Pulizia ordinaria del fucile da caccia: cosa fare dopo ogni utilizzo
Sono poche, utilissime e velocissime. Vediamo assieme le operazioni da fare davvero ogni volta che si è utilizzato il fucile
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“Non lasciate mai tramontare il Sole sulle canne sporche!”
Con questa massima storicamente si fa monito di aver cura del proprio fucile ogni volta che si esce a caccia. Sentiamo parlare, o leggiamo, sempre più spesso dell’importanza che ha mantenere in ordine e puliti i nostri fucili, ma in alcuni casi si fa un po’ di confusione tra ciò che è veramente necessario e ciò che invece è sufficiente curare una o due volte all’anno.
Se la regola antica di non far mai tramontare il Sole sulle canne sporche rimane un buon punto di riferimento, oggi grazie all’evoluzione dei materiali, delle tecnologie impiegate nella costruzione di armi e delle munizioni ci è permesso prendere qualche libertà in più. E’ impensabile che ogni cacciatore, tornando stanco da una lunga giornata con i cani, in battuta o in appostamento, abbia la possibilità di dedicare molto tempo e molti strumenti alla pulizia delle proprie armi. Se siamo onesti con noi stessi sappiamo che spesso le cose vanno così.
Distinguiamo bene allora due categorie d’intervento: pulizia ordinaria e pulizia straordinaria. In questo articolo vedremo quel tipo di operazioni da fare davvero ogni volta che si è utilizzato il fucile, che sia per andare a caccia ma anche al tiro a volo o dopo averlo portato per qualche aggiustamento in armeria. Sono poche, utilissime e velocissime.
Pulizia Ordinaria, 2 fattori da considerare
Anzitutto due sono i fattori da considerare: se abbiamo sparato almeno un colpo e se abbiamo incontrato una giornata umida, caratterizzata da pioggia ma anche da semplice rugiada o nebbia.
Se non abbiamo sparato e la giornata è stata limpida e asciutta, sostanzialmente l’unica minaccia all’integrità della nostra arma può essere portata dalla polvere e dal contatto delle mani (il sudore che contiene acqua, ioni e acidi può costituire una vera e propria minaccia!). Ma insomma non c’è da adoperarsi in niente di più che utilizzare un panno inumidito con olio protettivo per armi e passarlo sulle parti esposte prima di riporlo.
Casomai, per chi ha la possibilità, un soffio di compressore possibilmente orientato verso l’esterno del fucile, può rimuovere qualche residuo dai punti più difficili. Occhio però a non orientare il getto d’aria verso l’esterno, potreste spingere questi residui nella meccanica del fucile.
Cosa fare se abbiamo sparato o incontrato umidità
Se invece abbiamo sparato almeno un colpo o incontrato molta umidità, ecco che si rende necessario intervenire anche sull’interno delle canne e del blocco. Anche qui il compressore sarebbe ideale per spingere via gocce d’acqua e residui di piombo e altri elementi dovuti allo sparo.
Se non si ha il compressore è comunque utile passare delicatamente un panno morbido e assorbente (in commercio se ne trovano a prezzi molto contenuti) su tutti i componenti, rimuovendo il sistema otturatore nei semiautomatici, e staccando la bascula dalle canne e dall’astina per quanto riguarda sovrapposti e doppiette. Si possono lasciare anche gli elementi così divisi per qualche ora, magari distesi su un banco da lavoro o su una scrivania all’asciutto. Quando siamo certi di aver rimosso polveri e soprattutto umidità, passiamo un sottile strato di olio protettivo su tutti gli elementi, interno canne compreso e rimontiamo il fucile.
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Un’accortezza in caso di giornate umide: prima di riporre il fucile dentro la fodera per portarlo a casa, sarebbe di una semplicità ma anche di un’utilità estrema passarlo prima con una salvietta monouso Ballistol, cioè un fazzoletto usa e getta imbevuto di olio per armi. Il processo di ossidazione inizia subito in condizioni di umidità, così come la formazione di funghi sulla calciatura, con questa semplice operazione torniamo a casa sicuri di aver già agito ad una primaria e fondamentale manutenzione.
Altri accorgimenti oltre alla pulizia
Oltre alla pulizia dopo ogni utilizzo vi suggerisco alcune indicazioni pratiche che possono essere utilissime per prendersi cura del proprio fucile in ogni circostanza e per farlo rimanere come nuovo per molti anni.
- Se maneggiate il fucile magari per modificare la piega del calcio, aggiustare le mire, cambiare gli strozzatori e così via, abbiate cura di farlo sempre attraverso uno strappo di tessuto fine, pulitissimo, leggermente inumidito di olio protettivo per armi. Basterà passarlo una volta prima di rimetterlo in fuciliera su tutte le superfici venute in contatto con i polpastrelli per preservarlo dalla corrosione e da spiacevoli aloni.
- Trasportando in auto il fucile assicuratevi sempre che la fodera in cui lo riponete non sia umida o sporca, e che appoggiandolo a terra magari in capanno, o al bar, o in attesa della battuta al cinghiale, non rischi di raccogliere acqua, fango o polvere. Altrimenti potrebbe diventare il luogo ideale per la formazione di muffe, funghi, corrosione e alla lunga ruggine e malfunzionamenti.
- E’ da evitare il più possibile di far scattare il sistema di percussione dell’arma a vuoto. Se utilizzando l’armamento controllato dell’otturatore e la chiave di apertura per sovrapposti e doppiette non riuscite a evitare lo sgancio dei percussori, il modo più semplice e corretto di ovviare a questo stress controproducente è l’uso, tra l’altro a buon mercato, dei salva percussori.
Concludendo
Grazie alle speciali legature di acciai utilizzate nella maggior parte delle armi moderne, alla cromatura interna, e, sopra ogni altro fattore, all’abbandono di cariche e inneschi corrosivi come il fulminato di mercurio, oggi l’attenzione richiesta per salvaguardare l’integrità dei fucili è davvero ridotta.
Sono operazioni molto semplici che anche nei casi più complicati, dedicandoci non più di venti minuti, fanno la differenza senza richiedere smontaggi difficili o molte attrezzature anche al cacciatore stanco o semplicemente inesperto.