Franchi Experience, quando la caccia diventa esperienza di incontro, di scoperta, di gusto
A fine settembre sono stato ospite di Franchi, nella riserva Valle di Fiordimonte, per testare le loro ultime novità di mercato. Un'esperienza che va oltre la caccia, oltre le armi provate, e si arricchisce dello spettacolo dei luoghi, dell'incontro con chi condivide la stessa passione e del gusto della selvaggina portata in tavola.
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Per qualche minuto non ho fatto altro che guardare tutt’attorno le infinite e maestose curvature dei fianchi delle montagne che ci stavano ospitando. Ti viene spontaneo di voltarti e cercare lo sguardo degli amici con i quali stai vivendo questa avventura e che ti camminano vicino in silenzio come a suggellare quella sorta d’incanto. Ti prende quasi quel senso di vertigine, quel senso di non riuscire a osservarlo tutto lo spettacolo naturale che ti circonda e ti travolge e ti fa sentire così piccolo.
Franchi Experience a Valle di Fiordimonte
La riserva Valle di Fiordimonte che ci ha ospitato per i tre giorni della Franchi Experience è anche questo. È montagna e paesaggi che se non sembrano appartenere a un altro pianeta di certo si possono scambiare per quelli di altri continenti. Ma è anche boschi e campi coltivati. Radure a bassa quota. Colline.
Nei suoi quasi 5000 ettari di estensione offre habitat molto diversi dove trovano l’ambiente ideale per il proprio insediamento praticamente tutte le specie cacciabili della nostra penisola, dai cervi che pascolano con aria regale sugli scoscesi erbai della prima montagna, alle coturnici che prendono il vento in quota e si fiondano giù lungo i pendii a velocità spaventose, le allodole che si alzano dalla sterpaglia e ti accompagnano con il loro pittoresco volo, i cinghiali e i caprioli che spadroneggiano nelle radure ed escono all’imbrunire dai boschi più fitti, fino alle lepri e ai fagiani che vedi pascolare qua e là tra gli ulivi e i campi coltivati.
Quando cacciare diventa esperienza d’incontro, di scoperta, di gusto
Senti che anche solo un’immagine, una piccola sensazione vorresti portarla via con te ma non sai se riuscirai a farlo davvero. La Franchi Experience ricca di vita e di emozioni. Tre giorni di una bellezza che in questo caso assume molte sfaccettature: condividere una passione con amici e persone che si godono questo prezioso momento di scambio, di chiacchiere, d’incontro e di confronto. I luoghi, di cui abbiamo detto e alla cui profondità nessuna foto può rendere giustizia.
E poi la caccia, buttarsi dentro la passione e viverla in tutte le sue forme, dalla pianificazione alla partenza con i fuoristrada, la scelta delle armi, la selvaggina, la cura dei capi abbattuti e il gusto della tavola.
“Waidmannsheil”, scritto con la A come nella tradizione più remota del tipico saluto tra cacciatori del nord Europa germanofono, sembrava sussurrarsi nell’aria ogni volta che ci incontravamo nei momenti conviviali prima o dopo la caccia. Attorno al grande tavolo della riserva o a quello dove splendidamente serviti con le ricette della Franchi Food Accademy abbiamo mangiato, chiacchierato e gustato in cene senza tempo tartare di capriolo, primi con cinghiale e cervo, polenta, fagiano con i funghi e vini e dolci eccezionali. La Franchi Experience rappresenta un viaggio dentro a tutte quelle attenzioni che costituiscono il mondo caccia nella sua azione più viva ma anche dentro a tutte quelle sfumature che dipingono il quadro dei ricordi e delle emozioni che ogni cacciatore maneggia e custodisce con cura come si fa con le cose preziose e delicate insieme.
Venerdì, l’incontro
Il primo giorno, venerdì, siamo stati accolti per il ritiro delle armi che avremmo avuto in prova per questa esperienza, seguito da un aperitivo che ha permesso a tutti di conoscerci, salutarci, parlare di caccia, di qualche ricordo, di qualche auspicio.
C’è chi caccia in alta montagna, chi prevalentemente fa la caccia di selezione in valle, chi predilige i cani da ferma e chi racconta delle emozioni del passo dei colombacci sui palchi o di quella degli acquatici nei chiari delle zone umide d’Italia. Dopo cena non c’è un appuntamento ma tutti ritardiamo volentieri il momento di salire in camera e ci si ferma fuori a parlare ancora e a bere qualcosa insieme agli altri cacciatori. Si racconta e si ascolta.
Sabato, la canna rigata
Dal sabato poi le cose sono entrate nel vivo, con il primo giorno sul campo dedicato interamente alla canna rigata. La mattina abbiamo testato le due carabine forniteci da Franchi: la Horizon Wood in .308W e la Horizon Varmint, sempre nello stesso calibro.
Horizon Varmint Black Synt
Ed è stata una piacevole scoperta perché se la Varmint, con calciatura in polimero, un peso piuttosto importante di 4,100 kg, il caricatore da 8 è un’arma che ha già nel DNA il tiro sportivo, la Wood, bellissima nella sua classica naturalezza della calciatura in legno e canna con finitura opaca, il gruppo otturatore fluted cromato come si era visto solo sulla serie limitata Anniversario, un peso comunque importante di 2,950 kg ma più adatto al trasporto della caccia in cerca o da altana, si è rivelata una carabina eccezionale per ergonomia, feeling e risultati.
Horizon Wood
L’idea non era quella di spremere le carabine con lunghe sessioni di poligono, ma abbiamo comunque sparato molto dopo aver azzerato l’arma perché le sensazioni sono state da subito ottime per prestazioni e quella che definirei quasi una “dolcezza” percepita al momento dello sparo.
La Horizon gestisce benissimo il rinculo e ti invoglia a proseguire senza preoccupazioni lasciandoti la possibilità di concentrarti sul bersaglio anche dopo i primi colpi. Un’arma che consente regolarità, ben gestibile e che soprattutto ha una resa puntuale e stabile davvero notevole per la sua categoria. Diciamo che la sensazione è stata quella di sentirla mia dopo poche rosate effettuate ai 100 e 200 metri e i risultati sono stati assolutamente considerevoli anche grazie a uno scatto netto e facile da percepire sia con stecker inserito (la mia era dotata di stecker ma ce n’erano anche altre che ne erano prive) che senza.
Al pomeriggio poi, raggiunta nuovamente la casa di caccia, ci aspettava la caccia da altana dove ho avuto il grande piacere di essere accompagnata da Massimo, un cacciatore di grande esperienza e persona dotata di una disponibilità eccezionale con la quale è stato piacevolissimo aspettare l’ultimo minuto disponibile quando praticamente con il buio si è presentato un bellissimo capriolo in un campo di erba alta che rimaneva sulla nostra destra. Abbiamo dovuto fare dei passi per riuscire ad avere una traiettoria accettabile per il tiro con il silenzio e la concitazione del momento oltretutto svantaggiati dalla luce ormai praticamente assente. Nonostante le condizioni non facili, perché l’esemplare di capriolo non sembrava volerci concedere molta calma e un tiro studiato, la sensazione di sicurezza veramente sorprendente che la Horizon in .308 concede, la sua stabilità, e l’ottica Steiner con lente da 56 mm, hanno permesso di coronare sotto il riverbero della luna sui campi lavorati una giornata davvero straordinaria.
Domenica, la canna liscia
L’ultimo giorno, la domenica, ci siamo spostati molto più in alto di quota nelle praterie ventose dei pendii montani alla ricerca delle velocissime coturnici, delle starne e dei sorprendenti fagiani che per tutta la mattina, in compagnia dei bellissimi setter inglesi di Luca, ci hanno fatto camminare ed emozionare per la loro grande capacità di far perdere le tracce o di volare con evoluzioni spettacolari.
Affinity 3 Wood
Per questo tipo di caccia Franchi ci ha dato l’opportunità di provare i molto ben bilanciati, leggeri (2,850 kg) e ottimamente rifiniti Affinity 3 Black Synt e Wood, fucili adatti ad’un ampia gamma di possibilità vista la cameratura da 76mm, le quattro diverse lunghezzhe di canna disponibili (61, 66, 71 e 76 cm) con bellissima finitura opaca e i tre strozzatori in dotazione.
Affinity 3 Black Synt
Oltre a una caccia decisamente diversa dalla canonica battuta in campi a perdere e fossati di pianura ci siamo gustati dei bellissimi abbattimenti con tiri impegnativi e la possibilità di chiacchierare camminando fianco a fianco con gli amici Emanuele e Francesco (che cacciava con il suo personale gioiellino sovrapposto Feeling Select in calibro 20) in un posto e in un modo che sembravano sospesi nel tempo. Waidmannsdank Franchi.