Status di salute della Beccaccia: il punto di vista di Federcaccia
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Mai come in questa stagione venatoria si è discusso molto sullo stato della popolazione europea di Beccacce. Le ondate di gelo primaverile nelle zone riproduttive e le siccità nelle zone di svernamento sembrerebbero (il condizionale è d’obbligo) aver incrinato lo status di salute della popolazione, avendo come effetti una scarsa presenza di giovani individui e una riduzione nel numero di prelievi. Tanto che uno dei più noti esperti italiani della specie è arrivato a chiedere l’immediata sospensione del prelievo venatorio su tutto il territorio nazionale.
Fra favorevoli e contrari quest’appello ha generato sui social una lunga sequela di discussione, e nei giorni scorsi è arrivata anche la replica dell’Ufficio Avifauna migratoria di Federcaccia e dell’Associazione Amici di Scolopax che hanno dichiarato di non condividere “gli allarmismi e le proposte limitative in circolazione“, invitando “tutti i cacciatori a seguire le regole dettate dalle normative e quelle etiche di un prelievo frutto di confronto leale col selvatico”. Di seguito il testo integrale del loro comunicato.
Siamo contrari all’emotività applicata alla ricerca e al “mito” quando si parla di scelte di gestione, che si devono basare solo su fatti oggettivi.
Negli ultimi giorni sono stati resi pubblici sui media di vario genere interventi riguardanti la situazione delle popolazioni di beccaccia in quest’annata venatoria e valutazioni sulla definizione della specie nei testi di riferimento della Commissione Europea.
Alcuni di questi interventi propongono provvedimenti di riduzione dei prelievi sulla specie.
Su questi punti si esprimono le seguenti considerazioni:
- Le definizioni ufficiali UE delle specie di uccelli possono essere non condivise, ma bisogna portare dati e studi a supporto. Le diminuzioni dei prelievi registrate in Francia, esposte senza il numero di cacciatori e lo sforzo di caccia non sono informative. In Francia è diminuito il numero di cacciatori, quindi se non si fornisce questo dato non si possono trarre conclusioni.
- Le stagioni riproduttive della beccaccia, così come quelle di tutte le specie, sono variabili da un anno all’altro, così come gli andamenti climatici. Questi fattori fanno modificare le presenze su vari territori e di conseguenza il prelievo e la struttura della popolazione oggetto di questo. Ciò non significa che la caccia diventi un fattore negativo a livello di popolazione complessiva.
- I provvedimenti di gestione vengono presi a livello internazionale dall’Unione Europea su tutte le specie migratrici, dopo attente valutazioni e serie pluriennali di dati provenienti da organismi di studio. Questo perché è noto a tutti gli studiosi che le specie selvatiche hanno tassi di mortalità, natalità e sopravvivenza variabili negli anni e non basta un anno di presunta riduzione del successo riproduttivo per considerare una specie come “a rischio”.
- In Italia la beccaccia è soggetta in tutte le regioni a limiti di prelievo giornalieri e stagionali piuttosto stretti, mantenuti anche dopo che il Piano di gestione non è stato rinnovato e dopo che la specie è stata riconsiderata come “Least concern”. Inoltre, la beccaccia è soggetta in tutte le regioni al “protocollo di emergenza freddo”. Diverse regioni chiudono la specie il 20 gennaio, poche il 31 e alcune già il 31 dicembre. L’abbattimento deve essere annotato immediatamente sul tesserino e in varie regioni la caccia comincia un’ora dopo le altre forme ed è ovviamente vietata la caccia d’appostamento alla specie.
- Ne consegue che la specie beccaccia è soggetta a regole di gestione venatoria ben più articolate e strette rispetto a tutte le altre specie migratrici, pur trovandosi in una condizione demografica più favorevole di molte altre.
- Il prelievo venatorio non è stato mai considerato una causa principale nel declino della beccaccia nel precedente Piano di gestione ed è evidente a tutti coloro che seguono le sorti degli uccelli selvatici europei quante specie non soggette ad attività venatoria sono in diminuzione.
Per questi motivi FIDC-Ufficio Avifauna Migratoria e Amici di Scolopax non condividono gli allarmismi e le proposte limitative in circolazione, ma invitano tutti i cacciatori a seguire le regole dettate dalle normative e quelle etiche di un prelievo frutto di confronto leale col selvatico.
Federazione Italiana della Caccia Ufficio Avifauna Migratoria
Amici di Scolopax
Photo credit: Langham Birder Woodcock 100110 IMGP3373 via photopin (license)