Cose da Beccacce
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A quel tempo…… e parlo di anni addietro, il freddo si faceva sentire, era davvero pungente, le stagioni erano ancora “stagioni” e l’inverno era inverno anche qui da noi nel nord-ovest della Sardegna.
La tropicalizzazione, insomma, era ancora lontanissima.
A differenza di oggi, le gelate erano più frequenti tant’è che per arrivare sul posto di Caccia era preferibile puntare la sveglia con largo anticipo, il pericolo della strada ghiacciata era sempre dietro l’angolo e correva l’obbligo di non spingere sull’acceleratore.
Alla sera precedente, quindi, si andava a letto presto ma non prima di aver preparato e controllato rigorosamente tutta l’attrezzatura necessaria alla battuta di Caccia , senza lasciare niente al caso.
Al risveglio, in piena notte, tutto doveva essere pronto!
Quella di tanti anni or sono fu una giornata che non dimenticherò mai, ancora oggi il ricordo è vivo, indelebile.
Il mio compagno di Caccia, allora, era Perù, un bellissimo esemplare di Bracco Italiano che mi venne dato in regalo da uno dei miei pochi e più grandi Amici della mia vita, nonché di Caccia.
Perù era un “Cane da Caccia“, gran trottatore, eccezionale alla Lepre , appassionato alla nostra Pernice e alla Quaglia ma “grande” anche a Beccacce.
Una sua consuetudine, per me un pregio, era quella di avvisarmi con un “bau” quando, alle volte, il selvatico di piuma si involava nel malcapitato caso in cui non avessi fatto in tempo a raggiungere il cane.
A causa della giornata molto fredda scelsi di effettuare la battuta di Caccia in una zona molto boscosa, un canalone profondo esposto a nord, soleggiato e al riparo dai venti freddi.
Non sbagliai, la mattinata fu abbastanza proficua, tant’è che poco prima della mezza, mi fermai per un leggero spuntino al sacco prima di riprendere il cammino del rientro.
Ero ancora seduto che fumavo una sigaretta, quando Perù si diresse verso il fondo del canalone.
Decisi di lasciarlo andare, volevo capire le sue intenzioni…………
Lo vidi sparire alla mia vista nel folto della macchia e dell’alberato, potevo sentire ancora il campano………. poi, più nulla.
Dopo poco, il suo “bau“……. alzai lo sguardo verso il fondo del canalone e pochi istanti dopo mi parve di notare qualcosa che, in volo, veniva su.
Rimasi seduto e attento……. è Lei o non è Lei, mi chiesi e nello stesso tempo misi a fuoco l’immagine. Era la Regina che con il suo volo a gondola, bassa sotto le fronde delle querce da sughero puntava dritta verso di me, incredulo e allo scoperto. Niente, continuò a risalire come che fossi invisibile tanto che quando fu a tiro, per un momento, dopo aver imbracciato, pensai di fare fuoco……… ma un attimo dopo abbassai sportivamente il fucile pensando di aspettare Perù e premiarlo come meritava.
La Beccaccia, a non più di tre-quattro metri da me, di colpo aprì le ali e aprendo la coda si calò leggera, richiuse le ali e dandomi il didietro aprì la coda a ventaglio, portò il suo lungo becco in mezzo al petto e chinando il capo in avanti, svelta di pedina trovò riparo in un ciuffetto di macchia nel sottobosco.
Incredibile!!!!
Non credevo ai miei occhi!!!
In piedi sopra una roccia senza mai distogliere lo sguardo dal luogo, davanti a me, dove trovò rifugio, sentii il tintinnio del campano e poco dopo vidi Perù arrivare. Evitando passi falsi, senza battere ciglio, con un cenno indirizzai il cane verso il luogo del misfatto, dentro di me già vedevo “la scena” ……. cane in ferma statuaria, involo e lieto fine…
Invece Perù non marcò assolutamente niente, tornò sui suoi passi una seconda volta e ancora nulla, lo richiamai motivandolo e sempre nulla!!!!!
Non è possibile, pensai tra me e me, l’ho vista con i miei occhi infilarsi in un ciuffo di vegetazione, non può essere sparita, non può averla inghiottita il terreno.
La realtà, però, è che Perù si accasciò sotto i miei piedi e non mostrò nessun interesse alla situazione.
A quel punto, deluso e amareggiato, decisi di avvicinarmi con cautela per verificare di persona l’interno della piccola macchia di vegetazione.
Spostai i pochi rami aprendola letteralmente ma niente, solo terra, prato, erba!!!!
Ancora oggi, dopo tanti anni trascorsi, non mi capacito di quel che successe quel dì.
Non mi è mai ricapitata una situazione simile.
Un mistero…………………….. Il mistero della Scolopax rusticola.
Un gran bel commento scritto da un grande Beccacciaio.. Mi sono immedesimato nel racconto come se il tutto mi appartenesse, complimenti allo scrittore..