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La prima Regina dell’anno

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Novembre 2017, molto, troppo inoltrato!
La situazione climatica, qui in Sardegna, è a dir poco disastrosa. Non si vedeva una stagione così secca, fonti meteo, dal lontano 1921, quasi un secolo.
Personalmente, con oltre quarant’anni di licenza di Caccia alle spalle, non ricordo di aver mai visto il territorio delle mie zone di Caccia in questo stato, sono letteralmente spariti anche i più piccoli corsi d’acqua, i bacini a monte che riforniscono le reti idriche sono a secco, le fonti sorgive che ancora resistono si contano sulle dita di una mano… anche le piante sono in sofferenza, perfino il mirto, sempreverde, ha assunto un colore rosso mattone, come l’avesse percorso il fuoco.
E poi caldo, tanto che sembra essere ancora agosto, piena estate.
No, non è un bell’andare a Beccacce, oltre alla poesia, anche la filosofia della Vera Caccia è venuta meno…………………………………

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E’ giovedì, una delle due giornate settimanali dove, qui da noi, è concesso l’esercizio venatorio. Di primo mattino l’aria è frizzante, la brina caduta nella notte sotto il cielo stellato ha intriso la macchia ma il terreno è ancora polveroso, la siccità non è ancora finita…
Ma si va, è il tempo dell’Arciera, la prima potrebbe anche esserci, nonostante tutto.

Preparativi ultimati, allaccio il campano a Paco e si parte, subito in salita, ripida su una vecchia strada interna, fino al primo pianoro di sopra, ahimè sempre più spoglio, ma la “prima” potrebbe appoggiare proprio qui, una tanca è rimasta intatta e nonostante tutto, già dalla scorsa stagione, dopo anni di pausa, la Beccaccia si è rifatta viva.
A pensar male spesso ci si azzecca… e oggi Paco è molto più attento di domenica scorsa, ha un altro passo, più lento e sospettoso, verrebbe da pensare che “senta” la giornata… quel senso del selvatico che ho visto solo nella mia setter Zazà.

Si sofferma tra le felci e insiste avanti e indietro anche a naso a terra, poi allarga verso la parte più sporca ma rientra subito per l’ennesimo controllo… non molla.
Non può essere diversamente, è Lei, sicuramente la notte ha pasturato in zona e poi si è rimessa… dove si è rimessa.
C’è da riaprire qualche vecchio cassetto della memoria e continuare con la massima attenzione, Paco è sempre in allarme, cerca il bandolo della matassa!

Infatti, al bordo opposto della tanca, dove il cisto è più basso e rado, sotto all’ombrello di una quercia… Paco va in ferma… scodinzola, segno che la beccaccia è in movimento, poi flesso sulle zampe quasi striscia attraversando poco prato per avvicinarsi alla macchia più sporca… e bloccare definitivamente!
E’ immobile, pietrificato e io dietro a lui, pronto… quando distante sul lato sinistro, coperta da un’altra querciola, l’arciera si invola dal pulito, sento solo le ali che fendono l’aria, non lo sbattere forte…
Neanche il tempo di sollevare lo schioppo… e vedere la direzione presa… che scompare!!!
Una cosa è certa, dietro non è venuta, ha saltato di sicuro la fascia pulita poco più in là , verso la tanca di fronte.
Paco deve averla vista, è lì intento nella ricerca e gli vado dietro, fiducioso.

Bordeggia la macchia più sporca e prende il vento, poi va a controllare tra i rovi bassi e le felci dove si rimette di solito e proprio mentre si fa più cauto, mentre rallenta accennando e interrompendo la ferma… la vedo involarsi ancora da sola sul bordo opposto a ridosso di una roccia… sempre dal pulito.
Velocissima e fuori tiro aggira la stessa roccia e scompare un’altra volta.

Non essendosi accorto, il cane continua nella cerca e taglia la macchia di felci verso l’alto sparendo alla mia vista e proseguendo verso il punto dove la Beccaccia potrebbe essersi rimessa.
Non sento più il campano, c’è vento molto forte, continuo a salire con il timore di vederla andar via ancora lunga… quando trovo Paco di nuovo in ferma, come fosse appoggiato alla roccia, quasi a nascondersi alla sua vista.
Faccio appena in tempo a piazzarmi che l’ Arciera, proprio come una freccia, s’invola ancora veloce a pochi metri dal cane e punta dritta verso di me… che devo spostarmi e girarmi per poterla sparare.
Cade di prima canna, la prima Regina dell’anno… meglio tardi….
Lascio godere il cane dell’azione di riporto, se la merita tutta, poi la sistemo nella cacciatora e proseguiamo verso la zona migliore, dove la zona boscata resiste ancora.
Controlliamo diverse rimesse, ahimè, invano, Paco traccia una Lepre ed è uno spettacolo vederlo disegnare il terreno fino a chiuderla a ridosso di un muro a secco… e vederla correre a perdita d’occhio.

Nell’ultima tanca che chiude la grande pianura a lato est, nelle vicinanze di una storica rimessa, dal lato opposto del muro a secco sulla mia sinistra, ancora una volta dal pulito e dal di sotto delle fronde di una grande quercia, si invola sua Maestà… mi accorgo solo dal fragore e riesco a vederne l’ombra prospettata dal sole ormai alto.
La direzione presa va verso la posta storica dove siamo diretti e c’è da tenere alta l’attenzione, Paco è avanti, sembra che abbia capito la situazione, devo accelerare un po’ per tenere il passo, mi apro il varco tra la fitta vegetazione mentre sento il campano sempre più lento… eccolo Paco, basso basso in avvicinamento… davanti al cane un muro di querciole e rovi, riesco a piazzarmi alto sopra una roccia, Paco rompe e torna sui suoi passi, mi passa davanti e prosegue verso il basso del canale, ancora più sporco, io sempre fermo nell’alto della roccia e Paco, sparito alla mia vista, ancora in ferma poco più sotto.
La Beccaccia s’invola a distanza impossibile sull’altro lato del canale e va via alta in una lunghissima rimessa senza fine, tanto da poterla vedere volare finché la vista me lo permette….
Chapeau!!!

Ad atras bortas, diciamo da queste parti!!!

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