Peste Suina Africana, un caso a Reggio Calabria
Con un possibile focolaio attivo nel sud Italia, l'emergenza della PSA rischia di diventare un problema nazionale.
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Ieri l’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno ha reso noto il ritrovamento di un cinghiale morto e risultato infetto da Peste Suina Africana nelle zone limitrofe a Reggio Calabria. Le informazioni a riguardo sono ancora poche, ma i servizi sanitari locali hanno già riferito di altri cinghiali ritrovati morti che in queste ore sono oggetto di analisi per la ricerca del virus.
PSA, un problema che rischia di diventare nazionale
Con la possibilità di un nuovo focolaio in Calabria, dopo quelli già attivi in Sardegna, Piemonte, Liguria e Lazio, l’emergenza Peste Suina Africana rischia di diventare sempre più un problema di livello nazionale.
Se in Sardegna dopo decenni di convivenza con il virus (una forma meno aggressiva rispetto a quella che negli ultimi anni sta circolando in Europa) sembra che il piano di eradicazione sia finalmente riuscito a porre un freno all’avanzare della malattia, in Piemonte e Liguria le misure messe in atto per fronteggiare il focolaio attivo da inizio 2022 sono state per ora insufficienti ed inefficaci, tant’è che la zona infetta continua a crescere e il numero di contagi ad aumentare (l’ultimo bollettino del 4 maggio riporta 669 casi di positività). Nel Lazio, invece, il focolaio scoppiato a maggio 2022 a Roma nella Riserva dell’Insughereta sembra ormai fortunatamente spento, ma ci vorrà ancora qualche mese per averne l’ufficialità.
“Al lavoro per contenere il contagio”
C’è quindi allarme per la possibile comparsa di un nuovo focolaio attivo anche in Calabria. Il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico del Mezzogiorno, Antonio Limone, ha dichiarato: “La Regione Calabria, i tecnici dell’Istituto e la struttura commissariale nazionale, sono già a lavoro per contenere la malattia ed evitare che si diffonda”.