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“Preferisco andare a caccia piuttosto che fare il cacci-attore”

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Andare a caccia è una sacralità. È un piacere primordiale. Il cane in ferma, le alzavole che sorvolano il capanno, una canizza ben orchestrata… Gioia, godimento, un infinito piacere che va vissuto in prima persona, sulla nuda pelle, per poter essere apprezzato davvero.

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La Caccia e il Tubo

Digitando le parole “caccia al …. ” su YouTube, abbiamo una vasta gamma di video, la maggior parte dei quali sono amatoriali, fatti da cacciatori comuni che vogliono condividere la loro passione con il modo intero. Nella maggior parte di questi video vediamo azioni bellissime di caccia dal primo all’ultimo minuto. Mi duole dirlo ma la caccia non è così.

A caccia si padella, a caccia ci sono le giornate storte, a caccia si provano sensazioni interiori che una videocamera non può riprendere. A caccia non si può “tagliare” la padella, a caccia non si fanno solo tiri eccezionali. A caccia capita la giornata storta, sia per noi che per i nostri ausiliari. Ma va bene così. Fa tutto parte di un “sacramento” che va vissuto dal vivo, magari in compagnia di chi si stima realmente. Quando si realizza un video si tagliano gli errori, si fanno vedere solo le azioni più belle ma la caccia è altro.

Sei lì col cane in ferma su beccaccino, ne hai già padellati dieci e non puoi sbagliare. Non puoi! Non puoi perché il cane si sta facendo “il culo” da settimane tra fango, steli taglienti, acqua, ghiaccio e tu non devi sbagliare! In una frazione di secondo macchini tutto questo ragionamento e nello stesso tempo il principe parte. Il cuore va come un martello pneumatico. E il principe lo sa. Due botte, due “baci” e tanti saluti. Il cane lo rincorre, come un ragazzo con l’innamorata. E tu bestemmi. “Ma come cavolo ho fatto?” “Un’altra volta?” La telecamera può riprendere queste cose ma non si vedranno mai in un video. Non fanno audience ma sono la cruda realtà.

L’esordio e le aspettative deluse

Vi racconto la mia storia. Ho accompagnato mio papà e i suoi amici a caccia per anni. A settembre dello scorso anno ho fatto il mio esordio con lo schioppo in spalla. Inizia il sogno!

Cani in ferma, “Poom!”, “Ciaff”.” “Porta! Porta!” “Aspetta che mi appoggio alla pianta e lo segno.” “Ricordati di raccogliere il bossolo!” “Fammi una foto!” E poi si continua a sognare. Dopo un inizio del genere chi non lo avrebbe fatto? Dal secondo giorno comincio a capire come funzionano le cose. A svegliarmi dal bel sogno ci pensa il mio primo “cappotto”. Ce ne furono altri. Sale il nervoso. Mi sento come l’attaccante che non riesce a segnare. Comincia una montagna russa di emozioni: il secondo fagiano, dieci cappotti di fila, il primo germano, la prima padella, la prima quaglia selvatica sotto ferma, il primo beccaccino sbagliato, il frullino buttato giù di terza, il decimo beccaccino sbagliato di fila….

Eppure di video ne avevo visti un bel po’. Queste cose però non le avevo mai percepite. Sia mio papà che molti amici me lo avevano detto che la caccia non era proprio rose e fiori. Ma io ero come san Tommaso, se non vedo non credo!

Conclusa la stagione ho tirato le somme. Non è andata proprio male ma le aspettative erano altre. T’immagini i mazzetti di beccaccini, le alzavole a decine, la beccaccia presa di prima sotto ferma dei cani, il germano buttato giù con un gran tiro. Ma la caccia non è una commedia. I fattori sono imprevedibili e le cose al 99 % non vanno come dovrebbero andare. Ti fai il mazzo, posi stampi, fai il capanno e cappotti. Poi c’è l’amico che esce solo la domenica e riempie la cacciatora. La caccia è anche questo. E per questo l’amerò fino alla morte.

Caccia-tuber

Qualche tempo fa, parlando con un amico cacciatore di beccacce, discutevamo dell’utilizzo delle action-cam a caccia. Lui mi diceva che è frequente imbattersi in cacciatori pieni imballati di telecamere (una sulla testa, una sul petto, una sul fucile e addirittura una sul cane).

Qualche volta, per sfizio, monto anch’io la mia action-cam sul supporto da mettere in testa e la porto dietro a caccia. Poi non la utilizzo mai o, se la utilizzo, riprendo poco e niente perché sono troppo preso dall’azione del cane. Molti dei video che si trovano online sono montaggi di azioni filmate con queste telecamerine. Da vedere sono molto belli ma per la realizzazione richiedono molto tempo.

Personalmente ritengo che per fare un bel video di caccia bisogna disporre di un operatore che ci segua passo passo nella nostra cacciata. Ma ha senso? Io sono un normalissimo cacciatore con un normalissimo fucile un po’ datato che si diverte a seguire i propri pelosoni tra una risaia e l’altra. Per me online ci devono andare coloro che hanno qualcosa da insegnare, coloro che realmente sanno cacciare. Invece, molto spesso, capita di vedere cacciatori inesperti, che compiono errori su errori, e non se ne accorgono. Capita inoltre di vedere cani che non rispecchiano a pieno gli standard né di morfologia né di lavoro o con gravi lacune per quanto riguarda cerca, ferma, consenso e riporto.

Per me l’essere troppo concentrati nel voler registrare o fotografare una scena di caccia porta via, oltre alla concentrazione, anche un po’ del sapore magico che ha la caccia. Ci si va a concentrare troppo su alcuni particolari futili e molto meno sulla magia che si sta vivendo. Come già detto, io vivo la caccia con sacralità, solo io, i cani, il selvatico e magari chi caccia con me, in un momento che va dal magico al suggestivo. Certo che, se l’azione merita, una bella foto cerco sempre di farla ma in primis voglio godermela io.

Scrivendo questo articolo già mi immagino a ottobre, con il sovrapposto in spalla in una nebbiosa e umida risaia del pavese, intento ad osservare il lavoro dei miei Spinoni, alla ricerca delle famigerate sgneppe….
Che malattia la caccia!

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ANTONIO CERCIELLO
ANTONIO CERCIELLO
4 anni fa

Caccio dall’età di 8 anni, prima come accompagnatore di mio padre; poi dall’età di 16 anni, con l’ autorizzazione di mio padre, consegui il porto d’arma. Ho sempre praticato e continuo a praticare da 50 anni la caccia col cane da ferma. . la prima cosa che mi insegnò mio padre fu quella di avere rispetto per la selvaggina e di non mostrare mai il carniere come un trofeo e soprattutto di godersi la caccia in solitario per gustare appieno le nostre giornate. Purtroppo oggi viviamo in una epoca dove l’apparire è più importante di tutto. Non condivido assolutamente i filmati di caccia e soprattutto tutte quelle esibizioni di carniere anche da parte di emeriti cacciatori che hanno incominciato a mostrare filmati di caccia. Cerchiamo di avere più rispetto per la natura e la selvaggina che ci consente di vivere giornate bellissime.

Antonino
Antonino
4 anni fa

Sei stato molto sincero perché è proprio così come tu l’hai descritta la caccia, è bella e ti dà emozioni forti ma non va sempre bene come si vorrebbe, forse anche per questo ti prende e ogni volta che vai, ogni volta che i cani sono in ferma ti prende quella emozione forte che solo chi pratica la caccia può provare e non sempre finisce come nei filmati che si vedono.

Roberto
Roberto
4 anni fa

L’articolo di Alessio Albanesi dovrebbe essere alla base di ogni insegnamento ai giovani che si dedicano alla caccia e, a mio parere dovrebbe essere letto prima dell’inizio di ogni annata venatoria anche da molti cacciatori già attempato. Non si può fare pubblicità della caccia, è una delle poche cose al mondo che non può essere pubblicizzata a meno che uno non venda l’anima al diavolo come si suol dire.

Claudio
Claudio
4 anni fa

La caccia per me e vita! Chi non la vive non può capire .tutti quelli che ci giudicano male sono la maggior parte persone che non uccidono gli animali perché ce chi lo fa per loro facendo abbuffate di carne! Maa sensa parole!

Ale
Ale
4 anni fa

Caccio da più di 40 anni {44 per precisione) e sono assolutamente d accordo con te. I video raccontano solo di risultati eclatanti ma la caccia LA CACCIA VERA NON É QUELLA! La Caccia la puoi solo VIVERE e non filmare! La puoi SENTIRE mentre la pratichi ma é difficilissima da descrivere. Solo pochi sono riusciti! La vera Caccia ( e la maiuscola é voluta) si può solo vivere.
Ale

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