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Nidi artificiali per Germani Reali, il progetto dell’ATC Modena 1

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Nidi artificiali per favorire la riproduzione dei Germani Reali, mantenimento dell’acqua piovana nelle risaie dopo le trebbiatura per garantire la sosta dei Beccaccini, corsi per il censimento degli uccelli acquatici e un progetto in cantiere per prendere in gestione ambienti umidi nati come appostamenti fissi di caccia ma ormai dismessi… no, non stiamo parlando di qualche zona umida dispersa negli Stati Uniti, ne di una sorta di paradiso della caccia agli acquatici, ma più semplicemente dall’Ambito Territoriale di Caccia Modena 1.

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Lo so, non è facile crederci, sopratutto perché in Italia vedere un ATC che applica programmi di gestione, salvaguardia e valorizzazione della fauna migratoria è cosa rara, nonostante sia la stessa legge sulla caccia, la 157/92, art. 17 comma 11, a stabilire che:

Negli ambiti territoriali di caccia l’organismo di gestione promuove e organizza le attività di ricognizione delle risorse ambientali e della consistenza faunistica, programma agli interventi per il miglioramento degli habitat, provvede all’attribuzione di incentivi economici ai conduttori dei fondi rustici per:

a) la ricostituzione di una presenza faunistica ottimale per il territorio; le coltivazioni per l’alimentazione naturale dei mammiferi e degli uccelli soprattutto nei terreni dismessi da interventi agricoli ai sensi del regolamento (CEE) n. 1094/88 del Consiglio del 25 aprile 1988; il ripristino di zone umide e di fossati; la differenziazione delle colture; la coltivazione di siepi, cespugli, alberi adatti alla nidificazione;
b) la tutela dei nidi e dei nuovi nati di fauna selvatica nonché dei riproduttori;
c) la collaborazione operativa ai fini del tabellamento, della difesa preventiva delle coltivazioni passibili di danneggiamento, della pasturazione invernale degli animali in difficoltà, della manutenzione degli apprestamenti di ambientamento della fauna selvatica.

Per fortuna qualche comitato di gestione che interpreta bene la legge e che dimostra una certa lungimiranza nella gestione della fauna selvatica c’è, e l’Ambito Territoriale di Caccia Modena 1 ne è la prova.

Facendo i complimenti a questo Comitato di Gestione e sperando che altri ATC seguano l’esempio, vi riportiamo di il commento al Progetto Nidi Artificiali per Germani Reali dell’ATC MO1 pubblicato sul sito anatidi.it.

L’ATC MO1 si sta dando da fare per proporre progetti di valorizzazione dell’attività venatoria collegata alla migratoria ed in particolare a quella legata alle zone umide. Infatti il territorio del MO1 comprende 13 comuni della bassa pianura modenese, ed è caratterizzato da importanti zone umide e da una tradizione venatoria valligiana che si perde nella notte dei tempi.

Oltre ad occuparsi di gestione della selvaggina stanziale, attività di cui l’ATC si è sempre occupato prioritariamente avendo un territorio fortemente vocato per la lepre e per il fagiano, da un paio d’anni ha deciso di iniziare un percorso di valorizzazione della fauna, degli ambienti, delle coltivazioni e della cultura rurale ad essi collegata, che lo caratterizzano e nelle quali rispecchia la propria identità.

Fra i progetti dedicati alla migratoria che si è iniziato a perseguire a partire dal 2015, contenuti all’interno di un pacchetto complessivo sul tema, si sono distinti per riuscita: il Progetto Beccaccino, che attraverso la collaborazione con i risicoltori della zona per la prevenzione dei danni causati da anatre, oche, nutrie, piccioni, ecc. ha permesso di stringere accordi di collaborazione per far mantenere l’acqua piovana all’interno delle risaie dopo la trebbiatura. Questo ha permesso di avere un ambiente ottimale durante tutta la stagione venatoria, per la sosta e l’alimentazione dei beccaccini ed ovviamente dei frullini. Gli ambienti, così gestiti, si sono rivelati talmente idonei da aver ospitato, nel marzo di quest’anno, la prima prova di lavoro ENCI per cani da ferma su beccaccini mai realizzata in provincia di Modena. Evento nato dalla collaborazione instaurata nel frattempo con il Club del Beccaccino.

Il Progetto Nidi Artificiali per il Germano Reale, che ha portato, nel mese di gennaio di quest’anno, alla realizzazione e posa di 18 nidi artificiali, ispirati dall’esperienza di ciò che avviene da anni in Canada e USA. In quei paesi la pratica della posa dei nidi artificiali è ormai collaudatissima e diffusa e permette di preservare le covate dall’attacco dei predatori di terra.
Predatori che purtroppo non mancano nemmeno a noi, come volpi, topi, ecc. I nostri nidi sono stati piazzati un po’ a “naso”, non avendo esperienze pregresse, ed in alcuni casi ci siamo accorti di aver commesso degli errori, mettendoli troppo vicini alle rive, oppure troppo vicini tra lo. Comunque sia, almeno il 50% sono stati utilizzati dai Germani.
Un ottimo successo per il primo goffo tentativo, che sicuramente troverà spazi di miglioramento ed implemento la prossima stagione riproduttiva. Si auspica che l’idea venga ripresa dai proprietari e conduttori degli appostamenti fissi locali, in modo da diffondere ed aumentare velocemente l’impiego di questo presidio.

Nella primavera del 2015, con ASOER (Associazione Ornitologi Emilia Romagna), è stato realizzato un corso per censitori di uccelli acquatici che consentirà di conseguire l’attestato di censitore abilitato previo superamento di apposito esame presso l’ISPRA. Un modo per diffondere cultura e conoscenza in un ambiente, quello venatorio, che a volte ne è carente, ma, soprattutto, per acquisire un ruolo di valore, riconosciuto all’interno del mondo scientifico che si occupa di gestire e censire le popolazioni di uccelli migratori. Per acquisire e comprendere i meccanismi di ricerca, di valutazione di stima di una popolazione animale. Per condividerne le problematiche e le criticità quando ci sono, senza doverle per forza far passare per angherie verso il nostro mondo. Ed allo stesso modo poter contribuire a far risaltare i contingenti delle popolazioni che godono di un buon stato di salute e per le quali non è necessario prevedere misure aggiuntive di conservazione.

Per la prossima stagione venatoria partirà anche il progetto per la creazione di aree attrezzate dove praticare la caccia a tortore e colombacci. Questi ultimi in aumento esponenziale negli ultimi anni, e che potranno offrire importanti soddisfazioni di carattere venatorio ai soci. Basta organizzarsi. Creare i giusti ambienti, le giuste colture, e soprattutto rispettarne la fruizione venatoria attraverso meccanismi d’accesso controllati. Per non svenare e dissipare le popolazioni che ormai, ci regalano emozioni tutto l’anno.

Da ultimo, ma non certo per importanza, si stanno verificando le condizioni per prendere in gestione ambienti umidi nati come appostamenti fissi di caccia che, a causa del veloce ed inarrestabile invecchiamento e calo della popolazione dei cacciatori, vengono abbandonati, chiusi e riconvertite in terreni agricoli. Sarà una sfida non facile, perché si dovrà trovare il giusto meccanismo, il giusto modello per poter da un lato mantenere l’ambiente e dall’altro poterne sopportare i costi gestionali.
In cambio si avrebbe la conservazione di un patrimonio ambientale e faunistico destinato a scomparire e, magari, anche la possibilità di una fruizione venatoria, magari basaste su modalità di fruizione consapevole di nuova generazione. Chissà?

Questi sono alcuni dei progetti sui quali l’ATC MO1 si sta spendendo, senza per questo farsi mancare nulla nei confronti della selvaggina stanziale, anzi, non si e mai investito tanto come si farà quest’anno su lepri e fagiani, ma cercando nel contempo di far emergere le potenzialità di un territorio e di un settore faunistico sul quale pochi investono.

ATC MO1

Fonte Anatidi.it

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