Racconti di caccia e di vita – Tributo a Romano Pesenti e Renato Musumeci
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Chi mi conosce bene lo sa, non amo i social. Li uso quasi ogni giorno per lavoro ma se domani chiudessero tutti per sempre godrei. Per me sono strumenti utili solo a rubare il tempo delle persone. Sono pensati per tenere gli utenti incollati allo smartphone, drogandoli con uno scroll infinito di contenuti svuotati di significato. Perché sui Social tutto deve essere consumato velocemente, come un pasto frugale che non sa di nulla. In questo caso un “post frugale”, poche righe non approfondite che a metà sei già passato oltre perché ti accorgi che non valgono il tempo speso per leggerle. Tutto perfetto per assuefarti allo scroll infinito, per tenerti incollato alla speranza di trovare quel contenuto interessante che forse prima o poi arriverà. Più poi che prima, perché in mezzo è giusto infilarci un bel po’ di pubblicità così, come ogni furto che si rispetti anche quello del nostro tempo farà ingrossare le tasche di qualcuno. Ecco, se Facebook, Instagram e TikTok sparissero, godrei.
Ammetto, però, che in mezzo a questo odioso mondo social c’è una cosa che salvo, i gruppi Facebook. Quelli ben gestiti, riescono a essere dei veri e propri punti di riferimento per ogni sorta di nicchia di appassionati. Oasi che se ben gestiste (ribadisco!) non sono contaminate dal morbo degli influencer, dei marchettari, dei leoni da tastiera, dei post inutili. Piccoli spazi virtuali dove puoi ancora trovare contenuti che abbiano un valore reale, creati dagli appassioni delle piccole cose belle della vita per confrontarsi con altri appassionati delle stesse piccole cose belle della vita che ancora fortunatamente accadono al di fuori dei social.
E a volte da questi gruppi vengono fuori delle piccole perle. È il caso di “Racconti di caccia e di vita – Tributo a Romano Pesenti e Renato Musumeci”, una raccolta nata dallo sforzo del Gruppo Facebook Letteratura Venatoria per rendere omaggio a, come li chiamano loro, due “pilastri” di quel gruppo, recentemente scomparsi.
Io non c’entro nulla né con il gruppo né con la creazione del libro. E purtroppo neanche ho mai avuto il piacere di conoscere Romano e Renato. Ma sono uno dei 400 fortunati possessori della prima edizione. Devo ringraziare Stefano, che su quel libro ci ha scritto, per avermi pensato e per avermene regalata una copia.
Vi confesso che non ho ancora letto tutti i racconti, ne contiene più o meno una quarantina. Mi son messo a scrivere subito dopo aver letto la bella introduzione di Carlo Zangheri. E mi sono messo a scrivere soprattutto per far sapere a chi ha curato il libro e a tutti gli autori che ora Romano e Renato mi sembra un po’ di averli conosciuti. E la cosa mi emoziona, non poco.
Due persone di cui fino a qualche giorno fa ignoravo l’esistenza oggi le sento un po’ familiari. Cercavo di immaginarmi i volti mentre leggevo di loro. Ora so che cosa hanno fatto nella vita, come hanno vissuto il loro essere cacciatori, come quella fiamma ardente che la caccia sa accendere sia rimasta viva in loro fino alla fine grazie alla letteratura venatoria. Capisco perché avete voluto rendergli omaggio.
Ci siete riusciti alla grande! Oggi io, uno sconosciuto per Romano e Renato, conosco un piccolo pezzo delle loro storie solo grazie a voi, agli amici di un gruppo virtuale, che avete deciso di rendergli omaggio facendo una delle cose che, da quel poco che ho compreso di loro, più gli piaceva fare: scrivere e raccogliere racconti di caccia…. perché “leggere di caccia è un po’ come cacciare!”
Sì, tutto questo mi emoziona, e non poco.
E sì, se domani chiudessero tutti i social, i gruppi Facebook andrebbero proprio salvati.
P.S. Per chi leggerà questo scritto chiedendosi se e dove il libro sia reperibile, io non so se e quando verranno stampate altre edizioni. Provate a contattare direttamente gli amministratori del gruppo Letteratura Venatoria.
P.P.S. Per dare il nostro piccolo contributo di visibilità a questo bel progetto, assieme a Stefano abbiamo deciso di pubblicare anche sulle nostre pagine il suo racconto inserito in questa raccolta. Lo trovate qui “La forma è sostanza”.
a nome del gruppo Facebook LETTERATURA VENATORIA, ringraziamo la redazione di iocaccio per lo spazio e l’attenzione concessa.