Lombardia a caccia limitata. I cacciatori protestano, Rolfi sotto accusa
A settembre solo Colombaccio, Corvidi e Merlo da appostamento, apertura generale il 2 ottobre. È questo il risultato del ricorso al TAR causato dalle scelte sbagliate della Regione che hanno innescato le proteste dei cacciatori lombardi
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Con la delibera approvata giovedì pomeriggio Regione Lombardia ha emanato le nuove integrazione al calendario venatorio 2021/2022 dando, così, esecuzione all’ordinanza cautelare del TAR. Come era ampiamente atteso la Giunta ha deciso di adeguarsi totalmente al parere ISPRA restringendo tutti i periodi di caccia e posticipando l’inizio della stagione venatoria per buona parte delle specie al 2 ottobre.
Sono svanite così anche le ultime speranze dei cacciatori lombardi, che dopo aver visto il TAR sospendere la caccia senza nessuna possibilità di appello, si auspicavano che la decisione presa dalla Regione di approvare il calendario restrittivo all’ultimo giorno utile prima dell’apertura fosse frutto di una specifica strategia di difesa del complesso sistema di norme che regola la caccia in Lombardia. Ma così non è stato. E adeguandosi al parere ISPRA la Regione ha dimostrato di non aver pronto nessun piano B in caso di sospensiva. La scelta quindi di ritardare l’approvazione fino al 17 settembre è stata frutto esclusivamente della sufficienza con gli uffici preposti trattano la materia venatoria.
Tutte le restrizioni del nuovo calendario
Le limitazioni principali che in questo momento interessano i cacciatori lombardi riguardano le date e le modalità con cui si potrà tornare a cacciare. Dal 25 al 30 settembre sarà consentita esclusivamente la caccia d’appostamento alle specie Colombaccio, Merlo (carniere massimo 5 capi giornalieri), Cornacchie, Gazza e Ghiandaia (ad eccezione degli ATC in cui è stato autorizzato il posticipo della chiusura per Corvidi e Colombaccio – ATC 1 “Mortara Lomellina Ovest”, ATC2 “Dorno Lomellina Est”, ATC ZPS “Risaie della Lomellina” – in cui la caccia a queste specie aprirà il 2 ottobre) e sarà possibile continuare l’addestramento cani. A partire dal 2 ottobre potrà ripartire sia la caccia da appostamento che quella vagante sia alle specie stanziali che migratrici.
Uno scenario già così piuttosto pesante per i cacciatori lombardi, che perderanno ad esempio uno dei periodi migliori per la caccia da appostamento ai tordi, ma che potrebbe anche peggiorare.
La nuova delibera, infatti, adeguandosi al parere ISPRA anticipa le date di chiusura per molte specie e impone nuove limitazioni per le caccia a gennaio e con la neve. Al momento queste restrizioni sono effimere, poiché la delibera ha validità fino al 7 gennaio (giorno in cui il TAR si pronuncerà nuovamente sul ricorso) ma se il giudice confermasse l’obbligo di uniformare il calendario al parere ISPRA potrebbero diventare realtà. Di seguito, per completezza, ve le riassumiamo:
- Acquatici (Beccaccino, Frullino, Gallinella d’acqua, Folaga, Porciglione, Germano reale, Alzavola, Codone, Fischione, Mestolone, Marzaiola e Canapiglia) chiusura al 20 gennaio
- Starna, Pernice rossa e Fagiano chiusura al 30 novembre (per il fagiano il prolungamento della caccia oltre il 30 novembre, è subordinata alla verifica dello status delle popolazioni naturali mediante conduzione di monitoraggi standardizzati, la stima dell’incremento utile annuo e, in caso di valori positivi, la predisposizione
di specifici piani di prelievo conservativi articolati per singoli istituti di gestione o porzioni di questi) - Quaglia chiusura al 31 ottobre
- Cesena e Tordo sassello chiusura al 20 gennaio
- Tordo bottaccio chiusura al 31 dicembre
- Beccaccia chiusura al 31 dicembre
- A gennaio solo caccia vagante al Cinghiale, alla Volpe (in squadre autorizzate) e alle specie Beccaccino, Frullino, Gallinella d’acqua, Folaga, Porciglione, Germano reale, Alzavola, Codone, Fischione, Mestolone, Marzaiola e Canapiglia limitatamente ai corsi d’acqua, canali, fossi, risaie, aree umide ed entro 50 m di distanza da questi
- Su terreno innevato non è consentito il prelievo dei Passeriformi (anche in zona alpi)
Approvato anche il nuovo calendario restrittivo
A queste si aggiungono le limitazioni introdotte con il nuovo calendario riduttivo che è stato approvato venerdì. Anche questo si adegua al parere ISPRA e impone il divieto di caccia per Combattente, Moretta, Moriglione, Pavoncella e Tortora selvatica.
Si salva solo l’Allodola che, come già previsto nel primo calendario, potrà essere cacciata dal 2 ottobre al 30 dicembre con un carniere massimo di 10 capi giornalieri e 50 stagionali. Una magrissima consolazione per i cacciatori lombardi.
A questo link trovate il nuovo calendario integrativo, quello riduttivo, e tutte le delibere delle varie provincie.
Rolfi: “Riapriamo la caccia”. Ma i cacciatori vogliono le sue dimissioni.
L’assessore alla caccia, Fabio Rolfi, a margine dell’approvazione ha dichiarato che questo “è un provvedimento necessario per rispondere all’atto monocratico del Tar della Lombardia, avvenuto senza confronto” e che così “si riducono le giornate perse e si dà la possibilità ai cacciatori che hanno pagato le licenze di riprendere l’attività”, promettendo anche che dopo la sentenza del 7 ottobre deciderà “quale strada intraprendere garantendo comunque il proseguo dell’attività.”
Dichiarazioni con cui cerca di mettersi al riparo dalle critiche che gli stanno piovendo addosso da molti cacciatori lombardi che lo ritengono il principale colpevole dell’impugnazione del calendario davanti al TAR e che sui social stanno chiedendo a gran voce le sue dimissioni.
Per molti, l’assessore sarebbe colpevole di aver approvato il calendario riduttivo con grande ritardo (il venerdì precedente all’apertura invece che il 15 giugno come previsto dalla legge nazionale 157/92) concedendo anche, in netto contrasto al parere ISPRA, il prelievo di Tortora, Pavoncella e Moretta. Una scelta che avrebbe reso certo il ricorso al TAR degli animalisti e inevitabile, vista la mancanza di tempo per discutere il ricorso, la decisione del giudice di sospendere in via cautelare il calendario.
La posizione di Rolfi è aggravata anche dal fatto che era stato avvisato con ampio anticipo del rischio a cui andava incontro approvando il calendario in ritardo. Lorenzo Bertacchi, presidente di Federcaccia Lombardia, ha infatti reso noto di aver avvisato l’assessore già Maggio, pronosticandogli esattamente quello che poi sarebbe successo. Ma a quanto pare il suo appello è rimasto inascoltato.
Mazzali: “Necessario rimuovere i dirigenti della DG Agricoltura”
Al fianco dei cacciatori si è subito schierata Barbara Mazzali, consigliere regionale di Fratelli d’Italia, che ha annunciato di aver chiesto al presidente regionale Fontana di rimuovere i dirigenti della Direzione Generale Agricoltura: “hanno dimostrato incapacità e impreparazione nella gestione tecnico amministrativa del calendario venatorio – accusa il Consigliere – provocando la sospensione decisa dal Tar qualche giorno fa”.
“La Direzione Generale Agricoltura per il secondo anno consecutivo – prosegue la Mazzali – è riuscita a mettere in ginocchio il mondo venatorio. Ci tengo a sottolineare che l’attività venatoria non può essere declassata a mera attività di divertimento, considerato che produce un importante indotto che genera migliaia di posti di lavoro e un’economia di eccellenza che produce quasi il 2% di PIL nazionale (espressione imprenditoriale lombarda). Quindi a pagare degli errori della Direzione Generale Agricoltura sono anche agricoltori, cacciatori, armerie, allevamenti, AATV e AFV“.
Il Consigliere incolpa anche le strutture provinciali: “Regione Lombardia non può più delegare le competenze di vigilanza a enti senza alcuna struttura adeguata come le Province, che non danno nemmeno attuazione ai piani di contenimento delle specie invasive”. Per questo la Mazzali ha chiesto a Fontana di rimuovere tutto il personale dirigenziale della DG Agricoltura e di intervenire con l’Assessore “al fine di garantire ai cittadini lombardi dirigenti con le professionalità adeguate e capaci di fare le corrette programmazioni”.
I cacciatori protestano e si preparano per la manifestazione del 1° ottobre
Nel frattempo, i cacciatori lombardi protestano e fanno sentire la loro voce sopratutto alla Lega, partito che governa la regione e che da sempre si professa al fianco del mondo venatorio.
Già mercoledì, a poche ore della pubblicazione della sentenza del TAR, a Torbole Casaglia Salvini, che aveva in programma un comizio a sostegno del candidato sindaco, è stato accolto dai fischi di un centinaio di cacciatori bresciani, che lo hanno assediato ricordandogli il sostegno promesso. Ieri è stata la volta di Pontida dove, sul prato in cui si svolge lo storico raduno della Lega, i cacciatori bergamaschi hanno organizzato una protesta al motto di “Incompetenti a casa nostra”.
Proteste che culmineranno nella manifestazione di venerdì prossimo, 1° ottobre, a Milano sotto la sede di regione Lombardia. Quasi tutte le associazioni venatorie hanno invitato i propri iscritti a partecipare e stanno organizzando pullman che partiranno da varie zone della regione. L’obbiettivo è portare migliaia di cacciatori sotto il Pirellone, tutti uniti dal colore arancione dei gilet da caccia, per pretendere dall’amministrazione regionale il rispetto che meritiamo.
Noi saremo presenti e l’invito che facciamo a tutti i cacciatori lombardi è di partecipare numerosi.
Secondo me quello che è successo per il calendario venatorio a Milano è un fatto grave perchè prima di tutto si è creato un
precedente che può essere divulgato anche alle altre Regioni,seconda cosa non è accettabile che si faccia orecchie da mercante difronte ad una richiesta di approvazione di un calendario venatorio trasmesso per tempo dalle associazioni venatorie,allora cosi non è necessario chiudere la caccia per decreto, basta fare orecchie da mercante come hanno fatto ed il calendario venatorio dell’anno in corso salta.
Mi auguro che tute le Associazioni venatorie si uniscano per affrontare con tenacia questi abusi antidemocratiche a sostegno di una libertà che la caccia ci da da quando è nato l’uomo.
Fiducioso che le Associazioni e qualche Ministro ci metteranno le mani per punire i responsabili di tali abusi e riformare i membri che compongono L’ISPRA in quanto si è caratterizzata incompetente e contro la caccia.
Distinti saluti.