Attualità VenatoriaDalle Associazioni

Referendum caccia, le firme raccolte non erano 520 mila

Rispetto ai numeri dichiarati dagli organizzatori, le firme ufficialmente depositate alla Corte di Cassazione erano circa la metà. Associazioni venatorie: "Confermata la débâcle"

Le Associazioni venatorie hanno reso noti i numeri ufficiali diffusi dalla Corte di Cassazione sulla raccolta firme con cui il “Comitato si aboliamo la caccia” puntava indire un referendum contro l’attività venatoria. Le firme totali depositate sono state 256.274, di cui la Cassazione ne ha ritenute valide soltanto 119.160. Un numero ben inferiore alla soglia delle 500.000 firme valide necessarie per avviare le procedure referendarie e lontanissimo dalle 520.000 che il comitato organizzatore aveva annunciato di aver raccolto.

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Gli organizzatori mentivano sapendo di mentire oppure hanno soltanto avuto dei problemi con i conteggi? Probabilmente non lo sapremo mai perché a oggi, ancora, non hanno commentato il fallimento della raccolta, se non per lamentarsi del ritardo con cui alcuni Comuni avrebbero inviato le schede elettorali. Un ritardo che comunque è stato ininfluente, considerato che le firme depositate oltre i termini, di cui la Cassazione non ha tenuto conto, erano soltanto 22.681.

Associazioni venatorie soddisfatte

Le associazioni venatorie si son dette soddisfate del risultato: la raccolta firma ha ottenuto “una risposta tiepida da parte della popolazione italiana – hanno commentato – la quale ha dimostrato in questa occasione di comprendere appieno che con la natura non si gioca e che la gestione faunistica, con tutte le sue implicazioni, è un tema da trattare seriamente e con razionalità.”

Motivo per cui le associazioni, avendo come primo obiettivo quello legato alla tutela del territorio e della biodiversità, hanno voluto ribadire la loro apertura al dialogo costruttivo con tutte le realtà istituzionali e le associazioni ambientaliste e agricole e tutti gli stakeholders a vario titolo interessati a ragionare su soluzioni condivise in merito alla gestione faunistica venatoria sostenibile”.

“Continueremo a sostenere il ruolo positivo che la caccia, attraverso le Associazioni, gli ATC, i CA, gli Istituti privati e i cacciatori stessi, svolge a tutela del territorio, delle comunità locali e degli equilibri della natura e con rilevante apporto all’economia del Paese, attraverso innumerevoli iniziative su tutto il territorio nazionale – hanno aggiunto le associazioni, ricordando “che l’esercizio venatorio costituisce, in primis per gli agricoltori e le pubbliche amministrazioni, un argine fondamentale e assolutamente insostituibile per prevenire danni alle colture, alle infrastrutture e concorre al controllo delle specie invasive, che rappresentano una minaccia per la biodiversità, gli habitat e gli stessi cittadini”.

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nanni Rabbò
nanni Rabbò
2 anni fa

Come già espresso più volte, ribadisco ancora una volta che bisogna divulgare a tutta la popolazione specialmente ai più giovani tutte le informazioni riguardo l’attività venatoria, passione derivante da una primordiale, ancestrale bisogno umano.

Armando
Armando
2 anni fa

Per non far espandere malattie e infezioni bisogna allargare il territorio di caccia, incominciando a ridurre oasi ,parche ecc.solo così ci sarà più sontrollo sulla fauna selvatica.Poi andare di selezione fino alla mezzanotte per ridurre il numero di cinghiali,solo così si eviteranno contagi e malattie.

Antonio
Antonio
2 anni fa
Reply to  Armando

Esatto ben detto,ma che sono tutte ste limitazioni e cavilli,solo in Italia.

Nicola
Nicola
2 anni fa

Detto questo
In futuro va fatta più cultura per difendere caccia e cacciatori!
La cosa più dannosa sono i comportamenti irregolari! Fanno male al sistema e vanno denunciati!

Stefano Casella
STAFF
9 mesi fa
Reply to  Nicola

concordo pienamente, secondo me la cultura venatoria è il fondamento su cui basare il nostro settore nel nuovo millennio

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