Toscana, nessuna risposta da Ispra. Resta la chiusura anticipata per 9 specie
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“Ad oggi purtroppo nonostante sia trascorso quasi un mese dalla richiesta, non abbiamo ancora avuto risposta dall’Istituto del Ministero dell’ambiente tenuto a fornire i pareri rispetto ai calendari venatori regionali, obbligatori per legge. In assenza di tale parere infatti non è possibile per la Regione l’approvazione, in tempi utili per mettere in campo azioni correttive, di atti che possano in qualche modo ripristinare il calendario venatorio originario, poiché tale atti risulterebbero illegittimi con gravi conseguenze anche dal punto di vista penale.”
Così ieri l’assessore Marco Remaschi ha commentato la mancata risposta da parte di ISPRA alla richiesta avanzata dalla Regione Toscana di un parere aggiuntivo sulla possibilità di reintegrare le giornate di caccia sottratte dalla sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 17 dicembre.
La sentenza del Consiglio di Stato
Una sentenza arrivata a seguito del solito ricorso animalista e che, in netto contrasto con quanto affermato poche settimane prima dal Tar della Toscana, ha portato alla chiusura anticipata per ben 9 specie:
- Merlo, chiusura anticipata al 18 dicembre 2018, anziché 31 dicembre
- Cornacchia grigia, Ghiandaia, Gazza: chiusura anticipata al 17 gennaio 2019 (16 gennaio ultimo giorno di caccia), anziché 31 gennaio
- Alzavola, Marzaiola e Germano Reale: chiusura della caccia dal 17 gennaio 2019 (16 gennaio ultimo giorno di caccia), anziché 31 gennaio
- Colombaccio: chiusura della caccia dal 17 gennaio 2019 (16 gennaio ultimo giorno di caccia), anziché 31 gennaio
- Beccaccia: chiusura della caccia dall’11 gennaio 2019 (10 gennaio ultimo giorno di caccia), anziché 31 gennaio
La richiesta del Parere ISPRA
La Regione, incalzata dalle associazioni animaliste e ritenendo comunque valide le motivazioni che avevano portato alla redazione del proprio calendario venatorio, lo scorso 20 dicembre aveva richiesto d’urgenza un parere aggiuntivo ad Ispra rispetto alla possibilità di reintegrare con nuovo atto le giornate di caccia decurtate dal provvedimento giudiziario.
Un parere che ad oggi non è arrivato e senza il quale la Regione non ha voluto prendersi la responsabilità di ripristinare il calendario venatorio.
“Il nostro calendario – ha affermato Remaschi – è redatto secondo i più aggiornati dati scientifici disponibili a livello europeo e per questo riteniamo, come confermato anche dal primo pronunciamento del Tar, che quanto previsto consentisse una gestione venatoria sostenibile di tutte le specie cacciabili, comprese quelle oggi oggetto di chiusura anticipata. Riteniamo quindi che quanto ordinato dal Consiglio di Stato sia una limitazione dei diritti legittimi dei cacciatori, verso i quali manifestiamo la nostra solidarietà, ribadendo che la responsabilità di quanto sta avvenendo è da attribuire unicamente all’autorità giudiziaria verso la quale, in queste condizioni, non abbiamo alcuna possibilità di intervento”.
Il commento della CCT
“L’assessorato e la maggioranza di governo della Regione hanno gettato la spugna“, ha commentato la Confederazione Cacciatori Toscani. “Con un comunicato laconico e notarile – prosegue – ieri sera sembra essersi conclusa una fase nella quale, come da noi più volte sostenuto, la Regione Toscana avrebbe potuto e dovuto superare gli esiti di questa ingiustificabile sentenza con il coraggio e l’autorevolezza che le compete. A noi e a tutti i cacciatori non bastano certo gli attestati di solidarietà che l’Assessore si è sentito in dovere di rappresentare, ne tantomeno saremo disposti ad assistere al solito “scaricabarile” sulle responsabilità”.
“Non vi è dubbio – continua la CCT – che la sospensiva e la chiusura anticipata alle specie (Beccaccia, Colombaccio, Merlo, Corvidi e Anatidi) non è frutto di una volontà della Regione Toscana; ciò non toglie però il fatto che in questo lungo lasso di tempo la stessa non abbia fatto quanto necessario per giungere ad una soluzione positiva del problema. Il mancato parere dell’ Ispra non può essere considerato il “parafulmine” della situazione, ne è possibile accettare le motivazioni di un diniego e di una mancanza da parte di un organo dello Stato e del Ministero, che per legge deve fornire pareri, che si è pensato di superare maldestramente con una tardiva, quanto inutile riunione organizzata a tempo scaduto. Il parere Ispra in realtà era già in precedenza stato fornito per la stesura del Calendario Venatorio. Un parere che non è stato intaccato dall’ordinanza del Consiglio di Stato e che sarebbe stato nuovamente necessario solo per motivare una eventuale estensione dei tempi di caccia al 10 di febbraio; non per riconfermare i tempi stabiliti dal Calendario.
“E così, anziché procedere speditamente per l’approvazione di una Delibera risolutiva o su una eventuale modifica di Legge – prosegue il comunicato della CCT – si è continuato a proseguire su una strada senza sfondo. Le scelte possibili da intraprendere sotto il profilo legislativo ed amministrativo erano e rimangono la via maestra che purtroppo non è stata perseguita.Per questo, ci troviamo costretti a dover registrare una grave sconfitta non solo per i cacciatori, ma soprattutto per la politica e la credibilità di tanti suoi esponenti. Una ferita che può essere risanata solamente con il coraggio e con gli atti necessari che anche oggi, qualora si volesse, il Consiglio Regionale potrebbe intraprendere. Inoltre, rimangono da chiarire gli effetti che si determineranno per la caccia nelle ZPS ed in altre aree dove non si è svolta la preapertura. Una precisazione urgente quanto inderogabile che la Confederazione Cacciatori Toscani torna a chiedere con forza alla Regione al fine di tutelare i cacciatori che svolgono l’attività venatoria in tali zone.
“Per quanto ci riguarda – conclude la Confederazioni Cacciatori Toscani – continueremo a resistere e rafforzare la battaglia futura sia nelle sedi di giudizio (TAR), sia per le proposte che dovremo formulare per il prossimo Calendario Venatorio, consapevoli che lo strappo che si è venuto a creare con la politica e la credibilità delle Istituzioni, caratterizzerà il nostro futuro atteggiamento. Lo “schiaffo” ricevuto dai cacciatori, non prevede che si porga l’altra guancia. Ad ognuno le proprie responsabilità!