Sardegna chiusura lepre e pernice, CPA: “la Regione non discute la causa al TAR”.
La Regione ha deciso di non discutere la causa e quindi di non coltivare ulteriormente la difesa del provvedimento emesso
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Lo scorso 5 Dicembre presso il TAR Sardegna si è tenuta l’Udienza in merito alla sospensione della caccia a lepri e pernici, inizialmente concessa con il Calendario venatorio 2018/2019.
“Sorprendentemente – denuncia il CPA Sardegna –la Regione ha deciso di non discutere la causa e quindi di non coltivare ulteriormente la difesa del provvedimento emesso all’Udienza .Tale scelta crea profonda meraviglia e indignazione giacché denota che la decisione di non seguire il parere ISPRA che autorizzava l’apertura di una mezza giornata a pernice e lepre non aveva altro motivo che quello di danneggiare ulteriormente i Cacciatori Sardi”.
Negato l’accesso agli atti al CPA
Il CPA denuncia, inoltre, di aver presentato lo scorso 12 Ottobre 2018 una formale istanza di accesso agli atti per avere il parere scritto che l’Area legale della Regione inviò all’Assessorato all’Ambiente prima della riunione del CRF del 12/10/18, con il quale si consigliava di non concedere neanche la mezza giornata di caccia a Lepri e Pernici, nonostante il parere positivo dell’Ispra.
A tale richiesta però la Regione aveva risposto con formale diniego motivato “dall’impossibilità a fornire l’atto poiché indispensabile per definire una strategia di un contenzioso in atto”.
“Fiduciosi sulla veridicità delle affermazioni fatte, e quindi di una intenzione della Regione Sardegna di difendere il calendario venatorio emesso – sottolinea Il CPA – abbiamo atteso pazientemente il 5 Dicembre, data in cui si è tenuta l’Udienza citata in oggetto”. Ora, prosegue il CPA “è evidente che tale diniego dell’apertura della caccia alla nobile stanziale non aveva certo la finalità di preservare la “strategia” difensiva innanzi al TAR“.
Spesi oltre 95 mila € per i censimenti
“Il tutto – ricorda il CPA – senza dimenticare che per effettuare i monitoraggi sono stati spesi soldi pubblici per un ammontare di 95.000,00 euro. Denaro pubblico del quale i responsabili dovranno renderne conto nelle
sedi opportune”.
“La palese avversione all’attività venatoria degli Uffici dell’Assessorato – conclude il CPA – non deve passare inosservata siamo convinti che alle prossime elezioni regionali i responsabili della scelta politica risponderanno e pagheranno per l’inadeguatezza manifestata e per l’ennesima decisione che calpesta i diritti di tutti i cacciatori sardi e delle attività commerciali del settore”.