti dalle zone dove andranno posizionati gli elettrodi (la dotazione dipende dal modello).

Una volta liberato il petto con le forbici e acceso il DAE con il tasto (nei modelli nuovi si accende automaticamente quando si apre il coperchio) si applica uno dei due elettrodi sul pettorale destro il restante appena sotto il costato lateralmente sulla parte sinistra. (vedi video più sotto)

Eseguita questa operazione, si resta in attesa degli ordini che lo strumento impartirà, mentre si attende il responso della macchina si deve “fare sicurezza” allontanando eventuali curiosi presenti dal raggio d’azione della macchina, se la macchina decide che va dato l’impulso non ci deve essere nessuno nei suoi pressi, il mantra corretto da recitare ad alta voce possibilmente urlando è: “VIA IO! VIA TUTTI!” Una volta che tutti i presenti sono in sicurezza si premere il tasto shock. Dal momento in cui il DAE viene attivato esegue un ECG, un elettrocardiogramma, per rilevare la presenza di corrente cardiaca anomala. Se i dati raccolti dall’analisi della vittima lo richiedono vi ordinerà di lanciare l’impulso, se ritiene che la vittima non abbia bisogno di una carica perché rileva attività cardiaca sufficiente e regolare oppure non ne rileva affatto non interverrà, ma avviserà il soccorritore della necessità di intervenire con il massaggio cardio polmonare. Si esegue un 30-2 (30 spinte e 2 insufflazioni) per due minuti consecutivi finché la macchina ripete la procedura dall’inizio, “VIA IO! VIA TUTTI!” e si attende nuovamente il risultato dell’ECG, si aspetta di nuovo l’ordine della macchina e si procede di conseguenza. Si continua fino all’arrivo dei soccorritori.

Sottolineo inoltre, che ogni fase del suo ciclo operativo è accompagnata da una spiegazione vocale registrata, che vi aggiornerà di continuo sulla situazione corrente e sulle misure che intende adottare di volta in volta. Posso garantire che questa registrazione aiuta notevolmente a gestire lo stress psico-fisico per tutte le fasi del salvataggio.

4.5 Inizio del trattamento intensivo sanitario precoce

Ultimo anello della “catena di sopravvivenza”, è la presa in carico del paziente da parte di una struttura sanitaria attrezzata. Presso queste strutture, scelte in base alle sintomatologie riscontrate durante l’intervento dai soccorritori professionali, il malato riceverà un trattamento intensivo atto a stabilizzare le sue condizioni fisiche fino a quando non verrà considerato fuori pericolo di vita.

5. Conclusioni

Ho pensato a redigere questo articolo dopo la perdita di mia madre avvenuta il 18 aprile 2020, in piena emergenza covid-19. Ho pensato ai suoi ultimi 30 anni di vita, resa più difficile dalle sue varie forme di cardiopatia, a tutto quello che, negli anni, abbiamo imparato in famiglia sui disturbi cardiocircolatori, tutto quello che avrebbe potuto servirci in caso di un suo default. Forse per questo, 25 anni fa ho intrapreso inconsciamente un cammino professionale che mi ha favorito nella formazione, rendendomi un buon professionista nel settore sicurezza privata. Mia madre, durante le nostre chiacchierate diceva sempre che quando si è in grado di aiutare le persone non bisogna mai tirarsi indietro. Avevo, quindi, intenzione di pubblicare questo articolo sui social, per fortuna sul mio cammino si è presentata l’opportunità di pubblicarlo su IoCaccio.it, un palcoscenico ben più vasto e prestigioso. La migliore possibilità per sensibilizzare più persone possibili su infortuni e malanni improvvisi, con l’intento di attirare interesse verso le giuste procedure per contrastarli, contribuendo nel mio piccolo a salvare indirettamente vite umane. Vite di persone che sono al centro del loro piccolo universo fatto di affetti, amicizie, parentele, famiglia e passioni, tra cui la caccia, mondo molto discusso nel quale credo ogni miglioramento di immagine sia fondamentale per tacitare le voci di chi vorrebbe spegnerlo con un clic. Lo stesso clic che fa il pulsante di un defibrillatore quando viene acceso per salvare una vita… e se dopo aver pubblicato questo piccolo vademecum su una pagina così seguita, un solo cacciatore su tutti quelli che leggeranno farà un corso BLSD per me sarà già una grande vittoria, e se questo cacciatore un domani salverà la vita di un’altra persona, sarà un po’ come se avesse salvato quella di mia madre.

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IVANO ROZZI
IVANO ROZZI
1 anno fa

Molto interessante. Da cacciatore e in possesso di certificato BLS Ho proposto tramite personale Unità di P.S. e Rianimazione brevi corsi per squadre di braccata ma da parte delle Associazioni di riferimento una certa freddezza , come se non si volessero disturbare più di tanto . Deluso. Riproveremo ..

IoCaccio.it
EDITORE
1 anno fa
Reply to  IVANO ROZZI

Ivano sarebbe sicuramente una cosa molto utile. Alcune squadre già lo fanno, speriamo che il numero cresca.

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