Richiami vivi, divieto di utilizzo per Anseriformi e Caradriformi a causa dell’influenza aviaria
Il Ministero della Salute ha vietato l'utilizzo nelle zone considerate ad alto rischio, dopo i due focolai scoppiati a Ferrare e Verona. A rischio anche i ripopolamenti
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Anche quest’anno si è ripresentato il virus dell’influenza aviaria e come già accaduto nelle passate stagioni è stato sia vietato l’utilizzo dei richiami vivi appartenenti agli ordini degli Anseriformi e Caradriformi, che l’immissione di selvaggina da ripopolamento, in alcune zone definite ad alto rischio.
Due i focolai del virus H5N1 registrati per ora in Italia: uno a bassa patogenicità, confermato il 15 ottobre nella provincia di Ferrara, e uno ad alta patogenicità confermato il 19 ottobre in un allevamento di tacchini in provincia di Verona.
Due episodi che per il Ministero della Salute evidenziano “un chiaro aumento del rischio di introduzione di virus dell’influenza aviaria nella popolazione avicola domestica” e che hanno portato alla riattivazione, con la disposizione ministeriale del 21 ottobre, di tutte le misure per ridurre il rischio di diffusione del virus.
Richiami vivi e ripopolamenti
Tra le varie misure adottate rientrano anche il divieto di utilizzo dei richiami vivi appartenenti agli Ordini degli Anseriformi e Caradriformi e la sospensione dei ripopolamenti di selvaggina da penna.
Sui richiami vivi la nota del Ministero precisa che “gli animali dovranno rimanere presso il luogo di utilizzo o di detenzione e non essere spostati per alcun motivo se non previa autorizzazione e verifica da parte del Servizio veterinario competente per territorio”.
La sospensione dei ripopolamenti, invece, può essere derogata dalle Autorità competenti locali che, come specifica la nota del MSAL, “potranno autorizzare tale pratica dopo un’attenta analisi del rischio con l’individuazione dei territori idonei al rilascio della selvaggina”.
Zone ad alto rischio
Il provvedimento non coinvolge tutto il territorio nazionale ma solo alcune aree definite ad alto rischio A e B, situate per la maggior parte fra Veneto, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte. Di seguito la mappa delle zone Interessate, estratta dal provvedimento del Ministero. Nell’allegato trovate l’elenco completo dei comuni interessati.
Qui il testo delle disposizioni ministeriali.
Visto che ogni qual volta si presenta un problema di aviaria chi ci rimette di più sono sempre i cacciatori ..nella mia zona stanno monitorando i selvatici cacciati e non si è presentato ancora nessun anatide con presenza di virus. Se questo avviene negli allevamenti e solo li…non capisco perché continuano ad impedire l’utilizzo dei richiami vivi che non hanno nessun nesso con quello che accade in posti chiusi e sterilizzati..penso che per noi cacciatori sia la solita presa in giro