Divieto utilizzo richiami vivi: FIDC e ACMA scrivono al Ministero
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Dopo la decisione presa ad inizio settembre dal Ministero della Salute di confermare il divieto d’utilizzo dei richiami vivi appartenenti agli ordini degli Anseriformi e Caradriiformi (a seguito dei numerosi casi d’influenza aviaria registrati in estate), l’Ufficio Avifauna Migratoria di FIdC e ACMA hanno inviato una lettera al Ministero con una richiesta di chiarimenti sulle misure di riduzione del rischio adottate.
In una nota ACMA e FIdC spiegano come il divieto appaia del tutto eccessivo, “sia per l’apparente immotivata estensione a tutto il territorio nazionale (oggetto di una delle richieste di chiarimento), sia per l’evidenza che la trasmissione del virus è avvenuta in periodo di totale non utilizzo dei richiami e a caccia chiusa” e sottolineano che “la vicina Francia, colpita l’anno scorso da un numero altissimo di casi in uccelli selvatici (mentre in Italia furono solo 3), ha già da tempo ripristinato la deroga che consente l’utilizzo”.
“Ancora più incomprensibile – continua la nota – è che il divieto stato imposto in tutta Italia, proprio quando sono state identificate le “zone ad alto rischio”, e questo significa che vi sono intere regioni e aree macroregionali del tutto escluse, ma nelle quali il cacciatore di acquatici è ugualmente penalizzato. Abbiamo inoltre trovato conferma che in Italia non è stato attuato il monitoraggio sugli uccelli selvatici, richiesto dall’Unione Europea, che potrebbe accompagnare la deroga che consente l’uso dei richiami, con i cacciatori pronti a contribuire al progetto”.
“Insomma – conclude la nota – troppe evidenze che dimostrano un’interpretazione molto restrittiva per i cacciatori da parte del Ministero, quando l’Europa permetterebbe la riapertura, sempre con le condizioni di sicurezza cui da anni i cacciatori italiani sono abituati: anelli, registri, dichiarazioni di detenzione e utilizzo e altro ancora. Per questi motivi l’Ufficio avifauna migratoria e l’ACMA hanno inviato una lettera al Ministero e richiesto un incontro urgente presso l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.”
Qui il testo integrale della lettera inviata al Ministero.