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Vita, caccia, aspettative e realtà

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A caccia, come nella vita, le aspettative sono motivazioni che portano le persone a muoversi, a fare, a credere. Aspettative costruite dal proprio cervello, o da quello di altri, tante, troppe volte disilluse dal caso, che riporta i piedi per terra e la testa alla cruda realtà. Una nebbia fitta che chiama alzavole a flotte si trasforma presto in un lenzuolo bianco pesante che culla cattivi pensieri e dura realtà. Così come un accertamento dell’ausiliare su una pastura fresca diventa uno dei tanti componimenti incompleti di un artista incompreso. Tutto per le aspettative nostre o degli altri che vanno a soffocare i reali motivi per cui si agisce e portano le persone anche nei momenti di svago a dover far bene per forza, a non dover sbagliare, a dover far numeri sempre e comunque, a non godere del bello del tutto.

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Aspettative auto-riposte e padelle Mondial Casa

Per mantenere me, i miei sogni e le mie passioni, lavoro da più di due anni in un magazzino dove ogni giorno preparo spedizioni muovendo decine di migliaia di chili di prodotti per la cura personale e della casa. In questi due anni e passa, tra bestemmie, sveglie ad orari improponibili e clienti impazienti, ho imparato a preparare in modo veloce, senza far errori e con un occhio di riguardo per la qualità del lavoro svolto. Da tempo, capi e clienti ripongono in me molte aspettative, nella maggior parte dei casi non deluse.

A fine giornata lavorativa arrivo alla timbratrice con una voglia incredibile di togliermi dalle spalle diversi chili di aspettative, rifugiandomi per qualche ora tra i pioppi di Po o tra le risaie pavesi in compagnia dei miei ausiliari e del mio fucile. Ho bisogno di tranquillità, di staccare la spina ad una macchina da produzione esausta, andandola a cercare nei posti dove qualcuno nel passato mi ha fatto innamorare dell’unica passione che mi fa ancora fare sacrifici per viverla al meglio.

Capita in queste passeggiate armate lungo Po di non vedere anima viva, con i cani che lavorano con la tranquillità di chi si sta godendo ogni attimo di quel momento. Io, invece, ancora troppe volte rimango condizionato da ciò che sento dagli altri, prigioniero dal dover far numero per dimostrare qualcosa a qualcuno che non mi paga per farlo. Con questa pressione auto-riposta sulle spalle mi è capitato di andare a servire i cani in ferma e di padellare clamorosamente fagiani che come kamikaze si sacrificano per la buona riuscita di un cucciolone alle prime ferme. Una pressione che evidentemente sbilancia il fucile o depotenzia le cartucce o semplicemente va a minare la tranquillità mentale, che fino al giorno prima mi faceva fare doppiette su fagiani o beccaccini di prima canna.

La testa, in questi momenti come in molti altri, è tutto e se la si nutre con carburante di scarsa qualità, tende a ingolfarsi. Da tempo, per ovviare a questo problema, mi occupo della potatura dei miei contatti personali, un’operazione molto faticosa ma che alla lunga fa star meglio la mente e anche il cuore. Come un melo ho bisogno che i rami già andati in produzione o quelli che daranno solo foglie e non frutti, togliendomi quindi inutilmente nutrimento ed energie, vengano potati, dando quindi ai rami “a frutto” tutte le possibilità di fruttificare a dovere.

Realtà sbagliate e rimedi naturali  

La realtà di tutti i giorni tende a invadere e pervadere i pochi momenti di tranquillità che la vita lavorativa ci concede. Prima dell’avvento dei social questo fenomeno era ridotto e relativo solo al capanno più a basso che spara bene e raccoglie, oppure al vedere un cacciatore tornare trionfante con il carniere pieno da un posto dove si voleva andare coi cani.

Ora, invece, i social amplificano questo fenomeno, spesso dando voce a chi in realtà non ne ha. “Con dei cani del genere come fai a non far carniere?” Oppure “Qua da me tizio ne sta facendo tanti di beccaccini…” Tutto ciò condito da foto, da sorrisi costruiti, da testimonianze più fantasiose di Harry Potter. Crescono così aspettative su di me, sui miei cani, su una stagione anomala e incomprensibile. Provo a fare come al solito per cercare di far bene, ma caldo e siccità portano a sudare tanto, a impolverare gli scarponi, a macinare chilometri senza tirare una fucilata.

Mi chiedo dove sto sbagliando quando l’unica cosa di sbagliato è il modo di vedere le cose. Mi dimentico di godere di quell’alba sul fiume, non premio a dovere il lavoro nella polvere di Po degli ausiliari alla ricerca di qualcosa che non c’è, non vivo a pieno ciò che mi ricarica.

Una volta un vecchio cacciatore, trovato per caso tra le risaie con i suoi setter irlandesi a caccia di “sgneppe” mi ha rivelato una massima molto semplice ma profonda che vi riporto qui sotto:

“Giovane, ricorda che una brutta giornata a caccia è sempre meglio di una bella giornata a lavoro.”

Quindi cacciate, vivete, amate per voi e non per far contento qualcun altro o per far ingelosire l’ex o per mille futili motivi. Il vostro cuore vi ringrazierà.

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nanni Rabbò
nanni Rabbò
1 anno fa

Non scherziamo…..il lavoro e la famiglia non hanno confronto con nessuno, vanno sempre più consolidate e difese……è l’unico motivo per vivere una vita serena e felice….( nasciamo solo allo scopo di formare una famiglia )
Subito dopo vengono i vari svaghi, le passioni per lo sport ecc.
La passione per la caccia non si può descrivere è impossibile spiegarla e farla capire il cacciatore l’ha nel cuore e basta!!!
I commenti negativi sono superflui

Pulze Gianfranco
Pulze Gianfranco
1 anno fa

Allora non sono il solo ad aver vissuto questi stati d’animo. L’esasperazione dei nostri colleghi a volte rovina il nostro umore, così occorre potare, e il peso se ne va via. I beccaccini, anche quelli volati via, ma oggi mi sento meno solo, grazie.

Ephisi
Member
1 anno fa

Prima di tutto complimenti per lo scritto! Poi ancora complimenti per la potatura dei rami che daranno solo foglie e poi un consiglio: la Caccia è Tua e dei tuoi Cani, vivila come credi e fregatene del prossimo. Un Vero Cacciatore è geloso dei suoi momenti, belli e brutti e vive la Natura in solitaria per godersela appieno. Il carniere è anche secondario. E ricorda… Prelevare senza Impoverire .

stefano di clemente
stefano di clemente
1 anno fa

Condivido in pieno quello che hai scritto, e fortuna che ci sono ancora persone come te. Ciao e in bocca a lupo

Antonino
Antonino
1 anno fa

La verità

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