Storie di attesa, di licenze di caccia, di ciarlatani, di ex natura e di rimpianti
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Anno 2024, siamo a 26 licenze, sempre in attesa… 26 licenze aspettando la prossima, convito sempre che sarà la migliore, vuoi per il cane che prenderò, vuoi per le scelte che farò, vuoi per le speranze che l’anno sia quello giusto… 26 anni ad aspettare.
Ho iniziato a cacciare quando ancora le nidiate di fagiani erano scontate e ad agosto, in addestramento, li trovavi negli incolti… e li guardavi… li guardavi quasi male, quasi fossero un problema… un po’ “piccoli” e non “finiti”… e ora… ora li rimpiango e non comprendo a fondo perché oramai sono una chimera.
Ho iniziato a cacciare sull’alto fiume Lambro, “polmone arrugginito” ma sempre polmone. Anatre, gallinelle, beccacce… passate le prime settimane, quando iniziava il passo, il fiume era una certezza, una garanzia di selvaggina… oggi il parco regionale ha messo fine a quei giorni autunnali.
Ho iniziato a cacciare in boschi dove i rovi erano relegati ad aree precise e ostili. Ho il ricordo di aver raccolto le foglie nel bosco per far da lettiera nelle stalle… oggi, oltre ai rovi e a una quantità spaventosa di alberi a terra, si può trovare una specie ai tempi sconosciuta… il ciarlatano di bosco! Lo trovi al margine, che ascolta il picchio che martella i tronchi e guardandoti orgoglioso ti sussurra “picchio rosso maggiore” …bravo!! Poi tu gli spieghi che il bosco forse sarebbe anche da pulire e lui ti parte con un pippone sulle specie che ha incontrato e sulla biodiversità.
Lui, nel suo avanzare, ti apre il taccuino e ti fa la lista: “Minilepre, taccola, corvo, ghiandaia, gazza ladra, volpe, merlo, colombaccio, airone, cormorano, poiana, gheppio, codibugnolo e mi sembra di aver visto anche un fringuello”
Io: “Perfetto bravo… un piccolo appunto, oltre alla minilepre, non autoctona, ti sei accorto che le specie che hai elencato sono per lo più predatori opportunisti? Taccola, gazza, volpe, corvo, cornacchia, in qualche modo ghiandaia, airone, cormorano? Usano le nostre abitudini, i nostri rifiuti, come volano per una pressione insostenibile sulle popolazioni del nostro territorio….“
“Ora, caro il mio ciarlatano, vorrei elencarti le specie che io incontravo a caccia aperta quando il parco ancora non c’era: averla maggiore e minore, sparite, pispola, sparita, ballerina bianca e gialla, quasi sparita, culbianco, sparito, pispolone, sparito, cutrettola, sparita, fanello, sparito, fringuello, in calo, peppola, poche, lucherini, pochi, canapiglie, poche, migliorini, pochi pochi, allodole, sparite, passeri, pochissimi, merli, solo nei giardini, rondini, sparite, balestrucci, spariti, rondoni, spariti…. e potrei andare avanti per ore… e tu mi dirai ‘sei cacciatore, chissà i danni che hai fatto…’ ti informo che la maggior parte di quelle specie sono protette da anni e anni, da prima che io facessi la licenza”.
Ogni anno che passa sono sempre più sfiduciato, il territorio è sempre più in degrado, agricoltura monoculturale (e ci metto la u appositamente per sottolineare l’assenza di cultura agricola), cementificazione e la scelta costante delle amministrazioni di sviluppare percorsi pedonali ben inghiaiati, quando non asfaltati, per permettere a tutti i ciarlatani da salotto di poter andare nei boschi con le “hoka” ai piedi, per non bagnarsi le scarpette.
La stessa gente che critica la nostra passione definendoci assassini, loro sono vegetariani tutta settimana, tranne il weekend, dove uno strappo alla regola lo fanno eccome, al ristorantino con le stelline Michelin. E quando mi incontra, ricomincia come una pentola di fagioli la solita, consueta, morale. E lo fa mentre passa una crocchetta di manzo, o anatra monoproteica, al suo golden retrivier incappottato, che mi guarda supplicante… “portami con te!”
La stessa figura ambigua mi racconta di quanto il suo Francesco, nome del cane, sia innamorato del gatto persiano e che giocano tutto il giorno, quasi a dimostrare che le tradizioni siano un’eresia del passato… Prendo al balzo la situazione e chiedo: “ma cosa mangia il gattone?”
LUI: “Ah, ci tengo alla sua salute! Niente crocchette ultraprocessate, solo pasti umidi… pollo, pesce, manzo, anatra, cose sane!”
Allora mi lascio andare ad un commento, forse inutile, ma non potevo trattenermi: “Scusami, ma sei io sono un assassino, lei è il mandante, sa? Lei è chi ordina di “assassinare” milioni di animali per poter godere del caldino sulle ginocchia del suo pelosetto da 1000€”.
Lui mi guarda stranito: “Eh, ma deve mangiare…”
Io: “….solo lui, giusto? Io devo mangiare solo bietole perché gente come lei me lo impone?”
La sindrome di Walt Disney colpisce duro! Se dovessi mostrare un puzzola che si mangia un coniglio…cosa naturale… oserei sfiorare la blasfemia “buona e giusta”! Immaginate cosa succederebbe!! Fiorellino che si pappa Tippete!!! Oddio, oddio… ma nooo!!!!
Ho 26 licenze, sempre cercando qualcosa di meglio, ma l’attesa si trasforma sempre più in rimpianto. Sempre più spesso mi chiedo se ci sarà qualcuno che abbia il coraggio di invertire la rotta, di limitare la subcultura animalista attivista. O se la ricerca facile di consensi, con percorsi nella “ex natura” per abitanti di città, sarà il futuro di una natura soggiogata, di una natura con la N minuscola, una natura da taccuino e libretto delle istruzioni con le scarpe da tennis asciuttissime.
La svenderemo tutta la nostra campagna alla ricerca di una fruibilità per tutti, alla ricerca del facile accesso… del cane senza guinzaglio tutto l’anno, del “il mio è buono non preoccuparti”, del cane che non disturba la selvaggina… tanto ormai non c’è ne sarà più.
Ho 26 licenze, ne avrò 27 e poi 28, 29… ma inizio a rimpiangere.