Gennaio 2018 , nord-ovest Sardegna.
Il vento, in questa stagione di caccia anomala, l’ha fatta da padrone, è mancata la pioggia, il freddo e anche il sole che da noi dura più a lungo, ha fatto capolino.
E’ tornato invece il Vento, quello che conoscevamo una volta, forte, prepotente, penetrante, a riprendere possesso della sua antica Isola.
E’ stato questo il motivo che alla fine della stagione mi ha spinto a cambiare zona di caccia e “ritornare a casa”, dove ho cacciato per oltre trent’anni, dove ogni angolo di territorio è un ricordo, bellissimo, dove ho trascorso indimenticabili giornate di caccia con i miei più grandi Amici, da Benedetto e Cesare a mio Padre, sempre con me, dove ancora è talmente forte il ricordo dei miei cani che mi sembra di vederli correre ancora… Snoopy, Perù, Zazà, Zoe ed ora Paco!
Inoltre e non solo, sono tornato “a casa” per non chiudere questa stagione di caccia senza rendere il meritato omaggio, con una stretta di mano, a due persone fantastiche che mi hanno ospitato come un figlio e onorato della loro amicizia da sempre, istruendomi con la loro saggezza, quella della gente di campagna, dei Pastori di Sardegna.
Persone di altri tempi… di parola, padre e figlio, Sebastiano e Antonio, allevatori da generazioni.
La giornata di Caccia
Arrivo prima di loro e chiuso il cancello alle mie spalle inizio la discesa verso l’azienda, la strada è ancora buona nonostante le ultime piogge e aperto il cancello d’ingresso mi fermo, come sempre, a lato dell’ovile.
E’ ancora buio e attendo l’alba nel silenzio rotto dall’assordante abbaiare dei cani di guardia alle greggi…non mi riconoscono più.
Poco dopo, montato il fucile e calzati gli scarponi, con Paco a guinzaglio attraversiamo il grande erbaio fino al confine.
Oltre il muro a secco si estende una grande pianura di cisto e sugherete percorsa nel mezzo da una vasta marcita dove durante la notte le Regine trovano ricco sostentamento.
C’è da stare in guardia da subito, qualche ritardataria potrebbe essere ancora in zona di pastura…
Appena entrato in caccia Paco è già attivo e conoscendo molto bene la zona so che se c’è stato spostamento le beccacce hanno preso posto nelle solite rimesse vicine e visto che dall’inizio della stagione è la prima volta che “torno a casa” , oggi potrebbe essere la giornata giusta nella zona giusta.
Paco davanti a me è già in allarme, procede con troppa cautela per non aver inquadrato qualcosa, è meticoloso fra i cisti, avanza infatti lentamente a testa alta in direzione della prima possibile rimessa, quando d’un tratto è in ferma…pochi secondi e rompe…ancora più lento con tanta attenzione… è allo scoperto tra le rocce… ancora in ferma… a lungo immobile su tre zampe… finché, molto lunga, la regina si invola bassa , silenziosa e fuori tiro attraversando con un volo ancora più lungo tutta la grande pianura… fino a scomparire alla mia vista.
Giù il cappello!!!
Paco si gira verso di me, mi guarda un attimo e prosegue, si allarga per poi chiudere trenta metri più avanti e subito dopo…è ancora in ferma!
Mi affretto lentamente e nell’avvicinarmi, ancora una volta, lunga, silenziosa e fuori tiro…un’altra regina indemoniata prende il largo allo stesso modo della precedente.
Questa è la Caccia e il bello della caccia stessa, penso tra me e me, sono le ultime beccacce di stagione, se sono arrivate fin qui ci sarà pure un motivo.
Avranno capito che aria tira?
Mi fermo quindi a guardare il mio drahthaar che taglia quasi metà della grande pianura alla ricerca di una delle due arciere, ahimè, andate.
Ha capito che erano lì ma non le ha viste né sentite involarsi e non si dà pace…
Infine rientra, due parole per tranquillizzarlo, una carezza e si prosegue verso la parte estrema dove una delle “due” , che io a differenza sua ho visto, potrebbe aver appoggiato le zampe.
Continuiamo a cacciare verso il bordo della piana ma Paco tende ad andare verso il basso, la macchia da quel lato è molto più fitta e più si allontana più mi convinco ad andargli dietro.
Il terreno è allagato, le ultime piogge hanno riportato la zona a quello che è sempre stata e vedo il cane sempre più convinto… finché di filata inizia l’avvicinamento, coperto a tratti dal fitto del cisto e dell’alberato dove scompare nel silenzio più assoluto del campano.
Riesco a malapena a notare il batuffolo bianco della coda… un passo alla volta e trovo piazzamento… Paco si schiaccia a terra e prosegue all’interno della macchia per pochi metri…ancora silenzio…per pochi interminabili attimi, poi la stoccata finale, un traverso sinistro basso e coperto dall’alberato.
Anche questa volta, giù il cappello, ma è andata bene a noi.
Lasciato tutto il tempo per il riporto del meritato lavoro, risaliamo la piana nella direzione precedente.
Nelle vicinanze dell’estremità mi allargo spostandomi tra le rocce al pulito del prato per aggirare la fascia boscata che delimita la piana, così da evitare, nel caso la regina si fosse appoggiata, che s’involi nella zona più cattiva del canalone di sotto e mentre penso al da farsi è ancora il campano a destare tutta la mia attenzione!
Non lo sento più… cerco il cane con lo sguardo e lo vedo, immobile, a ridosso di un ciuffo di cisto in mezzo al nulla.
Mi avvicino convinto che la beccaccia prenda il volo da un momento all’altro, invece non succede, tanto che mi viene da pensare ad una ferma ancora calda… quando mi piazzo poco di lato a Paco che ruota solo gli occhi per guardarmi.. come volesse confermare la presenza di sua maestà davanti a lui… e aspetto, immobile come Lui.
Il tempo sembra essersi fermato…l’attesa è lunga ma non “spingo” il cane… Aspetto!
Dopo tanto… non è la prima volta che lo vedo, Paco rompe la ferma battendo la zampa sul ciuffo di cisto e la regina si invola a colonna, in una perpendicolare perfetta interrotta quasi all’apice dalla prima stoccata.
Cade poco più in là nel mezzo del prato tra le rocce.
Il riporto questa volta è a vista con consegna rapida.
Guardo l’orologio, sono le 10:30, abbiamo ancora la possibilità di mettere nel carniere un’altra beccaccia e con tutta calma tagliamo la piana per la zona bassa… dove non sono mai mancate.
La giornata è fredda , ideale anche per il drahthaar che continua a macinare terreno come fosse appena entrato, la sua corsa è intervallata fra trotto e galoppo ma sempre al fine della cerca attenta, che nel caso, diventa subito meticolosa.
Siamo a ridosso della marcita e Paco non perde l’occasione di rinfrescarsi per poi proseguire verso il querceto più sporco, in prossimità del quale inizia a rallentare, proseguendo sempre più cauto fino a farsi basso basso e di colpo bloccarsi.
La fascia fitta di alberato è lì a pochi metri e dopo aver rotto la ferma, con passo felpato prosegue in quella direzione… per arrestarsi un’altra volta quasi sul bordo… io sono dietro e approfitto di una roccia davanti a me per piazzarmi un po’ alto, tanto da vedere oltre il muro di vegetazione.
Il cane muove ancora qualche passo e si piega ancora una volta in ferma rivolto verso di me…in un batter d’occhio la beccaccia sfonda sotto il suo muso e piega veloce per saltare il cespugliato e sparire dentro il bosco, ma la stoccata le è ancora fatale.
Una scia di piume cade lentamente sul cisto e Paco sparisce all’interno della macchia… per venire fuori poco dopo con la regina abboccata delicatamente…
La terza e ultima beccaccia della giornata e della stagione !!!
Peccato non essere “tornato a casa” qualche giorno prima, ma va bene lo stesso, la Caccia è anche questo…
Quando hai sempre la consapevole incertezza sull’andamento della battuta.
Ora non resta che rientrare, salutare gli amici, Antonio e Sebastiano, e con quest’ultimo, mentre il figlio finisce di lavorare, sedermi al caminetto ed ascoltarlo raccontare.
A meras annos… (come si dice da noi quando ci sia augura di rivedersi per un evento ricorrente, come un anniversario, per molti e molti anni ancora.)