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Ricorsi in 9 regioni, 6 preaperture sospese, si salvano solo le Marche: a quando la modifica della 157/92?

Nelle ultime settimane abbiamo assistito ai soliti ricorsi, alle solite sospensioni e alla solita vergognosa incertezza normativa con cui i cacciatori fanno i conti ormai da troppi anni. Quanto ancora dobbiamo aspettare perché questo Governo "filovenatorio" (per ora solo teoricamente!) batta un colpo?

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Anche quest’anno nonostante la modifica all’articolo 18 della 157/92, che ha introdotto il nuovo parere del CTFVN e accorciato i tempi di discussione dei ricorsi in caso di sospensione cautelare, a fine agosto sono arrivati puntali i soliti ricorsi animalisti e le solite amputazioni ai calendari venatori. Il conteggio è impietoso: sono stati presentati ricorsi in 9 regioni; di queste, in 6 è stata sospesa parzialmente o in toto la preapertura e in altre 2 si attende ancora il giudizio del TAR; soltanto nelle Marche è arrivato l’ok dei giudici che hanno legittimato (per ora) tutte le scelte regionali. E il conteggio poteva essere anche più pesante se alcune regioni non avessero scelto autonomamente di castrare la preapertura (vedi Lazio, Toscana e Molise).

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Il ritardo cronico nell’approvazione dei calendari

Come sempre molte regioni ci hanno messo del loro approvando i calendari con colpevole ritardo, prestando così il fianco alle richieste di sospensione cautelare. Sono ben 9 le regioni in cui il calendario non è stato approvato prima della fine di luglio/inizio di agosto: Umbria 27 luglio; Toscana 29 luglio; Campania 31 luglio; Puglia 31 luglio; Basilicata 3 agosto; Abruzzo 7 agosto; Calabria 7 agosto; Molise 8 agosto; Sardegna 29 agosto;

Probabilmente questi amministratori regionali non hanno ancora capito il giochetto delle misure cautelari che alle associazioni animaliste piace tanto riproporre di anno in anno e probabilmente neanche hanno afferrato il senso della modifica all’articolo 18 che rendere obbligatorio per i giudici dei TAR in caso di sospensione cautelare esprimersi entro 30 gg dalla data della sospensione; o forse, più semplicemente, a questi amministratori importa poco o nulla della caccia e dei cacciatori. E pensare che basterebbe approvare i calendari a marzo per togliersi gran parte dei problemi!

Fatto sta che in molte delle regioni in cui è stato prestato il fianco gli animalisti hanno affondato il colpo (vedi Campania, Basilicata, Calabria, Sardegna).

Il pasticcio del MASE con la Tortora

Come se non bastasse, quest’anno a complicare la situazione ci si è messo anche il MASE che con la tortora ha creato più problemi di quanti ne abbia risolti, assumendo una posizione poco chiara e non definitiva sulla questione.

Sintetizziamo: prima ha chiesto alle regioni di sospenderne temporaneamente il prelievo (su invito della Commissione Europea che ha notato come la popolazione continui a diminuire nonostante i prelievi nelle ultime tre stagioni siano stati ridotti all’osso in tutta Europa, parliamo di 200 mila capi su una popolazione invernale di 9 milioni di individui – dati FACE – su questo argomento di torno, promesso!); poi ha rettificato in modo sibillino la sua posizione (probabilmente tirato per la giacchetta da qualche politico che si è ricordato di essere in un Governo teoricamente filovenatorio) aprendo alla possibilità di autorizzare un prelievo ridotto purché in presenza di “opere di ripristino degli habitat” atte a favorire il ripopolamento della specie. Come se il MASE non sapesse come sta la specie in Italia e quali regioni stanno attuando il piano di gestione nazionale e quali no.

Puntualizziamo: il MASE è lo stesso ente che nel 2021 ha varato (insieme a ISPRA) il Piano di gestione nazionale della Tortora selvatica ed è lo stesso ente (sempre insieme a ISPRA) a cui le regioni annualmente devono notificare tutte le azioni di gestione messe in atto, comprese le opere di ripristino degli habitat, censimenti e abbattimenti. In sintesi, il MASE dovrebbe conoscere esattamente lo status della tortora in Italia e lo stato di attuazione del Piano di gestione, regione per regione. E sulla base di queste informazioni dovrebbe avere il coraggio “politico” di esprimersi sulla cacciabilità della specie, eventualmente elencando le regioni che possono autorizzare il prelievo perchè virtuose nel seguire il piano di gestione e quelle con non possono farlo. Ma come spesso accade in politica, la paura di scontentare qualcuno è più forte della voglia di fare la scelta migliore.

Fatto sta che in questo dietro front di indicazione gli animalisti ci sono andati e nozze e la preapertura alla tortora è saltata quasi ovunque sia stata autorizzata. In Veneto, Campania, Umbria, Calabria, Basilicata e Molise il TAR l’ha bloccata e in Sardegna è stata sospesa la seconda giornata. Solo in 3 regioni la tortora si è cacciata regolarmente, in Puglia e in Sicilia, dove non sono stati presentati ricorsi, e nelle Marche, unica regione in cui i giudici hanno dato l’ok alla preapertura. Tutte le altre amministrazioni regionali non ci hanno neanche provato ad autorizzare il prelievo.

Nove calendari venatori sotto ricorso

Come anticipavo in ben 9 regioni i calendari venatori sono sotto ricorso. Di seguito vediamo la situazione regione per regione.

1. Veneto, niente preapertura alla Tortora

In Veneto la solita lunga lista di associazioni animaliste ha chiesto la sospensione di svariate parti del calendario venatorio, tra cui preapertura, apertura al 15 settembre, giornate integrative e date di chiusura (qui potete leggere il testo integrale del ricorso). Per ora il TAR si è espresso in sede cautelare solo sulla preapertura, sospendendo le due giornate di caccia alla tortora. La regione aveva autorizzato il prelievo di 405 capi (carniere ridotto del 50% rispetto allo scorso anno) ma il TAR ha evidenziato che “nonostante il MASE, nella nota del 17 maggio 2024, avesse ricercato una mediazione, contemplando la possibilità di attuare una “formula mista”, prevedendo non la sospensione per l’anno 2024/25, ma solo la “riduzione” del prelievo venatorio, ma con contestuali interventi per garantire il ripopolamento della specie, la decisione della Regione si rivela incoerente con i dati tecnici aggiornati e rilevati dagli organi titolati all’esame della conservazione della specie valutata a rischio […] il MASE aveva precisato alle Regioni che la sola riduzione del prelievo non era ipotesi percorribile”. Restano consentite le due giornate di preapertura per corvidi e colombaccio. La discussione del ricorso è fissata per il 19 settembre. Qui trovate il testo dell’ordinanza cautelare.

2. Umbria, sospesa l’unica giornata di preapertura

Decisione analoga a quella dei giudici veneti è stata presa anche dal TAR dell’Umbria che il 27 agosto ha sospeso l’unica giornata di preapertura prevista dal calendario venatorio. La regione aveva autorizzato un solo giorno di preapertura con la possibilità di cacciare esclusivamente la Tortora (5 capi giornalieri, carniere regionale di 2971 capi). I motivi della sospensione sono sostanzialmente gli stessi dell’ordinanza veneta. Nel ricorso sono contestate anche le date di chiusura (30 gennaio per acquatici, turdidi e beccaccia). La discussione collegiale è fissata per il 24 settembre. Qui il testo integrale del decreto cautelare del TAR.

3. Basilicata, preapertura alla tortora sospesa a poche ore dall’inizio

In Basilicata la sospensione cautelare per la tortora è arrivata addirittura il 31 agosto, a poche ore dall’inizio della preapertura che era stata autorizzata per i giorni 1, 4 e 8 settembre (con carnieri di 5 capi giornalieri, 15 annui e 350 totali in regione). Qui il giudice non ha sprecato molte parole per spiegare i motivi della sospensione e ha seguito l’iter che abbiamo già visto applicato molte altre volte: ricorso presentato il 30 agosto; il 1° settembre con la preapertura si potrebbe creare un danno irreversibile; i TAR di Veneto e Umbria hanno già dato la sospensione per motivi analoghi, sospendo anch’io e ne riparliamo il 25 settembre, primo giorno utile per la camera di consiglio. In quella sede si discuterà anche delle date di chiusura (19 gennaio per gli acquatici e 30 gennaio per Beccaccia e turdidi), altro punto del calendario contestato nel ricorso. Restano autorizzate le giornate di preapertura per le altre specie: 1, 4, 7, 8 e 11 settembre si potranno cacciare colombaccio, ghiandaia, gazza e cornacchia grigia. Qui il testo integrale del decreto cautelare del TAR.

4. Calabria, anche qui sospensione arrivata il 31 agosto

Anche in Calabria la sospensione è arrivata a poche ore dall’inizio della preapertura: il 31 agosto il TAR di Catanzaro ha sospeso in via cautelare l’unica giornata di caccia alla Tortora concessa dalla regione (il 1° settembre con carniere 5 capi giornalieri e 1000 capi totali in regione). Anche in questo caso la motivazione è stringata, “preminente l’interesse alla tutela della fauna selvatica”. La trattazione collegiale del ricorso è fissata per il 2 ottobre, quando si discuterà anche sulla data di chiusura della caccia a Tordi e Cesena (per ora prevista per il 30 gennaio). Qui il testo integrale del decreto cautelare del TAR. Restano consentite le altre giornate di preapertura: 7, 8, 11, 12 e 14 settembre si potranno cacciare Colombaccio, Gazza, Cornacchia grigia e Ghiandaia e l’11 e 12 settembre anche la quaglia.

5. Sardegna, sospesa la seconda giornata di preapertura alla tortora

In Sardegna il calendario venatorio è stato approvato addirittura il 29 agosto, probabilmente nel tentativo di evitare sospensioni cautelari riducendo al minimo il tempo utile per le associazioni animaliste per presentare ricorso prima dello svolgimento della preapertura, che era prevista per due giornate, 1 e 5 settembre, per tortora, colombaccio, ghiandaia, cornacchia grigia e gazza. La prima giornata si è svolta regolarmente, poi è arrivato tempestivo il solito ricorso e il TAR ha sospeso la seconda giornata di caccia alla tortora. La motivazione è sempre la stessa che abbiamo già visto per altre regioni. La trattazione del ricorso è prevista per il 25 settembre, giorno in cui si discuterà anche delle date di chiusura per gallinella d’acqua e germano reale. Qui potete leggere il testo integrale del decreto. Resta consentita la seconda giornata di preapertura per colombaccio, ghiandaia, cornacchia grigia e gazza.

6. Campania, per il quarto anno consecutivo niente preapertura e apertura posticipata

In Campania è arrivata la sospensione più pesante vista fino ad ora. Qui il TAR ha sospeso integralmente la preapertura (che era prevista per Cornacchia, Gazza ladra, Ghiandaia e Colombaccio nei giorni 1-4-7-8-11 settembre) e anche l’apertura al 15 settembre per Quaglia, Fagiano, Porciglione e Colombaccio. È ormai il quarto anno consecutivo che in Campania la preapertura viene bloccata. Il motivo è il solito che abbiamo letto più e più volte: la regione si è discostata dal parere ISPRA (e da quello del CTFVN) senza fornire una motivazione che a una prima sommaria analisi possa essere ritenuta adeguata dai giudici. L’udienza in sede collegiale non potrà svolgersi prima del 24 settembre, così il TAR ha deciso di sospendere in via cautelare tutto quello che può creare danno (ciò che si discostano dal parere ISPRA) fino alla data dell’udienza. Anche in questo caso i punti del calendario venatorio messi in discussione nel ricorso sono molteplici, oltre a preapertura e apertura al 15 settembre, gli animalisti contestano anche la caccia nei siti Natura 2000 autorizzata senza la valutazione d’incidenza ambientale e tutte le date di chiusura (Turdidi, Beccaccia, Anatidi e Rallidi).

7. Marche, restano sempre la regione da prendere come esempio

Ancora una volta le Marche, la regione con il miglior calendario venatorio d’Italia è da prendere come esempio, ad oggi è l’unica in cui il TAR ha legittimato pienamente la preapertura 2024, Tortora compresa. Qui il calendario è stato sapientemente approvato per tempo (il 24 maggio), autorizzando la preapertura più ampia di tutte (6 specie – Tortora, Alzavola, Germano reale, Marzaiola, Colombaccio e Quaglia – cacciabili in 6 diverse giornate a seconda della specie). Come sempre gli animalisti ci hanno provato a presentare ricorso chiedendo la sospensione cautelare della preapertura, ma il giudice l’ha respinta in toto, anche grazie alle sentenze positive già espresse nelle passate stagioni. E’ interessante leggere la motivazione fornita dal giudice sulla Tortora, che lascia intendere come la regione abbia lavorato bene nell’applicare il piano di gestione nazionale della specie: “tenuto conto delle esigenze rappresentate nelle more dal Mase e della raccomandazione anche rispetto alla Fly-way orientale della Task Force europea svoltasi nelle more dell’approvazione del Calendario venatorio, attuando un prelievo c.d. “adattativo” della Tortora Selvatica che, ad un accertamento prima facie, appare coerente con le disposizioni di cui al punto 2.2. del Piano di gestone nazionale, anche in ragione delle misure di mitigazione e miglioramento degli impatti ambientali poste in essere a livello locale. Qui trovate il testo integrale del decreto del TAR.

8 e 9. Ricorsi anche in Lombardia ed Emilia-Romagna

In altre due regioni, invece, c’è ancora da attendere. Le associazioni animaliste, infatti, hanno già annunciato di aver presentato ricorso anche contro i calendari venatori di Lombardia ed Emilia-Romagna. In entrambe è a rischio l’apertura generale fissata al 15 settembre. Si attendono sviluppi.

Quanto ancora dobbiamo aspettare per una modifica seria della 157/92?

Insomma, credo che sia ormai evidente a tutti che l’iter di approvazione dei calendari venatori previsto dalla 157/92 vada modificato, almeno per ridare certezza di diritto a tutti i cacciatori italiani che da anni si vedono modificare, letteralmente, dalla sera alla mattina le regole da rispettare. E’ inutile sottolineare che tutto ciò espone migliaia di cacciatori alla possibilità di sanzioni anche penali a causa di norma modificate dai TAR a poche ore dall’apertura.

Noi cacciatori continuiamo ad attendere fiduciosi che questo Governo “filovenatorio” , come lo ha definito qualche associazione animalista, si interessi finalmente alla questione. Anche se a giudicare dagli sviluppi politici degli ultimi mesi, a partire dalla cattiva gestione del bando del piombo fino ad arrivare all’affossamento degli emendamenti Bruzzone al Decreto Agricoltura, a me vien da dire che per ora questo Governo si è dimostrato “filovenatorio” solo in teoria.

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Mirco Costa Quackers Italia CPA Emilia Romagna
Member

Uhm..correggo, salva la preapertura anche in Emilia Romagna

Giorgio
Giorgio
2 mesi fa

Governo di senza palle

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