Umbria, il TAR sospende la preapertura e la selezione agli ungulati. FIdC: “Assurdo!”
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Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria, a seguito del ricorso presentato lo scorso 28 giugno dal WWF contro la Regione e l’ISPRA, ha sospeso parte della delibera con cui la Giunta regionale ha approvato il Calendario venatorio per la stagione di caccia 2018/2019. In particolare, è stata sospesa l’efficacia della parte in cui viene disposta la preapertura della stagione venatoria nei giorni 2 e 9 settembre e vengono stabili i periodi di prelievo per la caccia di selezione.
Come si legge nell’ordinanza, il TAR ha “ritenuto, ferma restando la validità in regime di prorogatio del piano faunistico venatorio scaduto il 21 luglio 2014, che l’istanza di sospensione del calendario venatorio impugnato appare suscettibile di positiva definizione nella parte in cui dispone la preapertura della caccia pur in assenza di adeguati piani di abbattimento selettivi previsti dalla normativa di settore“.
Una decisione, quella del TAR umbro, che appare in sostanza incomprensibile: di fatti, da un lato riconosce la validità del Piano faunistico (scaduto nel 2014 ma prorogato), e dall’altro sentenzia che è stata disposta la preapertura “pur in assenza di adeguati piani di abbattimento selettivi” che con la preapertura ad Alzavola, Marzaiola, Germano reale, Tortora, Colombaccio, Cornacchia grigia, Ghiandaia e Gazza non si capisce cosa abbiano a che fare.
Inoltre sembra essere una beffa, la decisione di fissare la trattazione del ricorso nella data del 4 dicembre 2018, quando ormai i tempi della preapertura saranno ampiamente passati, ed anche se dovesse essere riconosciuta la validità delle decisioni assunte dalla Regione nessuno potrebbe più rimborsare i cacciatori umbri per la giornate di caccia perse.
Anche per questo l’Assessore regionale all’Ambiente e alla Caccia, Fernanda Cecchini, si è velocemente attivata ed ha convocato per oggi, 27 luglio, alle 12,30 una riunione della Consulta faunistico venatoria che deciderà sul da farsi.
Il commento di Federcaccia
Anche la Federcaccia umbra si è detta sconcertata dalla decisione del TAR e ha fatto sapere di essere pronta ad entrare in giudizio. Di seguito il comunicato integrale di FIdC Umbra.
L’ordinanza del Tar dell’Umbria sul ricorso numero 302 proposto dal Wwf, che di fatto sospende la preapertura e gli abbattimenti degli ungulati, ci lascia a dir poco sconcertati. Non è pensabile, dal nostro punto di vista, che si vadano a colpire i cacciatori di una regione, l’Umbria, che ha emanato il calendario venatorio entro i tempi richiesti dalla legge nazionale 157/92, munendosi di tutti i pareri tecnico-scientifici per ogni singola specie oggetto di caccia e, malgrado tutto, riducendo i tempi della preapertura rispetto a numerose regioni italiane. La preapertura in Umbria, infatti, è prevista per una sola giornata a e mezza, ovviamente anche in questo caso con il parere favorevole dell’Ispra.
Riguardo i prelievi degli ungulati e i relativi piani di abbattimento dei tre Atc umbri, giova ricordare il fatto che il Piano faunistico venatorio regionale è tuttora vigente, poiché in prorogatio dal 2014. Si tratta dunque di uno strumento tuttora valido, come riconosciuto dagli stessi magistrati del Tar, anche se obsoleto come da noi più volte sottolineato. Ribadiamo, ancora una volta, l’urgenza di una ridefinizione radicale del Piano faunistico venatorio regionale, come previsto dalla legge nazionale 157/92. Al di là di questo inciso, tuttavia, sta di fatto che non esiste alcun elemento scientifico che possa mettere in dubbio la bontà del calendario venatorio umbro, compilato ed emanato nei crismi delle norme europee, nazionali e regionali oltreché dei dati forniti dalla scienza.
Assurda ci appare, ancora una volta, questa penalizzazione, questo attacco al mondo venatorio che da anni si avvale di tutti i percorsi scientifici attivabili, dei pareri degli organi ufficiali e – fatto non di poco conto – del lavoro impagabile dell’Ufficio Avifauna Migratoria della Federazione Italiana della Caccia. Ciononostante, la Regione Umbria aveva inteso limitare, prudenzialmente, la preapertura – come detto – ad una sola giornata e mezza: un provvedimento che non ha evidentemente inciso nelle valutazioni della magistratura amministrativa, la quale – oltre al danno la beffa – ha sospeso il calendario relativamente alla preapertura stessa e al prelievo degli ungulati, rinviando la discussione del merito alla data del 4 dicembre… Ciò significa penalizzare in ogni caso il mondo venatorio, riducendo il discutere ad un mero confronto giurisprudenziale e distaccando ancor di più i cittadini dalla burocrazia.
Chiediamo pertanto a gran voce che l’udienza per decidere nel merito venga anticipata a una data precedente il mese di settembre, oggetto del contendere, mentre annunciamo già da ora la nostra costituzione in giudizio ad adiuvandum al fianco della Regione. Domani mattina – 27 luglio – si terrà la seduta della Consulta faunistico-venatoria regionale: sentiremo dall’assessore Cecchini il punto della situazione e la solleciteremo ad intraprendere tutte le iniziative necessarie per garantire il rispetto di un diritto costituzionale, una concessione riservata ai soli cittadini di comprovata onestà quali sono i cacciatori. Siamo già pronti, in tal senso, a coinvolgere anche il nostro ufficio legale nazionale.