Marche, il TAR sospende la preapertura per quaglia e anatidi
L'ampia preapertura prevista dal calendario venatorio delle Marche è stata limitata dalle misure cautelari decise dal TAR a seguito del solito ricorso animalista.
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Nelle Marche niente caccia in preapertura per germano reale, alzavola, marzaiola e quaglia. È questa la decisione del tribunale amministrativo regionale presa in sede cautelare a seguito del ricorso contro il calendario venatorio 2022/2023 presentato dalle solite associazioni animaliste.
Resta confermata, invece, la preapertura per Colombaccio e Tortora che potranno essere cacciati con queste modalità:
- Colombaccio nei giorni 1, 3, 4, 7 e 10 settembre dalle ore 5:30 alle ore 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00 e nei giorni 11 e 14 settembre dalle 5:30 alle 12:00
- Tortora nei giorni 1, 3 e 4 settembre dalle ore 5:30 alle ore 12:00 e dalle 15:00 alle 19:00. La specie potrà essere cacciata esclusivamente da chi accederà al sistema gestionale dei prelievi indicato dalla regione. In tutto saranno 6300 i capi prelevabili, con un carniere massimo giornaliero di 5 capi (15 stagionali).
Le motivazioni del TAR
In sostanza, il TAR delle Marche ho sospeso la preapertura della caccia alle specie per cui ISPRA aveva data parere negativo.
È l’ennesima sospensione cautelare di un calendario venatorio, o di parte di esso, che abbiamo visto applicata negli ultimi anni. Il procedimento, che ormai le associazioni animaliste hanno imparato a sfruttare molto bene, è sempre lo stesso: presentano ricorso a ridosso dell’inizio della stagione venatoria (in questo caso il 24 agosto), chiedendo l’applicazione di misure cautelari urgenti per evitare “il pericolo di compromissione del patrimonio faunistico”. Così facendo, il TAR non ha i tempi tecnici per trattare in sede collegiale il ricorso (in questo caso la prima camera di consiglio utile è il 14 settembre) prima dell’inizio della stagione venatoria e se ritiene ci sia una situazione di “estrema gravità ed urgenza” (in materia faunistico-venatoria è ormai considerato tale tutto ciò che si discosta dal parere ISPRA) sospende temporaneamente il calendario, o parte di esso, anche in assenza di contraddittorio.
È evidente che l’unico strumento con cui le Regioni possono difendere le proprie scelte e garantire una sicurezza normativa ai cacciatori è approvare anticipatamente il calendario venatorio. Dal momento dell’approvazione, infatti, ci sono 60 giorni di tempo per presentare ricorso. Se i calendari fossero approvati nei tempi previsti dalla legge, entro il 15 giungo, i ricorsi non potrebbero essere presentati oltre il 14 agosto e probabilmente ci sarebbero i tempi per evitare le sospensioni cautelari.
Prima o poi dovrà finire questa pulcinellata di sospendo non sospendo. Perché di pulcinellata si tratta. Poi questa degli orari: cos’è? Gli lasciano la pausa pranzo con un cessate il fuoco momentaneo? Ma la finissero. Si preoccupassero dei veri problemi ambientali.
Di chi è stata l’ideona della preapertura all’alzavola dopo la siccità ???
Quando il calendario venatorio era legge, questo nn avveniva e ringraziamo il governo dell’epoca per questa “bazza”.
Governo del cavaliere.