Lombardia, la Regione chiarisce sui capi ad alta visibilità e introduce la quota unica
Sistemata la norma sui capi ad alta visibilità: tutti dovranno indossarli, escluso solo chi caccia d'appostamento. In arrivo per la prossima stagione anche la quota unica
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La Giunta regionale della Lombardia, nella seduta dello scorso 28 luglio, ha sistemato la norma introdotta con le ultime modifiche alla legge sulla caccia che da quest’anno obbliga i cacciatori lombardi a indossare capi ad alta visibilità durante lo svolgimento dell’attività venatoria.
Il testo approvato a giugno, infatti, distinguendo chi caccia la fauna stanziale (che avrebbe dovuto indossare un capo ad alta visibilità) da chi caccia la migratoria (per cui il capo ad alta visibilità non era necessario), rendeva di fatto impossibile il controllo del rispetto della norma.
Alta visibilità per tutti, escluso solo chi caccia d’appostamento
Con il nuovo testo la Regione ha chiarito che il capo ad alta visibilità va indossato da tutti i cacciatori lombardi, a eccezione di chi pratica la caccia da appostamento fisso o temporaneo.
Inoltre, viene fatta distinzione fra chi caccia gli ungulati (sia in selezione che in forma collettiva) e chi pratica le altre forme di caccia: i primi dovranno indossare un copricapo e un giubbino con pettorale e dorsale di colori ad alta visibilità, per gli altri basterà un indumento, un copricapo o un accessorio.
Questo il nuovo testo del comma 7 bis dell’articolo 23 della legge regionale 26/1993:
“7 bis. Nell’esercizio della caccia di selezione agli ungulati e nelle forme collettive della braccata, della girata e della battuta, è obbligatorio per tutti i partecipanti indossare un giubbino con pettorale e dorsale di colori ad alta visibilità, nonché un copricapo avente le medesime caratteristiche. Per le altre forme di caccia, inclusa la
caccia all’attesa o alla posta, è obbligatorio indossare un indumento, un copricapo o un accessorio di colori ad alta visibilità, ad eccezione della caccia da appostamento fisso e da appostamento temporaneo”.
Introdotta anche la quota unica
La Giunta ha modificato anche un altro punto della legge regionale sulla caccia, quello che riguarda la partecipazione economica ad Ambiti e Comprensori (art. 32).
Come richiesto da molto tempo da una buona parte del mondo venatorio lombardo, è stata uniformata la quota d’iscrizione per chi caccia la stanziale e la migratoria in forma vagante. Contestualmente è stata anche aumentata la quota base che passa 51,65 a 55 € (riducibile fino al 50% per la caccia da appostamento fisso).
Questi i nuovi commi 1 e 2 dell’articolo 32:
“1. Ai fini della partecipazione alla gestione programmata della caccia, a partire dalla stagione venatoria 2021/2022, i cacciatori sono tenuti a versare ai comitati di gestione degli ambiti territoriali e dei comprensori alpini di caccia nei quali esercitano l’attività venatoria un contributo base, determinato dagli stessi comitati di gestione, di importo non superiore a euro 55,00, riducibile fino al cinquanta per cento per la caccia da appostamento fisso.
2. Con riferimento alle forme di caccia consentite dall’articolo 35, comma 1, lettere a) e c), con esclusione dell’appostamento temporaneo alla sola selvaggina migratoria, i comitati di gestione, a partire dalla stagione venatoria 2021/2022, possono determinare un contributo integrativo in misura non superiore a tre volte il contributo base di cui al comma 1 negli ambiti territoriali e non superiore a sei volte nei comprensori alpini di
caccia.”
Qui il riferimento normativo approvato in aula nella seduta del 28 luglio.