Habitat e distribuzione del cinghiale
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Il cinghiale è da sempre una delle specie più apprezzate a livello venatorio, sia per la bontà delle sue carni sia per l’impegno che richiede la sua cattura. E proprio la pressione venatoria ha da sempre influenzato la diffusione di questa specie, vediamo come.
Anche in Italia a inizio ‘900 il cinghiale non era molto numeroso: vi era una popolazione ridotta nel meridione ed era praticamente scomparso nel nord Italia. Dal secondo dopoguerra in poi si calcola che la popolazione italiana di cinghiali si sia quintuplicata, anche a seguito di immissioni a scopo venatorio, ed ormai è distribuita, seppure con areale discontinuo, su tutto il territorio, isole comprese.
Habitat
Il cinghiale predilige i boschi di conifere e latifoglie, che producono ghiande di cui va ghiotto, con un fitto sottobosco in cui ripararsi, con ai margini radure e prati in cui pascolare e con buona disponibilità d’acqua. E’ presente dalla pianura fino agli ambienti collinari e montani, e la sua distribuzione è limitata solo dal forte innevamento, non tanto per la bassa temperatura (il cinghiale resiste bene anche a decine di gradi sotto lo zero), ma per la scarsa possibilità di cibarsi su terreni innevati.
E’ comunque una specie estremamente opportunista e si adatta bene ad una grande varietà di ambienti, anche fortemente antropizzati, in cui sia presente una discreta disponibilità di acqua e cibo. Proprio per questo si tratta di una delle specie che causa i maggiori danni alle colture agrarie, principalmente mais, patate, cereali, barbabietole, prati e pascoli.