Dalle Associazioni

ArciCaccia Veneto critica la politica venatoria della regione

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Si è svolta domenica a Vicenza, durante la Fiera Hit Show, l’Assemblea dell’Arcicaccia Regionale del Veneto, con la partecipazione di Giuliano Ezzelini Storti, Vicepresidente nazionale Arcicaccia, e Sergio Sorrentino, Presidente Nazionale. Come si legge in una nota pubblicata sul sito dell’ArciCaccia, in cui vengono riportate le conclusioni dell’Assemblea, sono state evidenziate varie critiche alla politica venatoria regionale, dipingendo un quadro, a detta dei relatori, “non proprio tranquillizzante”.

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“Si parte dall’ennesima proroga del Piano Faunistico Venatorio scaduto ormai nel 2012, chiaro sintomo della mancanza di idee su come programmare il futuro della caccia – si legge nella nota -. Altra questione aperta, quella delle competenze locali a livello di caccia, infatti, la mancata abolizione delle Province, in seguito all’esito del referendum in dicembre, ha lasciato a metà la redistribuzione delle competenze, che ad avviso di Arcicaccia Veneto dovrebbero tornare in mano alle Province, garantendo l’autonomia decisionale fondamentale per la gestione di territori sensibili come ad esempio quello bellunese il cui territorio ricade completamente in Zona Alpi”.

Critiche anche per i provvedimenti sulla mobilità venatoria e sul disturbo dell’attività venatoria che, nella nota di ArciCaccia, vengono presentati come “scelte opinabili caldeggiate da una parte ristretta dell’associazionismo venatorio regionale e da certa politica”. “Questi provvedimenti, – si legge sempre nella nota – pensati più con la pancia che con la testa, hanno portato, ad esempio, alla proposta di legge, avanzata dal gruppo consiliare di Lega Nord, di incrementare notevolmente le distanze minime a cui è consentita l’attività venatoria assoggettando l’infrazione alle pene pecuniarie previste per il disturbo venatorio. Questo provvedimento, che ridurrebbe fortemente il territorio cacciabile, a discapito delle fasce meno abbienti dei praticanti l’attività venatoria, sembra procedere in parallelo con le dichiarazioni del Consigliere Sergio Berlato, che esaltando e portando a modello di eccellenza gestionale le Aziende Faunistico Venatorie ha svelato chiaramente qual è la sua idea di caccia”.

“Ebbene, Arcicaccia Veneto non ci sta! – conclude la nota – La nostra associazione si è sempre battuta per una caccia conservativa e dalla connotazione sociale che tuteli le zone sensibili, come quella Alpi ma anche le aree lagunari. Su questi punti, infatti, si baserà il Congresso Regionale che si svolgerà quest’anno e mirerà a ribadire i punti fermi di un’associazione che punta a far conoscere e a rivalutare, affianco agli aspetti ludici della caccia, l’impegno gestionale, conservazionista e sociale dei cacciatori”.

Fonte www.arcicaccianazionale.it

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