Puglia, modificato il calendario venatorio. Caccia riaperta con limitazioni
La Regione ha adeguato in toto il calendario venatorio al parere ISPRA per consentire la riapertura della stagione venatoria
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Con un nuovo decreto dello scorso 9 ottobre il Consiglio di Stato ha risposto alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla Regione in merito allo stop della caccia imposto a seguito del ricorso presentato dall’associazione animalista VAS.
Chiarimenti dal Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha chiarito che con il precedente decreto si è disposta “la sospensione delle sole parti oggetto di appello”, dando alla Regione la facoltà di riaprire la caccia già da sabato prossimo 12 ottobre adeguando il calendario venatorio alla sospensione.
Inoltre, il Consiglio di Stato ha anche accolto le istanze della Regione Puglia e degli interventori ad opponendum di abbreviazione dei termini, anticipando la data dell’udienza della camera di Consiglio al 17 ottobre 2019.
Modifiche al calendario venatorio
A seguito dei chiarimenti del Consiglio di Stato la Regione ha approvato una nuova delibera, la n. 1805 del 10 ottobre, che modifica il calendario venatorio adeguandolo in toto al parere ISPRA (come era stato richiesto dalle Associazioni venatorie) e che quindi consente la riapertura della stagione venatoria già a partire da sabato 12 ottobre.
Questi nuovi periodi di prelievo:
- Tortora dal 15 settembre al 20 ottobre (solo d’appostamento)
- Quaglia dal 2 ottobre al 10 novembre (prima era 15 settembre al 17 novembre)
- Merlo 15 settembre al 29 dicembre
- Allodola dal 2 ottobre al 30 novembre (solo d’appostamento) (prima chiudeva al 15 dicembre)
- Lepre dal 15 settembre all8 dicembre (prima chiudeva al 29 dicembre)
- Starna dal 2 ottobre al 30 novembre
- Fagiano dal 2 ottobre al 30 novembre (prima chiudeva il 29 dicembre)
- Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena dal 2 ottobre al 19 gennaio (a gennaio solo d’appostamento) (prima chiudeva il 29 gennaio)
- Beccaccia dal 6 ottobre al 31 dicembre (prima chiudeva il19 gennaio)
- Beccaccino dal 2 ottobre al 29 dicembre (prima chiudeva il19 gennaio)
- Alzavola, Mestolone, Canapiglia, Fischione, Germano reale, Codone, Moriglione, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione e Pavoncella dal 2 ottobre al 19 gennaio (prima chiudeva al 29 gennaio)
- Colombaccio dal 9 ottobre al 15 gennaio (prima chiudeva al 29 gennaio) e nei giorni 1,2, 5 e 9 febbraio(a gennaio e febbraio solo d’appostamento)
- Cornacchia grigia, Ghiandaia, Gazza dal 9 ottobre al 15 gennaio (prima chiudeva al 29 gennaio) e nei giorni 1,2, 5 e 9 febbraio(a gennaio e febbraio solo d’appostamento)
- Volpe dal 15 settembre al 29 gennaio
- Cinghiale dal 2 novembre al 29 gennaio
Per l’utilizzo delle munizioni atossiche nella caccia al Cinghiale, questione presente in appello, la Regione ha rimandato la decisione alla Sezione Gestione Sostenibile delle Risorse Naturali e Forestali.
Ora non resta che attendere la decisione del Consiglio di Stato nella seduta del prossimo 17 ottobre, a seguito della quale il calendario venatorio potrebbe essere modificato nuovamente (sia in positivo che in negativo).
Qui il testo integrale della delibera regionale.
Buconi, FIdC: “Servito un cioccolatino avvelenato”
Il Presidente di Federcaccia, Massimo Buconi, è intervenuto con parole dure contro la decisione presa dalla Regione Puglia. Infatti, nonostante fossero state proprio le Associazioni venatorie, prima di ricevere i chiarimenti del Consiglio di Stato, a richiedere l’adeguamento al parere ISPRA, secondo Buconi la Regione dopo aver ricevuto i chiarimenti si sarebbe potuta tranquillamente discostare dal parere ISPRA per tutte le specie che non erano oggetto di appello.
Qui il video dell’intervento di Buconi.
Chiedo se il Consiglio di Stato ha deliberato in merito al calendario pugliese o se tutto rimane esattamente com’è dopo l’autogol delle aassvv e della regione dopo il ricorso ambientalista. Poiché se nulla cambia, neanche per gli storni in feroga, la stagione di caccia in puglia è praticamente chiusa il 19 gennaio
Finchè a decidere sulla caccia saranno persone che non hanno nè la preparazione nè le capacità di farlo i cacciatori non potranno che soccombere sempre.
Inoltre, chi di tali persone ha mai affrontato il problema degli storni?
Noi in Puglia non possiamo cacciare le centinaia di milioni di storni, che producono danni ingenti agli ulivi, alle verdure, ai bucati stesi al sole e alla pulizia nelle città e, se si spara un solo storno, è reato penale ed è previsto il sequestro dell’arma. Qualcuno ha pensato a una “class action” dei cacciatori per ottenere il rimborso della quota dei versamenti effettuati per le giornate di caccia perse per via della sospensione? Meditate cacciatori, meditate!!!!!
Siamo all’azzurro ed al paradossale. L’istituto dell’ ISPRA doveva solo dare pareri non vincolanti. Invece, dopo aver insediato tutti i loro rappresentanti, le varie associazioni ambientaliste, pretendono che il parere dell’ISPRA diventi vincolante.