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Veneto, dalla Regione arriva il “contentino” come in Lombardia

Sabato, domenica e lunedì si potranno cacciare soltanto da appostamento Turdidi, Colombaccio e Corvidi e in forma vagante Lepre, Coniglio selvatico e Volpe.

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Come già successo in Lombardia anche in Veneto, dopo lo stop del TAR che ha sospeso fino al 1° di ottobre la caccia alla maggior parte dell’avifauna, la regione prova a dare ai cacciatori un contentino. Lo fa con due delibere approvate ieri, con cui autorizza la riapertura da subito della caccia (esclusivamente da appostamento) a Tordo sassello, Tordo bottaccio e alla Cesena e fissa i limiti di carniere per Mestolone (18 capi), Marzaiola (18 capi) e Tordo sassello (15 capi giornalieri) per adeguarsi all’ordinanza del TAR.

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C’è poco di cui essere contenti

Ovviamente i cacciatori veneti hanno poco di cui essere contenti: sabato, domenica e lunedì potranno usciranno solo i capannisti, chi caccia Colombacci o Corvidi da appostamento e i lepraioli. Tutti gli altri dovranno stare a casa fino al 1° di ottobre.

Come se non bastasse sui tavoli regionali restano diverse questioni irrisolte, dal chiarimento sui tempi di annotazione dei prelievi sul tesserino venatorio, a quello sugli anellini dei richiami vivi, fino a quello sulle modifiche di sito attuabili negli appostamenti fissi. Tutte questioni che si spera la regione possa risolvere a breve.

Le dichiarazioni dell’assessore Corazzari

Nonostante queste l’assessore Corazzari ha usato toni trionfalistici per annunciare i provvedimenti: “La Regione del Veneto ha voluto dare risposte concrete al mondo venatorio – dice l’assessore – risolvendo un’impasse che l’ordinanza del Tar aveva determinato, coniugando il principio di precauzione con le legittime aspettative del mondo venatorio”.

L’assessore non ha risparmiato accuse agli organizzatori della manifestazione che si è svolta oggi sotto al palazzo della regione: “Certi rappresentanti del mondo venatorio, anziché fomentare i cacciatori contro gli uffici regionali, impegnati da tempo in un lungo e approfondito lavoro istruttorio per dare forma a un calendario equilibrato, rispettoso dell’ambiente, delle normative europee e nazionali, dovrebbero evitare proteste strumentali che arrecano solo danno a un’Istituzione da sempre vicina ai cacciatori“.

Per Corazzari la colpa resta del Governo, “come ho più volte avuto modo di ribadire, anche a livello di conferenza Stato Regioni, il vero problema sta a monte nel rapporto tra Ispra e la regione. È una questione che solo a livello governativo potrà essere risolta”.

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