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Sicilia, caccia riaperta, per la fauna nessuna criticità dovuta agli incendi

Uno studio dell'Università di Palermo ha analizzato nel periodo estivo le condizioni delle popolazioni dei selvatici in Sicilia e non ha evidenziato criticità. Per l'amministrazione regionale quindi la caccia può essere riaperta.

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Con il decreto n. 1480 pubblicato ieri l’amministrazione regionale ha riaperto la caccia in Sicilia dopo lo stop imposto dalla sentenza di venerdì scorso del Consiglio di Giustizia Amministrativa. Il CGA aveva bloccato la stagione venatoria per la mancanza di un’analisi sull’effettivo impatto che le condizioni climatiche estive e gli incendi avevano avuto sulla fauna selvatica. In assenza di quell’analisi la regione non poteva conoscere il reale status delle specie cacciabili e quindi, in osservanza del principio di precauzione, non poteva aprire la caccia.

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Nel nuovo decreto la Regione ha spiegato che in realtà quell’analisi è stata fatta e non ha evidenziato alcuna criticità.

Le analisi della regione

“L’Amministrazione ha attivato azioni di verifica delle condizioni di salute delle popolazioni selvatiche nel territorio regionale, prima e dopo la fase meteo climatica critica, in ossequio al principio di precauzione”, si legge nel decreto.

In particolare, spiega la regione, “tra la fine di luglio e la prima metà del mese di agosto, in concomitanza con il periodo critico dal punto di vista meteo-climatico e per gli incendi sviluppatisi nell’isola, è stato realizzato uno studio coordinato dal Prof Mario Lo Valvo del Dipartimento STEBICEF dell’Università degli Studi di Palermo, che ha permesso di fare una “fotografia” delle condizioni delle popolazioni dei selvatici in Sicilia durante e successivamente al periodo critico dal punto di vista climatico e agli incendi, e non ha evidenziato alcuna criticità conseguente alla situazione meteo climatica per la specie in oggetto”

Inoltre, la regione sottolinea che “nel periodo attuale, il prelievo venatorio è rivolto soprattutto a specie ornitiche migratorie che sono appena giunte nell’isola o si apprestano a raggiungerla, specie che se non trovassero condizioni ambientali ottimali, anziché fermarsi in Sicilia proseguirebbero il loro viaggio verso territori più ospitali. Per tali specie, quali i turdidi, gli acquatici e gli scolopacidi, che provengono dal Nord – Nord/Est dell’Europa, non può ravvisarsi alcuna incompatibilità con l’attività venatoria prevista nel CV 2023-2024″.

Già annunciato un nuovo ricorso

Il decreto della regione è immediatamente esecutivo quindi la caccia potrà subito ripartire, esattamente con le stesse modalità con cui è stata interrotta. La questione, però, non è ancora chiusa: le associazioni animaliste hanno annunciato un nuovo ricorso. Nelle prossime settimane vedremo se i giudici riterranno sufficienti le analisi fornite dall’amministrazione regionale.

Qui il testo integrale del nuovo decreto.

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De Dominici Giovanni
De Dominici Giovanni
1 anno fa

un’ulteriora prova che chi comanda in italia sono i magistrati. E’ sufficiente un cavillo per una decisione postiva o negativa.
se le associazioni anticaccia o pro veleni si appelleranno al momento giusto la caccia la richiuderanno.

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