Tortora, raggiunto l’accordo in Conferenza Stato-Regioni
Regioni e Province autonome hanno dato il proprio parere favorevole all'approvazione del Piano nazionale di gestione della Tortora a patto che venga prevista la possibilità di cacciarla in preapertura per 3 giornate
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Il rischio di sospensione del prelievo della Tortora selvatica sembra essere scongiurato. Lo scorso venerdì, infatti, la Conferenza Stato-Regioni ha raggiunto un’intesa sulla proposta di prelievo da presentare a ISPRA e Ministero della Transizione Ecologica (MITE) per arrivare all’approvazione definitiva del Piano nazionale di gestione della specie.
Poco più di un mesa fa il MITE aveva avvertito le Regioni che se non avessero raggiunto un accordo in sede tecnica non si sarebbe potuto approvare il Piano e in assenza di questo, secondo quanto previsto dalle normative europee, una moratoria del prelievo della tortora per la stagione venatoria 2021/2022 sarebbe stato inevitabile.
Accordo raggiunto, ora si attende l’approvazione del Piano
Dopo questo avvertimento e dopo un intenso lavoro di mediazione, accompagnato dal giusto pressing delle associazioni venatorie, nella seduta del 23 aprile le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno raggiunto l’unanimità sulla proposta presentata dall’Assessore all’Ambiente della Regione Sardegna, Gianni Lampis.
Convergendo su questa proposta, la Commissione Ambiente della Conferenza Stato-Regioni ha dato il proprio parere favorevole all’approvazione del Piano di gestionale nazionale della Tortora selvatica, “esclusivamente a condizione che venga prevista la possibilità di esercitare il prelievo della specie in preapertura per un massimo di 3 giornate (con carniere giornaliere di 5 e stagionale di 15 capi)”.
Ora la palla passerà al MITE e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che se reputeranno accettabile la proposta di prelievo presentata dalle Regioni potranno inserirla nel Piano di gestione nazionale della specie e approvarlo in via definitiva.
Le associazioni animaliste promettono ricorsi
Si spera che l’approvazione definitiva possa arrivare in tempi utili per la stesura dei nuovi calendari venatori, perché le associazioni animaliste hanno già promesso di portare la questione in sede legale.
In un comunicato firmato da Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-BirdLife Italia, WWF Italia, pubblicato lo scorso venerdì e come al solito rilanciato senza approfondimento da molte testate online, si legge: “La decisione assunta dalle Regioni nulla cambia tuttavia rispetto alla Proposta del Piano come elaborato da Ispra e alla posizione del ministero della Transizione ecologica, che non possono cambiare una posizione già assunta ufficialmente, alla luce di valutazioni scientifiche e oggettive che certificano il grave stato di condizione della specie nonché dei dettati normativi e regolamentari vigenti a livello italiano ed europeo. Quanto accaduto oggi ha pertanto semplicemente l’effetto di impedire la definizione e dunque l’attuazione a breve del Piano di tutela. Ciò significa che, in assenza del necessario Piano, la caccia alla tortora selvatica è vietata, tanto in preapertura della stagione venatoria quanto in apertura ordinaria. Provvederemo al più presto a diffidare le regioni dal procedere con l’inclusione della specie nell’elenco delle specie cacciabili e saremo pronti ad adottare ogni misura, sia sul versante politico/istituzionale, sia su quello legale e giudiziario”.
In realtà, ne l’ISPRA né il MITE hanno assunto una posizione ufficiale, proprio perché per ora si tratta di una Proposta di Piano che essendo ancora in fase di revisione può essere modificato fino ad approvazione avvenuta.
Va anche ricordato che l’obbiettivo primario del Piano di gestione non è consentire la caccia alla Tortora ma salvaguardare la specie attraverso una serie di misure (come il ripristino e la conservazione degli habitat) in grado di rallentarne e invertirne la tendenza al declino. In questo contesto la caccia si inserisce come un prelievo che deve essere sostenibile, operato dai principali portatori d’interesse verso questa specie, e utile a mantenere elevata l’attenzione e a monitorare lo stato di salute della Tortora. Tutti interessi che dovrebbero essere comuni anche alle associazioni animaliste.
Mi domando ma quanto tempo occorre per la stesura del calendario venatorio? siamo già a maggio……se questi signori responsabili fossero impiegati a dirigere un’azienda commerciale, verrebbero licenziati su due piedi…..se continuassero manderebbero l’azienda in fallimento.
Nella speranza che almeno abbiano la volontà di estendere un calendario rispondente a più giuste e determinate esigenze dei cacciatori. per esempio: apertura SETTEMBRE chiusura fine FEBBRAIO. TUTTE LE SPECIE CACCIABILI UGUALI IN EUROPA.
poter CACCIARE SETTE GIORNI SU SETTE COME IN TUTTA EUROPA.
SIAMO O NON SIAMO FONDATORI DELL’EUROPA? ALLORA PERCHE’ NON FARE UNA LEGGE UGUALE PER TUTTI?
………si continua con le stesse stupidaggini, gli ambientalisti incompetenti continuano imperterriti con le loro tesi assurde.
dovrebbero documentarsi di quello che in altri Paesi Europei e oltre sia regolamentata la legge venatoria.
Noi in Italia abbiamo già una legge molto restrittiva per quanto riguarda l’attività venatoria, i cacciatori Italiani sono i più penalizzati. Il nostro governo in collaborazione con tutti gli enti competenti , la federazione della caccia ecc.ecc. dovrebbero al contrario , consolidare e aumentare ancora di più questa meravigliosa attività.
Non mi stancherò di ripetere che la caccia e tutto l’indotto porta nelle casse dello stato cinque milioni di euro all’anno.
Inoltre poiché la caccia è nata con l’uomo e quindi in simbiosi non è possibile farne a meno , chi non capisce questo se ne dovrebbe farsene una ragione e finirla di rompere le palle!!!!!!!!.
Come sempre ambientalisti non informati e ministero di gente incompetente… Il problema è in Africa che vengono fatte le stragi con tutti i mezzi possibili ma li gli ambientalisti non ci vanno è inutile proteggere noi per far distruggere agli altri.. Miopi proprio…
Perderemo anche la tortora dai nostri calendari venatori. Perché in Italia si va avanti x ideologie, non x concretezza. Menomale che su va a caccia all’estero. Viceversa non converrebbe nemmeno rinnovare la licenza.