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Ultime dai TAR: attesa in Lombardia, pasticcio in Campania, apertura salva in Sicilia

Continua l'estenuante ping pong tra regioni, animalisti e TAR per la definizione dei calendari venatori 2024/2025. Qui trovate gli ultimi sviluppi.

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Ormai fra fine agosto e inizio settembre noi cacciatori viviamo con un occhio buttato sulle zone di caccia e l’altro sulle chat di WhatsApp, con la speranza di non leggere mai il messaggio del solito amico che ci avverte della presentazione dell’ennesimo ricorso. Così, a pochi giorni di distanza dall’ultimo articolo in cui vi raccontavo delle preaperture saltate in 6 regioni a causa dei soliti ricorsi, torno ad aggiornarvi e ad aggiornare il pallottoliere dei ricorsi (non lo faccio per statistica… ma non si sa mai che mettere in fila con ordine tutti i ricorsi possa essere d’aiuto a chi deve legiferare per comprendere i disagi che crea la vecchia 157/92 e quanto sia necessario riformarla): i calendari sotto ricorso sono diventati 10 (si è aggiunto quello siciliano), alle sei preaperture saltate si è aggiunto la sospensione bis della Campania (sì, la Regione ha ripetuto il pasticcio dello scorso anno!), nelle Marche è già arrivato l’esito definitivo del ricorso (chiusura anticipata per Beccaccia e Tordi) e in Lombardia si aspetta la decisione dei giudici sul ricorso presento all’ultimo minuto (ieri 12 settembre). Di seguito i dettagli.

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Dove è andata bene: apertura salva in Sicilia

Qui gli animalisti hanno presentato ricorso in ritardo, il 6 di settembre, chiedendo: la sospensione cautelare di preapertura e apertura; la sospensione del prelievo di Quaglia, Beccaccia, Cinghiale (a causa della mancanza di monitoraggi) e di Tortora, Beccaccino e Codone; l’anticipo della chiusura al 30 dicembre per la beccaccia; nonché la sospensione dell’intera stagione venatorio per il “conclamato stato di crisi, di calamità naturale e di emergenza di rilievo nazionale scaturente dalla eccezionale situazione meteoclimatica, ambientale ed ecologica”

Il TAR si è espresso il 10: preapertura salva, perché ormai quasi interamente svolta “resterebbe solo la giornata dell’11 settembre, e verosimilmente – quand’anche la tutela cautelare venisse concessa – difficilmente il decreto potrebbe trovare attuazione entro stasera“; apertura confermata per il 15, perché conforma alle indicazioni ISPRA “essendosi atteso inizio della terza settimana di settembre”. Il resto si discuterà in sede collegiale il 25 settembre. Qui potete leggere il decreto del TAR.

Dove è andata così così: chiusure anticipate nelle Marche

Vi ricorderete che avevo elogiato le Marche sia per i tempi celeri con cui ha approvato il calendario sia per i contenuti che le hanno permesso di veder pienamente legittimata dal TAR la preapertura (tortora compresa).

I tempi celeri di approvazione hanno portato ad avere già al 5 settembre l’esito definitivo del ricorso, che in larga parte conferma l’ottimo lavoro svolto da questa amministrazione: secondo i giudici sono legittime le scelte fatte della regione sulla preapertura, sulla cacciabilità di Tortora, Moretta, Combattente, Codone, Fischione, Moriglione e Mestolone, sull’individuazione delle zone umide in cui vige il divieto di utilizzo del piombo e sulle date di chiusure della caccia agli acquatici (16 gennaio per Alzavola, Germano Reale, Marzaiola e 30 gennaio per Codone, Fischione Mestolone e Rallidi. Illegittima invece, perché non adeguatamente motivata, la scelta di chiudere la caccia a Beccaccia, Tordi e Cesena il 30 gennaio. Il prelievo della beccaccia dovrà chiudere il 30 dicembre, quello dei turdidi il 9 gennaio. A pesare su questa decisione è sempre la scellerata modifica 2021 dei Key Concepts, argomento su cui abbiamo scritto più volte abbiamo e sul quale, chissà, se questo Governo batterà mai un colpo.

Nel frattempo, Federcaccia ha già annunciato che ricorrerà al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR. Lasciatemi sottolineare ancora una volta che la possibilità di ricorre in Consiglio per difendere le scelte prese in regione e l’avere buone probabilità che il Consiglio si esprima prima della fine della stagione, derivano sempre dai tempi celeri con cui è stato approvato il calendario. Qui potete leggere la sentenza del TAR.

Dove è andata male: un altro pasticcio in Campania

Che ci crediate o no (io stentavo a farlo) in Campania è andata a finire esattamente come lo scorso anno (già mi sembrava assurdo che potesse accadere una volta, figuriamoci due!):

  • Il 23 agosto il TAR ha sospeso integralmente la preapertura (che era prevista per Cornacchia, Gazza ladra, Ghiandaia e Colombaccio nei giorni 1-4-7-8-11 settembre) e l’apertura al 15 settembre per Quaglia, Fagiano, Porciglione e Colombaccio, con udienza di merito fissata per il 24 settembre (qui il decreto del TAR);
  • il 6 settembre la Regione emana una nuova delibera, la n. 459/2024, con cui consente di nuovo la preapertura a Colombaccio, Cornacchia, Gazza ladra e Ghiandaia per i giorni 7, 8, 11 settembre; riapre la caccia al Colombaccio dal 15 settembre e quella a Porciglione, Fagiano e Quaglia dal 21 settembre;
  • immediato il 7 settembre viene presentato un nuovo ricorso animalista;
  • nel frattempo, i cacciatori (almeno quelli che sono stati avvisati della nuova delibera) fanno due giornate di preapertura, il 7 e l’8 settembre;
  • il 9 arriva la nuova decisione del TAR: sospesa l’ultima giornata di preapertura al colombaccio, sospesa di nuovo l’apertura al 15 settembre per il colombaccio (e non potrà aprire fino al giorno in cui si discuterà l’udienza di merito, che visto il nuovo ricorso slitta all’8 ottobre), sospesa di nuovo l’apertura al 21 settembre per Porciglione, Fagiano e Quaglia, apriranno il1° di ottobre (qui il secondo decreto del TAR);
  • il 10 la regione chiede al TAR di revocare la sospensione, ma il TAR respinge l’istanza di revoca (qui il terzo decreto del TAR);

Insomma, Regione sconfitta su tutta la linea, decisioni assurde del TAR (ovunque ISPRA è concorde ad autorizzare la preapertura al Colombaccio, in Campania non vale?) e cacciatori esposti per il secondo anno di fila all’evidente rischio di incorrere in sanzioni.

Dove si aspetta: in Lombardia ricorso dell’ultimo minuto

In Lombardia alla fine il ricorso è arrivato: era stata già annunciato giorni fa dalle associazioni animaliste ma ancora non era stato ufficialmente presentato. Hanno aspettato l’ultimo minuto per farlo, ieri 12 settembre, così il giudice avrà pochissime ore per fare un’analisi sommaria delle 37 pagine di ricorso e decidere se concedere la sospensione cautelare oppure no (qui potete leggere il testo integrale del ricorso).

Come sempre gli animalisti chiedono la sospensione cautelare dell’apertura al 15 di settembre, la sospensione delle due giornate integrative per la caccia alla migratoria, l’anticipo delle date di chiusura della caccia a Beccaccia, Turdidi e Acquatici. Vi terremo informati sugli sviluppi.

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Celso Marsili
Celso Marsili
2 mesi fa

Purtroppo le elezioni europee sono già passate, non esistono più “governi o partiti amici della caccia” ci facciamo infinocchiare dalle promesse di chi vuole una poltrona. Con me l’attuale giunta lombarda ha chiuso, compreso il Ministro dell’agricoltura in Lombardia apertura all’avifauna il 2 ottobre. Fino ad allora si caccia solo cinghiale, lepre e mini lepre…..altro che governo e giunta regionale amica!!!

Maurizio
Maurizio
2 mesi fa

Razza di pagliacci animalisti andate a fare chiudere la caccia in Marocco in Macedonia ed altri paesi che fanno carneficine. Vergognatevi

Mario esposito
Mario esposito
2 mesi fa

Siete dei ladri

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