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Incidenti di caccia, andamento costante anche nel 2024

Il report annuale dell’Università di Urbino conferma il trend costante del numero di decessi e feriti. Le associazioni venatorie: "L'obbiettivo rimane quello degli zero indicenti".

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Pochi giorni fa l’Università di Urbino ha pubblicato lo studio con il quale, da alcuni anni, analizza l’andamento degli incidenti di caccia, confermando per il 2024 un andamento costante del numero di decessi e feriti.

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Incidenti di caccia, i dati del 2024

L’Università ha sottolineato che il numero dei decessi, filtrato degli episodi legati a malori, cadute o atti intenzionali o illeciti, è aumentato rispetto al 2023 (anno in cui si è toccato il minimo storico) riportandosi in linea con i dati delle stagioni precedenti: si è passati da 18 decessi nel 2017, a 15 nel 2019, a 13 nel 2021, a 11 nel 2022, a 8 nel 2023, a 14 nel 2024 (di cui 8 vittime causate da altri cacciatori, 5 dovute a colpi di fucile della propria arma e uno provocato da animali). Sensibile, invece, il calo del numero di feriti che è passato da 63 nel 2017, a 60 nel 2019, a 54 nel 2021, a 53 nel 2022 e nel 2023, a 34 nel 2024. Da segnalare il fatto che un decesso si è verificato fra i non cacciatori (non succedeva da cinque anni), fra cui si sono registrati anche 9 feriti.

Anche su base stagionale il numero d’incidenti ha mostrato un trend simile: nel periodo che va dal 1° settembre 2024 al 31 gennaio 2025 gli incidenti sono stati 62, un numero maggiore rispetto ai 54 della stagione precedente, ma identico a due stagioni fa e inferiore alla stagione 2021-2022, confermando quindi un trend costante. Le vittime sono state 14, anche in questo caso con un andamento stabile se si esclude la scorsa stagione, quando il numero era stato eccezionalmente basso (5 vittime).

Associazioni venatorie: “L’obbiettivo è ridurre a zero gli incidenti”

“La Cabina di Regia, da sempre attiva nella promozione di una cultura venatoria basata sulla sicurezza, rinnova con questa occasione il suo impegno verso una sempre più attenta attività di prevenzione rivolta al settore, incrementando il numero di corsi e attività formative orientanti a migliorare le condizioni di sicurezza del cacciatore durante le battute. L’obiettivo a tendere, infatti, rimane quello di ridurre a zero il numero di incidenti. Auspica, con l’occasione, che tutti gli attori del comparto facciano la propria parte per raggiungere insieme questo obiettivo, hanno commentato le associazioni venatorie.

La caccia, una delle attività outdoor con meno incidenti

Il report dell’Università di Urbino sfata anche il luogo comune per cui la caccia sarebbe un’attività molto pericolosa. Confrontando, infatti, i dati riportati nello studio sul numero d’incidenti riscontrati nel corso dell’anno durante lo svolgimento di altre attività outdoor, la caccia si conferma come una delle attività con meno incidenti fra quelle praticate all’aperto.

Ad esempio, nel 2024 si sono registrati 119 morti e 305 feriti per l’escursionismo (per lo più dovuti a cadute in dirupi e burroni), 87 morti e 13 feriti per la balneazione (escludendo i malori), gli sport invernali hanno fatto registrare 13 morti e 60 feriti, l’alpinismo/arrampicate 5 vittime e le attività subacquee 30 vittime.

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