Anche Federcaccia risponde ad Arci: “Non confondiamo il senso di responsabilità con paventate furberie”
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Dopo la Confederazione Cacciatori Toscani anche Federcaccia Nazionale ha risposto al duro comunicato diramato da ArciCaccia. Di seguito la risposta di FIDC.
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Crediamo corra l’obbligo, per rispetto dei nostri tesserati e di tutti i cacciatori italiani, dare una pubblica riposta al comunicato diramato in data di ieri, 8 maggio, da Arcicaccia Nazionale.
Lo facciamo iniziando col ricordare che lo statuto della FENAVERI, che Arcicaccia sicuramente conosce bene avendolo sottoscritto, prevede all’interno del più ampio percorso unitario per le Associazioni firmatarie indipendenza e libertà di azione in base ai rispettivi statuti.
È il nostro Statuto quindi che guida le azioni di Federazione Italiana della Caccia ed è in base a questo statuto che il Nazionale riconosce alle proprie strutture regionali quell’autonomia di azione e di iniziativa che rispettiamo e al quale diamo sostegno e supporto. E questo vale per la Toscana, la Lombardia e tutte le altre nostre strutture regionali.
La Confederazione dei Cacciatori Toscani è sorta nell’alveo di questa autonomia ed è una esperienza che è stata condivisa di comune accordo dai vertici di ognuna delle Associazioni che la costituiscono, almeno fino ad un incidente di percorso, se così vogliamo chiamarlo, che non è stato certo procurato da Federcaccia, né nazionale né Toscana.
Un incidente che ha causato una crisi che certo non è di nessun vantaggio a nessuna delle due associazioni coinvolte, ma quel che è peggio ai cacciatori e alla Caccia.
È a questa situazione che abbiamo cercato in più modi di porre rimedio – purtroppo senza successo, ma certo non per nostra negligenza o colpa -seguendo sempre il principio dell’unità, che è ancora quello che guida quell’esperienza e le nostre azioni.
L’accoglimento rispettoso e non certo “dispettoso” di coloro che non riconoscendosi col – legittimo – corso deciso in Toscana dal Congresso Arcicaccia nasce proprio dalla convinta necessità di non dare vita a un effetto domino che porti a ulteriori rotture e divisioni, né auspicabili né giustificabili e che soprattutto niente hanno a che fare e non aiutano ad affrontare e risolvere i problemi dell’ambiente, della fauna e il nostro progressivo allontanamento dalla società, dal sistema e dall’opinione pubblica.
Alla luce anche di questo ci chiediamo, e chiediamo ad Arcicaccia, dal momento che in Italia vige ancora il diritto democratico di dissentire se chi lo fa deve anche nel nostro mondo essere allontanato ed emarginato, o piuttosto non sia da accogliere e valorizzare nell’alveo di quella unitarietà che nel rispetto delle norme e degli statuti la nostra Federazione continua a perseguire.
È per senso di responsabilità e non certo per “pirateria associativa” che Federcaccia ha cercato di porre rimedio a una diaspora non voluta e che non riguarda i suoi soci, ma che va a indebolire quel percorso unitario che con fatica si sta cercando di realizzare e del quale la Caccia italiana non può più a lungo fare a meno.
È nostra ferma convinzione che ruolo e missione della FENAVERI sia proprio quello di fare tutto il possibile affinché le spaccature all’interno del mondo venatorio vengano evitate e in caso contrario ricomposte in ogni modo.
Roma, 8 maggio 2017
Federazione Italiana della Caccia