Sardegna, posticipata al 31 gennaio la chiusura della caccia a Turdidi e Acquatici
Per la Regione i dati dei KC 2021 non sono attendibili e così ha scelto di discostarsi dal parere ISPRA basando le sue scelte sulle più recenti evidenze scientifiche.
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Anche la Sardegna ha posticipato la chiusura della caccia a varie specie: Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena, Germano reale, Alzavola, Codone, Marzaiola, Moriglione, Canapiglia, Fischione, Mestolone, Beccaccino, Gallinella d’acqua, Frullino, Porciglione e Folaga potranno essere cacciati fino al 31 gennaio, a eccezione dei siti Natura 2000 dove la chiusura della caccia resta fissata all’11 gennaio per i turdidi e al 21 gennaio per le specie acquatiche.
Per la regione i dati dei KC 2021 non sono attendibili
Come già fatto dalla Basilicata, quindi, anche la Sardegna ha scelto di discostarsi dalle indicazioni fornite nel parere ISPRA, riportando una lunga serie di motivazioni tecnico-scientifiche in cui si evidenza come, durante il processo di revisione dei KC 2021, ISPRA e l’allora MITE (Ministero dell’Ambiente) non abbiano seguito le indicazioni fornite dalla Commissione europea.
In particolare, non avrebbero rispettato il criterio di concertazione e di condivisione dei dati presentati (Ministero dell’agricoltura, Regioni e Associazioni venatorie non essendo d’accordo sui dati avevano chiesto una proroga dei tempi di presentazione al fine di valutare l’inserimento anche dei più recenti lavori scientifici, proroga non concessa dal MITE) e non avrebbero rispettato la scala di priorità dei riferimenti scientifici da utilizzare indicata dalla stessa Commissione (secondo cui vanno utilizzati prima i dati delle pubblicazioni scientifiche più recenti, poi i dati della Citizen science e in ultimo i dati dei rapporti non pubblicati – ISPRA avrebbe inspiegabilmente ignorato i dati dei lavori scientifici più recenti e basata le sue scelte quasi esclusivamente su rapporti interni non pubblicati).
Per questo, secondo la regione i Key Concept Documents 2021, su cui ISPRA basa i pareri sui calendari venatori, non sarebbero documenti attendibili. Da qui la decisione di discostarsi dal parere dell’Istituto basando la scelta delle date di chiusura su una lunga serie di evidenze scientifiche, tra cui quelle emerse da alcuni studi condotti con la tecnica della telemetria satellitare e dai dati della Citizen Science.
A questo link trovate il testo integrale della delibera dove leggere tutte le motivazioni tecnico-scientifiche fornite dalla regione Sardegna.
Ispra . Pseudo ricercatori con ricerche e dati basati sul sentito dire…… magai a un convegno 5 stelle o PD. Di certo solo lauti stipendi pagati anche da noi cacciatori.
ISPRA. Un covo di anti-caccia. Tanta ideologia e poca scienza.
bene è ora che tutte le regioni seguano l’esempio di Sardegna e Basilicata!
I tempi sono cambiati e i territori.Le specie devono trovare da mangiare nei luoghi dove noi esseri umani,studiandoli,abbiamo potuto riservare rifugi x loro.Cmq resta il fatto che anticipare le chiusure,x me essendo cacciatore campano e solamente una discriminazione x chi non capisce la vera passione della caccia.Che senso ha,che i nostri nonni hanno scoperto i luoghi preferiti dove cacciarli e il primo che si sveglia,mette un regolamento e poi deve spostarsi all’estero o in altre regioni…..pagare ed essere penalizzato.X carita’….facciamo le cose di una volta,che chi può va’ a caccia,con la prescritta licenza e dove vuole andare,andasse…ovvio che abbia i soldi.E basta fare i magna magna.Che nessuno e fess,se poi uno lo vuole fare….lo faccia.