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Ottiche low cost? Ecco la nostra recensione della Core 2.0HX 4-16×50 di Sightmark

Per diversi mesi ho testato quest'ottica entry level di Sightmark e posso dirvi che per prestazioni sovrasta tutto quel panorama di cannocchiali "senza nome" dal costo bassissimo che troviamo oggi in commercio.

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Uno dei test che mi ha tenuto impegnato (ma anche appassionato) per diversi mesi del 2024 è stato quello del cannocchiale Sightmark Core 2.0HX nella versione 4-16×50. Come sempre, sia che siano i brand a proporci dei prodotti da testare, sia che di nostra iniziativa si prendano dal commercio oggetti da caccia che desideriamo saggiare, la nostra idea è quella di andare oltre alla semplice descrizione del prodotto e a un utilizzo che si limiti a poche ore in poligono. Ci adoperiamo sempre per mettere fucili, cannocchiali, accessori nelle condizioni più severe e protratte nel tempo possibile, mesi di solito, in modo da simulare il reale utilizzo da parte di un cacciatore e tirarne fuori pregi e difetti direttamente sul campo.

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Doppio test di un binomio low-cost per fare selezione: Sightmark Core 2.0HX + Browning A-Bolt (.308)

Questa volta, partendo dalla disponibilità del produttore di lasciarci testare a modo nostro uno dei loro nuovi prodotti, in redazione ci siamo chiesti: un cannocchiale con ingrandimenti 4-16 e campana da 50mm, di una linea, la CORE, piuttosto economica del brand Sightmark, però in una veste rinnovata e affinata, 2.0HX appunto, come potrebbe essere utilizzato?

Ecco l’ottica oggetto di questa recensione, la Sightmark Core 2.0 HX 4-16×50 HDR2

Sicuramente per quanto concerne il mondo venatorio la risposta è caccia di selezione; e più nello specifico caccia di selezione con budget medio-basso ma comunque con la possibilità di accedere a qualcosa di significativo e affidabile.

Dietro a questi pensieri abbiamo deciso di vestire i panni di un cacciatore di selezione che voglia attrezzarsi per questa disciplina senza spendere molto. Abbiamo già scritto come la scelta della prima carabina possa tranquillamente ricadere su un usato dalle buone caratteristiche sul quale risparmiare al momento dell’acquisto senza rinunciare a una buona dose di qualità e perché no di durevolezza nel tempo. Ed ecco che abbiamo composto il nostro binomio-trinomio (anche il calibro gioca un ruolo fondamentale): dobbiamo testare un cannocchiale di una nota azienda che si è dimostrata affidabile e dal rapporto qualità/prezzo molto interessante, il costo di questo oggetto è di circa 400 euro, quindi non il super ribasso di certi marchi sconosciuti ma neppure il livello entry dei più prestigiosi brand europei, che cosa potremmo abbinarci? Il calibro .308 abbiamo scritto più volte come sia probabilmente un must per chi deve iniziare e permette tutto, qualsiasi animale, qualsiasi legge, praticamente qualsiasi distanza di tiro, qualsiasi munizione a qualsiasi costo si voglia cercare. La carabina? In quei giorni di inizio Giugno capitava proprio in vendita una Browning A-Bolt 3 usata, bolt-action entry level del marchio statunitense tenuta in modo ottimo, in calibro .308 Winchester appunto, revisionata e messa in vendita dalla armeria DIMAR di Arezzo a 450 euro.

Come un qualsiasi cliente in cerca della sua combinazione avevamo tutto il necessario a poco più di 800 euro, aggiungendo qualche scatola di munizioni differenti necessarie per testare arma e cannocchiale in poligono e capire il rendimento con almeno due tipi diversi di caricamento. Niente di meno, niente di più. Ampiamente sotto i 1000 euro totali ed eravamo pronti.

Ne è così scaturito un doppio test che ha visto protagonisti il cannocchiale Sightmark Core 2.0HX, di cui vi parliamo in questo articolo, e la carabina Browning A-Bolt in calibro .308, la cui recensione sarà oggetto di una prossima pubblicazione.

Sightmark e la serie Core 2.0HX

Nel mondo della caccia e del tiro Sightmark si contraddistingue da anni ormai per l‘ampia offerta di sistemi ottici all’avanguardia, versatili, con strutture solide, affidabili e dal rapporto qualità/prezzo davvero considerevole. La serie Core 2.0HX rappresenta la proposta più economica della gamma e comprende tre modelli di cannocchiale per diverse esigenze di caccia: si va dal 3-9×50, modello base, fino al 4-16×50, passando per il 3-12×56 classico per la selezione. Tutti sono costruiti in alluminio aeronautico 6061-t6 con finitura in nero opaco che rende sensazioni di robustezza e piacevole cura, e tutti hanno il tubo centrale di 30mm come ormai si è standardizzato sui cannocchiali di qualità per garantire un ottimo passaggio della luce e la possibilità di avere un’ampia escursione in termini di click che in questo caso consentono ben 80 MOA in alzo e 80 MOA in deriva con regolazioni di ¼ di MOA per click.

Le lenti, in vetro, hanno il trattamento fully multi-coated (multistrato) e sono separate con riempimento in azoto: questo pacchetto conferisce al Core caratteristiche ben al di sopra della sua categoria con doti anti-appannamento, antipolvere e impermeabilità certificata IPX7.

Il nostro Core 2.0HX 4-16X50

Il modello che abbiamo scelto di provare è stato il 4-16×50 con reticolo di tipo HDR2 (cioè contraddistinto da due incisioni orizzontali a 5 e 10 MOA di alzo) inciso sul secondo piano focale e punto centrale illuminato in rosso regolabile su 6 diversi livelli di intensità (oltre all’opzione spento, ovviamente).

Ha una lunghezza complessiva di 37 centimetri e un peso poco al di sotto dei 700 grammi. L’estrazione pupillare è pari a 94mm, utile a evitare di rimanere troppo attaccati all’oculare quando si spara rischiando il contraccolpo sulla fronte. Il campo visivo a 100 metri varia da 2 a 8 metri a seconda degli ingrandimenti e le regolazioni sono assicurate dalle torrette che nel caso di questa serie sono coperte con tappi filettati, quindi in fase di azzeramento o necessità di correzione con i click si deve svitare il tappo e accedere alla ghiera.

Lo zero è impostabile in modo semplice svincolando la torretta dalla ghiera e avvitandola di nuovo sullo zero senza toccare la taratura. La terza torretta, quella laterale di sinistra, come si conviene ormai quasi univocamente nei cannocchiali moderni, contiene la batteria per l’alimentazione del punto rosso e vede due ghiere concentriche regolare la parallasse (da 14 metri a infinito) e la luminosità del punto rosso. Un’ulteriore possibilità di regolazione è quella che riguarda le diottrie e va da -2 a +2.

Unboxing e prime impressioni

Il packaging nel quale viene venduto il Core è quello ormai abituale di Sightmark e non diverso dalle serie più costose, dall’aspetto moderno e curato nei colori grigio, nero e rosso tipici del brand.

La dotazione comprende i tappi copri lente amovibili o utilizzabili a ribaltamento verso l’alto, il panno per pulire l’ottica, il cursore per rendere più agevole la regolazione degli ingrandimenti e, nota non da poco, gli anelli da 30mm per fornire al cliente la possibilità di entrare subito in azione montando l’ottica sulla slitta senza dover fare ulteriori acquisti. Davvero considerevole.

Nel mio caso, a proposito di quest’ultimo aspetto, ho trovato in dotazione degli anelli con sagomatura forata al centro che penso siano stati ideati per dar modo a chi monta mire metalliche sulla propria carabina di poter avere un doppio impianto di mira contemporaneamente. Devo dire che non ho avuto alcun problema né in poligono né a caccia, come si vede dai risultati ottenuti, ma è chiaro che una maggiore aderenza dell’ottica sulla canna è preferibile sia da un punto di vista balistico che estetico. Ma la scelta di Sightmark va incontro alle esigenze medie di un pubblico non eccessivamente specializzato ed è estremamente utile e apprezzabile, oltretutto non pregiudica certo la buona riuscita dell’assemblamento e dei successi nell’utilizzo sul campo.

Complessivamente le prime impressioni sono state molto buone, sinceramente potevo aspettarmi anche qualcosa di meno dal punto di vista della cura e della solidità, la percezione delle immagini è da subito sembrata nitida con una qualità costruttiva dal rapporto qualità/prezzo eccellente.

Restavano le prove più importanti da fare: due sessioni al poligono (una di test un po’ più ampi, una di semplice azzeramento caccia) e molte, molte uscite a caccia durante tutto il periodo estivo nella mia generosa e bellissima Toscana che ci ha permesso, oltre a tanto divertimento, di capire pregi, capacità, limiti e aree di miglioramento del nostro Sightmark CORE 2.0HX.

In poligono

Per azzerare le ottiche, di solito, quando mi sento abbastanza sicuro del montaggio e le condizioni me lo consentono, cerco sempre di allineare la canna al bersaglio dei 100 metri guardandoci dentro senza l’otturatore, poi vado a lavorare sulle torrette per portare il reticolo al centro. Se tutto riesce e si ha cura nei movimenti spesso si è premiati da un primo colpo già dentro al bersaglio. E così è stato anche con il binomio Browning e Core 2.0 HX.

Primo colpo in basso a sinistra di una quindicina di centimetri. Ottimo inizio! Faccio le prime regolazioni per capire come rispondono le torrette: i click sono precisi, forse sono un po’ timidi per il contesto caccia, sicuramente silenziosi e netti ma ci vuole un attimo di cura per non esagerare e perdere il conto (anche se la numerazione sopra incisa permette di tenere il conto in modo preciso). Regolo lasciando senza i tappi di protezione le ghiere (in poligono si può fare tranquillamente, in caccia a mio avviso è meglio o non ricorrere alle torrette, oppure cercare di mettere al sicuro i tappi per non rischiare di perderli nelle fasi concitate del tiro). Il secondo colpo vira decisamente verso il centro senza raggiungerlo. Ma non avevo fatto calcoli accurati, mi bastava capire che fosse tutto ok. Per il terzo colpo farò i compiti precisi e cercherò la mouche. Sto sparando con delle Winchester power point da 150gr, un grande classico all-round: stavolta la palla finisce esattamente nel centro. E’ il momento che ogni tiratore aspetta, è un istante che ti dà sicurezza, vuol dire che fondamentalmente tutto sta funzionando bene, gli assemblaggi, le parti meccaniche, la balistica: ci sono tutte le basi per poter affrontare altri tiri e altre regolazioni con serenità. E così faccio: la prima rosata con le 150gr è subito considerevole, cui ne segue una con le Geco Express 180 gr, sempre soft point.

Le due rosate a 100 metri definiscono valori ottimi che vedete anche in foto.

Lo conferma anche il direttore della linea, che passando dietro alle mie spalle si sofferma a vedere l’azzeramento e con tipica espressione toscana dice: “Oh che vuoi di più?! La carabina spara bene, il cannocchiale è bono e il tiratore anche”. Quando le cose vanno bene, precise e si ottengono dei buoni risultati, c’è sempre un po’ di soddisfazione perché con la precisione richiesta a questi strumenti non si è mai certi che tutto sia a posto fin quando non è il campo a stabilirlo.

A questo punto passo ai 200 metri, correggo con 8 click e trovo degli ottimi impatti. Scrivo che l’azzeramento a 200 metri prevede 8 click di alzo, ma andrò a caccia azzerato a 100 metri il che mi consente un’ulteriore prova: tolgo 8 click, miro di nuovo il bersaglio dei 100 metri e sparo. Tra il 9 e 10, perfetto. Ho tutte le risposte che mi servono. Si va a caccia.

In caccia

Nelle foto che vedete ci sono scene di caccia molto diverse tra loro, ho sparato sdraiato con l’appoggio dello zaino a un capriolo maschio sul filo dei 200 metri in pieno giorno e viceversa mi sono potuto spingere fino a sparare a un bel cinghiale di circa 60 kg aspettando che sbucasse dall’erba alta alle 21.34 di una sera di Giugno, quindi veramente alle ultime luci. Devo dire che non sono riuscito a sparare, o meglio ho desistito dal farlo perché non avevo sufficiente luce nell’ottica a un capriolo alle 21.42 degli stessi giorni. Lo vedevo, ma non in modo così chiaro da sentirmi sicuro, ma bisogna dire che quella sera era anche leggermente velato il cielo e l’aria era a un passo dall’essere completamente buia.

Bisogna riconoscere i limiti anche nostri ed eventualmente della nostra attrezzatura, rinunciare a un tiro forzato perché magari si ha la possibilità un minuto dopo a quando lo avremmo potuto fare. L’intelligenza e l’etica ci devono accompagnare sempre per non commettere stupidaggini o forzature che non portano a niente di buono né per noi né per il nostro bersaglio. Ci ho pensato proprio in quegli istanti in cui realizzavo che non avrei fatto il tiro. Ma questo solo per dire che le tante uscite di caccia mi hanno permesso di conoscere bene le caratteristiche di questo sistema ottico e in tutta l’estate, passando per una bellissima coppiola ai caprioli in una vigna, al tiro ravvicinato a un cinghiale al tramonto e molti altri episodi, non mi sono mai sentito in difficoltà o nella posizione di dubitare dell’efficacia dell’ottica.

Il mio parere è positivo anche dal punto di vista strutturale perché molte, moltissime volte questo cannocchiale ha viaggiato in auto, prendendo buche, scosse, è stata appoggiata alle altane su qualsiasi supporto per sparare e, visto che non ho dovuto più tarare per mesi il cannocchiale, posso dire che ha resistito egregiamente a tutto così come hanno fatto gli anelli in dotazione.

Quanto costa il Sightmark Core 2.0HX 4-16X50

Il prezzo di questo cannocchiale sul mercato italiano si aggira attorno ai 400 euro. Si inserisce nella fascia entry level ma sovrasta per prestazioni tutto quel panorama di ottiche “senza nome” dal costo bassissimo. Con un centinaio di euro in più con il CORE si accede a un cannocchiale vero e a caccia questo fa tutta la differenza del mondo.

A chi lo consiglio

Non posso dire che sia stata una sorpresa, certo conosco Sightmark da tempo e sulle mie carabine ho cannocchiali di loro produzione, ma potevo anche aspettarmi qualcosa meno da una serie piuttosto economica come questa. La versione 4-16X50 l’ho trovata perfettamente aderente alle esigenze del 95% dei cacciatori di selezione italiani. Qualcosina da poter chiedere di più? I click un po’ più profondi se così si può dire in caccia non sarebbero male, così come la possibilità di accedere alle regolazioni senza dover svitare i copri torrette. Ma questo va anche nella direzione di assecondare la natura del Core che non è certo pensato per tiri a lunghissima distanza e in condizioni che prevedano continue regolazioni. La parallasse l’ho trovata puntuale e in grado di restituire una nitidezza ottimale, così come la focale è stata utile nei momenti di bassissima luce per ricorrere ai dettagli decisivi. Si potrebbe avere un minimo in più di luminosità? Forse si, ma teniamo presente che si tratta di una campana da 50 e non 56 e una estrazione di 94mm, quindi le doti sono senza dubbio di alto livello.

Per la caccia di selezione io credo che un cannocchiale così possa fare il gioco di molti, chi caccia in distanze abbastanza standard e comprese tra poche decine di metri e i circa 250; si presta bene anche per i neofiti, offrendo tutte le caratteristiche di un cannocchiale di ultima generazione e di alta gamma pur riuscendo a contenere il costo e rimanendo piuttosto semplice nella gestione. In generale a tutti coloro che cercano uno strumento adeguato a esigenze anche abbastanza elevate senza ricorrere a budget stratosferici, ricordando che si sta parlando di un kit completo a circa 400 euro.

RECENSIONE IN BREVE

DESIGN - 7.5
MATERIALI - 8.5
TECNOLOGIA - 8
AFFIDABILITA' - 8
PREZZO - 9.5

8.3

Ottimo prodotto

La Sightmark Core 2.0 HX 4-16x50 è un'ottica entry level che sovrasta per prestazioni tutto quel panorama di cannocchiali "senza nome" dal costo bassissimo. Esteticamente ha tutte le caratteristiche dei migliori strumenti in commercio, linee sinuose e proporzionate; i materieli sono adeguati al costo, lenti in vetro con trattamento multistrato, certificazione IPX7, solidità e piacevole sensazione al tatto; tecnologicamente ha praticamente tutte le caratteristiche ultime che riguardano cannocchiali anche ben più costosi (il reticolo illuminabile, le torrette, il correttore di parallasse, il trattamento delle lenti e riempimento in azoto); l'affidabilità è ottima, sostanzialmente tutto il pacchetto ha retto bene a un uso intenso; qualche dettaglio potrebbere essere meglio progettato per rendere più agevole l'utilizzo, come la regolazione dello ZERO e dell'illuminazione che rischia a volte di spostare la parallasse, ma insomma considerando la fascia di riferimento stiamo spezzando il capello in due. La sostanza c'è tutta, funziona, tiene l'azzeramento, permette tiri puliti e sicuri.

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