Piemonte nomine dei nuovi comitati di ATC/CA: Federcaccia denuncia un grave conflitto d’interesse
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In questi giorni la Regione Piemonte sta riorganizzando la governance del sistema caccia, così come deciso lo scorso settembre dalla Giunta Regionale: i comitati di gestione di ATC e CA passeranno dagli attuali 38 a 22 e il numero dei componenti scenderà da 20 a 10.
Tra le varie nomine proposte per la costituzione dei nuovi Comitati di Gestione, una ha attirato l’attenzione di Federcaccia Piemonte: si tratta di Alfredo Monaco, già Consigliere Regionale, che è stato nominato membro del comitato di gestione che gestirà i comprensori alpini TO1 e TO2 (a seguito di designazione da parte dell’unione dei comuni montani Val Sangone). Secondo Federcaccia, sulla legittimità della nomina del Consigliere Monaco, che negli anni si è distinto per una serie di iniziative contro l’attività venatoria, pesano fortissimi dubbi e un grave conflitto d’interessi, in quanto “si troverebbe nell’insostenibile ruolo contemporaneo di controllato e controllore, essendo l’attività di A.T.C. e C.A. subordinata alle verifiche della regione”.
Per questo FIdC Piemonte ha già presento ricorso alla Giunta Regionale per chiedere l’annullamento della nomina del Consigliere Monaco. Di seguito il comunicato di FIdC sulla vicenda.
Continua il maldestro tentativo della politica d’affossare caccia e cacciatori piemontesi.
Non paghi d’aver costretta Regione Piemonte a schiantarsi contro il muro della legalità, facendole perdere quattro ricorsi su quattro al TAR (ed altri due ormai…in dirittura d’arrivo!), da un po’ di tempo assessore e consiglieri se ne inventano una nuova ogni giorno pur di penalizzarci. Quest’ultima poi è davvero clamorosa, una vera e propria furbata certo degna d’un pessimo modo di far politica, ma stavolta capace pure di coprire di ridicolo l’intero, ed incolpevole, Consiglio Regionale.
Veniamo dunque ai fatti, ed al loro principale protagonista che, come vedremo, è una nostra vecchia conoscenza.
In questi giorni sono in fase di rinnovo i comitati di gestione di A.T.C. (Ambiti Territoriali di Caccia) e C.A. (Comprensori Alpini) piemontesi che, nell’occasione, hanno subita una profonda riforma da parte dell’attuale amministrazione, con la decisione di accorparli ed inserire nuovi criteri per le nomine dei loro membri.
Le nuove assurde regole sembrano costruite appositamente per penalizzare il mondo venatorio, ed in particolar modo Federcaccia Piemonte, vista ormai dall’assessore, e probabilmente anche da qualche suo incauto ed impreparato suggeritore, come il principale nemico dell’amministrazione di Corso Stati Uniti.
In ogni caso sulla vicenda Federcaccia ha già presentato ricorso, che lo stesso TAR ha ritenuto meritevole d’approfondimento fissandone la discussione per il prossimo 11 luglio, tempo relativamente breve vista la consueta lungaggine di tali procedimenti.
Grande sorpresa ha però destato leggere tra i nomi dei membri designati anche quello di un consigliere regionale, candidato come esponente degli enti locali una delle quattro categorie che provvedono alle nomine (le altre sono ovviamente le associazioni venatorie, quelle agricole ed ambientaliste). Non è finita qui, perché pare pure che quest’ultimo abbia l’ambizione di diventarne il presidente, tanto da essersi impegnato a tessere improbabili alleanze per rastrellare i voti necessari all’elezione.
E così i cacciatori dell’accorpando CATO2 e CATO3 (Alta e Bassa Val Susa + Val Sangone) potrebbero trovarsi l’ineffabile Alfredo Monaco, consigliere di Scelta Civica (a proposito: ma…esiste ancora?) nel loro comitato di gestione a disquisire di quote di partecipazione, lanci di selvaggina, calendari venatori, censimenti, piani d’abbattimento, danni agricoli, controllo dei nocivi, bilanci, insomma tutto il gran numero di attività che pesano su chi gestisce ambiti e comparti.
Sulla legittimità della sua nomina pesano fortissimi dubbi, tanto che Federcaccia ha già incaricato il suo legale di opporsi, chiedendone l’annullamento non essendo la regione ente locale e mancando quindi il titolo necessario a designarlo; ma ciò che fa letteralmente… accapponar la pelle, è il gravissimo conflitto d’interessi che incombe sulla sconcertante e tristissima vicenda.
Alfredo Monaco è consigliere regionale e dunque, se confermata la sua nomina lui si troverebbe nell’insostenibile ruolo contemporaneo di controllato e controllore, essendo l’attività di A.T.C. e C.A. subordinata alle verifiche della regione; ma in più giova rammentare le iniziative, sempre tutte decisamente avverse al mondo venatorio, di quest’esuberante politico, capace, beato lui che ci riesce, di saltare con estrema disinvoltura dal centrodestra al centrosinistra in pochi anni.
Dopo qualche iniziale incertezza sulla posizione da mantenere sulla caccia, e il flop della pubblicazione del suo “Il Sovrapposto”, lettera informativa ai cacciatori, quasi dovesse contrapporsi a “La Doppietta”, l’analoga iniziativa d’un collega d’altra parte politica, Alfredo Monaco ha inanellato una sconcertante serie di azioni contro caccia e cacciatori piemontesi. Ricordiamole tutte.
Giugno 2016: interrogazione urgente ed indifferibile per accertare se alla grande e pacifica manifestazione del 10 giugno i cacciatori viaggiarono con mezzi propri o su altri pagati da A.T.C. e C.A. (il consigliere ignora come A.T.C. e C.A. con i soldi dei cacciatori, che sono la gran parte di quelli in cassa, possano fare quello che vogliono, compresi i ricorsi contro la regione!).
Luglio 2016: Alfredo Monaco è uno dei firmatari del “vendicativo” emendamento per la chiusura della caccia a gallo forcello e coturnice, poi ritirato dalla maggioranza (e lui adesso…vorrebbe gestire proprio un comprensorio alpino?).
Febbraio 2017: forse la più bella di tutte, una perla che meriterebbe essere conosciuta da tutti, quando Alfredo Monaco nella sua consueta newsletter s’è fatto bello per la sua attività nel settore caccia, rivendicando alla maggioranza, e dunque anche a sé, i meriti per la chiusura della caccia a tredici specie di volatili (http://alfredomonaco.blogspot.it/…/caccia-tredici-specie-di… ), oltre a presentarsi come relatore di una proposta legge sulla caccia (pdl n.182). Sarà davvero così?
Insomma, non si può proprio dire che Alfredo Monaco e la caccia siano compatibili l’un con l’altro, ma nemmeno indifferenti, oltre a far nascere dubbi sull’insopprimibile suo desiderio d’aiutare i cacciatori ad esercitare la loro legittima (e legale!) passione.
Speriamo ora che altri non seguano la sua strada, anche perché in quel caso potremmo rischiare di vedere l’assessore Ferrero candidato all’interno dell’ A.T.C. astigiano, o il presidente Chiamparino in uno dei comprensori alpini della provincia di Torino.
Sarebbe davvero troppo per noi, e certo anche un’altra terribile botta per l’idea che abbiamo della democrazia.
Verrebbe davvero da piangere, non fosse che stavolta…è molto meglio ridere!
Torino, 17 febbraio 2017