Fauna e Ambiente

Emergenza cinghiali: fra interrogazioni parlamentari e un esercito di ranger

ll Pd cerca l'approccio normativo, i 5 Stelle vogliono i ranger: e i cacciatori?

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La cosiddetta emergenza cinghiali ha acceso il dibattito politico intorno a un tema che ha ormai raggiunto i massimi livelli di guardia. Dopo le ripetute segnalazioni delle associazioni agricole e venatorie, dopo la manifestazione di Coldiretti dello scorso 8 novembre, dopo un bilancio dei danni annuali a dir poco catastrofico, i due schieramenti politici al governo sembrano finalmente muovere i primi passi nel tentativo di contenere i danni sul breve periodo e gettare le basi per combattere in maniera organica ed efficace il problema negli anni a venire.

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Le proposte degli schieramenti al governo

Anche se mossi dalle migliori intenzioni, i rappresentanti politici alla guida del paese sembrano non voler prendere in considerazione il preziosissimo apporto dei cacciatori nella protezione, nel controllo e nella riduzione della popolazione italiana di ungulati. Ecco qual è il quadro complessivo della situazione alla fine del 2019.

L’approccio legislativo del Partito Democratico

Il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Politiche Agricole e al Ministro dell’Ambiente al fine di capire quale sia attualmente in Italia l’effettivo stato di applicazione della Legge 157 del 92 a cui ancora oggi si fa riferimento.

La legge 157 attribuisce all’ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) e al CA (Comprensori Alpini) il compito di provvedere al controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia.

Oltre a prevedere la responsabilità di ATC e di CA per il ripristino ambientale, la gestione, la tutela e la conservazione delle specie selvatiche, prevede anche una serie di investimenti da parte delle regioni italiane, tenute a provvedere autonomamente al controllo della fauna selvatica sul proprio territorio.

Nel documento presentato dal Partito Democratico compaiono anche una serie di dati relativi all’esponenziale aumento della popolazione di cervi e di cinghiali sul nostro territorio nazionale. In particolari il numero dei cinghiali, responsabili dell’85% dei danni all’agricoltura causati da fauna selvatica, è aumentato del 50 – 60% negli anni tra il 2005 e il 2010. L’ultima stima certa della popolazione di cinghiali italiani risale al 2015 e, all’epoca, furono contati oltre 1.5 Milioni di capi, stime che andranno certamente ritoccate al rialzo (secondo le più recenti stime di Coldiretti saremmo arrivati a 2 milioni di capi).

L’interrogazione, firmata da 20 parlamentari del PD, tra cui gli onorevoli Monica Cirinnà e Paola Boldrini, è finalizzata a ottenere un quadro chiaro della situazione normativa attuale attraverso una relazione approfondita sullo stato attuale dell’applicazione della legge 157/92. Dopo aver ottenuto i dati ufficiali, i parlamentari si propongono d’intervenire in maniera efficace sul quadro normativo per apportare riforme o correttivi alla legge vigente.

In realtà, per come l’interrogazione è stata posta all’attenzione dei Ministri dell’Agricoltura e al Ministro dell’Ambiente, il PD ritiene che la normativa vigente sia insufficiente e che siano evidenti le mancanze degli enti preposti al controllo della fauna selvatica su territorio italiano. Quali siano le modifiche normative e gli interventi di altro tipo che il PD intenda attuare in proposito, non è ancora dato sapere.

Il Movimento 5 Stelle vuole i ranger armati

L’approccio al problema dell’emergenza cinghiali da parte del Movimento 5 Stelle è di segno completamente diverso rispetto a quello dei loro alleati di governo. Se il PD tenta un approccio moderato e riflessivo, che pone l’accento sulla necessità di riformare la legge, il Movimento 5 Stelle preferisce invece un approccio “più pratico”la proposta presentata qualche settimana fa in Commissione Agricolutra dell’Onorevole Filippo Gallinella prevede la creazione di un corpo di ranger armati formati e stipendiati dallo Stato.

Il nuovo corpo armato, che sarebbe formato da alcune centinaia di unità, secondo le intenzioni dell’onorevole Gallinella, avrebbe il compito di garantire il contenimento e il controllo della fauna selvatica.

La risposta di cacciatori e agricoltori

Come sono state accolte le proposte del governo da parte di coloro che ogni giorno vivono sulla propria pelle l’emergenza nella gestione della fauna selvatica in Italia? Abbiamo selezionato i due interventi più significativi.

Confederazione Cacciatore Toscani contro l’esercito dei ranger

La Confederazione Cacciatori Toscani ha diffuso un lungo e dettagliato articolo in cui esamina non solo i punti deboli della proposta dell’Onorevole Filippo Gallinella, ma anche e soprattutto il ruolo marginale a cui sono relegati i cacciatori italiani nelle attività di protezione e gestione della fauna selvatica in Italia.

L’intervento della Confederazione si conclude così:

“A parere della Confederazione Cacciatori Toscani, pensare oggi di gestire una situazione così complessa, senza il coinvolgimento dei cacciatori e del mondo venatorio, non porterà sicuramente a risultati apprezzabili, con il rischio di produrre un vero e proprio boomerang anche per le aziende agricole. Come in più occasioni ribadito, occorrerebbe al contrario ripristinare le maglie dell’intesa e considerare i cacciatori come una risorsa su cui fare affidamento in un quadro di semplificazione legislativa. Mondo venatorio, istituzioni e mondo agricolo, dovrebbero battersi unitariamente per sollecitare una urgente soluzione legislativa in Parlamento. Un provvedimento legislativo che superi i limiti della 157/92 fornendo tutti gli strumenti necessari per gli interventi di contenimento da attuare attraverso gli Ambiti Territoriali di Caccia”.

Appare chiaro quanto la Confederazione si schieri a favore del percorso recentemente iniziato dal Partito Democratico, interessato a dialogare con le istituzioni secondo le prassi definite dalla legge.

La Confederazione Italiana Agricoltori preferisce la soluzione del M5S

Il presidente nazionale della Confederazione Italiana Agricoltori, Dino Scanavino, ha deciso di intervenire nel recente e accesissimo dibattito politico con un’affermazione molto provocatoria: “Andiamo a caccia tutti i giorni”.

Nonostante le apparenze, il presidente Scanavino non è affatto schierato affianco al mondo venatorio. Dal punto di vista di CIA, infatti, la riduzione selettiva dei cinghiali non può essere affidata ai cacciatori, che hanno una finalità hobbistica e sportiva”.

Per Cia-Agricoltori Italiani, piuttosto, “deve essere prevista o rafforzata la possibilità di istituire personale ausiliario, un “corpo speciale” profilato, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione, mettendo in campo anche strumenti di emergenza e di pronto intervento”.

CIA si è fatta anche promotrice di una proposta di modifica della legge 157/92 che è stata attualmente presentata in Parlamento e che attende di essere discussa.

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Robby
Robby
5 anni fa

Attualmente la 157/92 non conferisce agli a.t.c nessun compito di contenimento della fauna selvatica, bensi’ alle polizie provinciali territoriali . Invece di formare altri ” SCERIFFI” semmai ci sarebbe bisogno si potrebbe impiegare l’ esercito italiano formato da figure professionali!!!

continelli giovanni
continelli giovanni
5 anni fa

la caccia al cinghiali deve essere prolungata a fine al mese di marzo con due mesi in più nella regione molise si ammazzano altri 10000 cinghiali e viene il numero ridotto cosi per altri regione e si puo arrivare a 2 milioni .

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