Lombardia, al via nuove norme per il contenimento del cinghiale
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Prosegue il lavoro dell’assessore lombardo Fabio Rolfi per contenere e gestire il cinghiale, specie che sta causando “danni enormi all’agricoltura lombarda e che rappresenta anche un pericolo per la sicurezza delle persone.”
In una nota ufficiale l’assessore, riassumendo i dati degli abbattimenti del 2019, ha annunciato l’introduzione di alcune importanti modifiche normative nella gestione faunistico-venatoria della specie.
Definiti gli obbiettivi di abbattimento per le aree vocate
Fra le novità introdotte ci sono gli obbiettivi di abbattimento per le aree classificate come idonee alla presenza del cinghiale (aree protette incluse). Questi obbiettivi si basano sui dei parametri gestionali definiti per ogni Sub-Unità di gestione in base a dati amministrativi e ambientali, dati relativi alla presenza e dinamica del cinghiale e dati relativi ai danni causati dalla specie alle attività antropiche (agricoltura, incidenti stradali)
“Un passaggio necessario per definire gli obiettivi di abbattimento e per avere strumenti più efficaci per il controllo degli ungulati nelle zone vocate alla loro presenza” spiega Rolfi. “Questa delibera conferma l’approccio tecnico e scientifico che vogliamo avere per la gestione del cinghiale e riportarlo, in assenza di indicazioni statali, in condizioni sostenibili per il territorio”.
Altre novità
Altre novità, invece riguardano tutto il territorio regionale e prevedono:
- la possibilità di organizzare battute di caccia collettiva anche in forma congiunta tra due squadre attive in zone confinanti
- l’abbassamento da 10 a 8 della soglia minima di cacciatori presenti per la caccia collettiva con il metodo della braccata.
- la possibilità durante gli abbattimenti in controllo svolti nelle ore notturne di utilizzare fonti luminose, visori a infrarossi o termocamere.
Dati sugli abbattimenti di cinghiali nel 2019
L’assessore Rolfi ha anche aggiornato i dati sugli abbattimenti: fino ad ora sono in tutto 5.802 i cinghiali abbattuti in Lombardia nel 2019, 700 in più rispetto allo scorso anno.
Di seguito i dati suddivisi per provincia con il numeri di capi abbattuti fra piani di controllo, caccia di selezione e caccia collettiva:
- Bergamo totale 822 capi, di cui 40 controllo, 32 selezione e 550 caccia collettiva
- Brescia totale 716 capi, di cui 10 controllo, 176 selezione e 530 caccia collettiva
- Como totale 1625 capi, di cui 142 controllo, 1445 selezione e 38 caccia collettiva
- Cremona totale 109 abbattimenti con i piani di controllo (la caccia di selezione e la caccia collettiva non sono consentite)
- Lecco totale 227 capi, di cui 11 in controllo e 216 in selezione (la caccia collettiva sarà attuabile dal 15 dicembre)
- Lodi totale 4 abbattimenti coi piani di controllo (la caccia di selezione è in fase di avvio mentre quella collettiva non è consentita)
- Milano totale 10 capi abbattuti nel Comune di San Colombano al Lambro (la caccia di selezione è in fase di avvio e non è consentita quella collettiva).
- Pavia totale 1232 capi, di cui 135 controllo, 336 selezione e 761 caccia collettiva
- Sondrio totale 329 abbattimenti con i piani di controllo (la caccia di selezione e collettiva non sono consentite)
- Varese totale 728 capi, di cui 24 controllo, 374 selezione e 330 caccia collettiva
Il totale è di 1.014 capi abbattuti coi piani di controllo, 2.579 con la caccia di selezione e 2.209 con quella collettiva.