TAR e calendari venatori, chiusure anticipate in 6 regioni a causa dell’aggiornamento (discutibile) dei KC 2021
Dopo Sardegna, Campania e Marche anche i ricorsi in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna hanno portato all'anticipo delle date di chiusura per varie specie. La colpa è tutta dell'aggiornamento 2021 dei Key Concepts italiani fatto da ISPRA.
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Negli ultimi giorni i TAR di Lombardia e Veneto si sono espressi in via definitiva sui ricorsi contro i calendari venatori 2023/2024, accogliendo parzialmente le richieste animaliste e anticipando così le date di chiusura della caccia a diverse specie.
Queste riduzioni dei periodi di caccia si aggiungo a quelle già decise alcuni mesi fa dai TAR di Sardegna, Campania e Marche (di cui vi avevamo già dato conto in questo articolo) e a quelle forzatamente applicate in Emilia Romagna, regione in cui il TAR non ha rispetto l’ordinanza del Consiglio di Stato che gli imponeva di esprimersi sul ricorso entro il 31 dicembre. A queste potrebbe aggiungersi anche la Sicilia dove la discussione di merito del ricorso contro il calendario 2023/24 è fissata per il 10 gennaio.
Lombardia, chiusura anticipata per Beccaccia, Cesena e Sassello
In Lombardia il 23 dicembre è stata pubblicata la sentenza definitiva sul ricorso presentato dalla LAC. I giudici hanno accolto la richiesta di anticipare le date di chiusura per Beccaccia, Cesena e Tordo sassello. La motivazione è quella che abbiamo visto applicata più e più volte: discostamento dal parere ISPRA senza adeguata motivazione.
Per Cesena e Tordo sassello la chiusura sarà anticipata al 10 gennaio, come indicato da ISPRA, per soddisfare la “necessità di prevedere un’unica data di chiusura della caccia nel caso di gruppi di specie caratterizzate da un aspetto morfologico simile e/o che frequentano gli stessi ambienti (zone umide) e/o che vengono cacciate con modalità analoghe”. La caccia alla Beccaccia chiuderà invece il 31 dicembre, un mese prima rispetto alla data fissata nel calendario venatorio 2023/24. In questo caso, secondo i giudici la regione ha motivato il discostamento sul periodo di migrazione ma non ha presentato “nessun dato in merito all’elevato grado di vulnerabilità della specie sostenuto ISPRA”.
Non è stata invece accolta la richiesta di anticipo della chiusura per le specie acquatiche che, quindi, resta fissata al 20 gennaio per la caccia in forma vagante e al 31 gennaio per la caccia da appostamento. A questo link il decreto con cui Regione Lombardia ha dato esecuzione alla sentenza del TAR.
Veneto, per il TAR i dati EURING non bastano, chiusura anticipata per Acquatici e Tordi
Anche in Veneto il TAR ha deciso per un parziale accoglimento del ricorso animalista: chiusura anticipata al 10 gennaio per Cesena, Sassello e Bottaccio, e al 20 gennaio per Germano reale, Folaga, Gallinella d’acqua, Alzavola, Canapiglia e Codone.
La motivazione, che sostanzialmente simile a quelle indicata dal TAR lombardo, è piuttosto discutibile. La regione si è discostata dal parere ISPRA basandosi sui periodi di migrazione riportati nell’Atlante Europeo delle Migrazioni del progetto EURING che in sostanza è lo strumento scientifico più aggiornato e completo sullo studio della migrazione di 300 specie di uccelli nell’area Euroasiatica, ma secondo i giudici questo non è sufficiente. Questi dati si discostano da quelli indicati nell’aggiornamento dei Key Concepts 2021 e quindi, secondo il TAR, “permanendo una situazione di incertezza scientifica sull’inizio della data di migrazione prenuziale della specie in considerazione la Regione avrebbe dovuto applicare il principio di precauzione aderendo al parere dell’I.S.P.R.A., che si fonda su uno studio scientifico validato a livello europeo e attendibile per la qualità, la completezza e l’aggiornamento delle informazioni”.
Emilia Romagna, il TAR non fissa l’udienza in tempo, chiusura anticipata per Acquatici, Turdidi e Beccaccia
In Emilia Romagna il TAR aveva già preso la decisione di chiudere anticipatamente la caccia ad Acquatici, Turdidi e Beccaccia con l’ordinanza cautelare del 7 settembre, di cui vi avevamo parlato in questo articolo.
Contro questa decisione la regione è subito ricorsa al Consiglio di Stato che con l’ordinanza del 20 ottobre ha stabilito che il TAR doveva anticipare la trattazione di merito del ricorso (inizialmente fissata per il 16 marzo 2024) così da potersi esprimere entro il 31 dicembre sulle date di chiusura. Nonostante l’ordinanza del Consiglio di Stato “e i numerosi solleciti di fissazione dell’udienza presentati dai legali della Regione”, il TAR non ha fissato l’udienza di merito in tempo utile, così l’amministrazione regionale è stata costretta a dare esecuzione alla prima ordinanza cautelare adeguando le date di chiusura a quelle indicate da ISPRA.
Quindi, chiusura al 31 dicembre per la Beccaccia, chiusura al 10 gennaio per Cesena, Sassello e Bottaccio, e chiusura al 20 gennaio per Germano reale, Canapiglia, Fischione, Codone, Mestolone, Marzaiola, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione, Beccaccino, Frullino. A questo link trovate il testo della delibera con cui la regione ha dato esecuzione all’ordinanza del TAR.
Le chiusure anticipate già disposte in Sardegna, Campania e Marche
In Sardegna il TAR si è espresso sul ricorso in sede collegiale lo scorso 18 ottobre. I giudici hanno accolto in parte le richieste animaliste anticipando la data di chiusura della caccia a Cesena, Tordo bottaccio, Tordo sassello al 10 gennaio e quella per tutte le specie acquatiche al 20 gennaio.
In Campania il TAR si è espresso sul ricorso lo scorso 10 ottobre, decidendo anche qui di anticipare la chiusura della caccia per Cesena e Tordo sassello al 10 gennaio, allineandola a quella del tordo bottaccio già fissata per quella data.
Nelle Marche il TAR si è sempre in sede cautelare lo scorso 21 settembre decidendo di anticipare al 10 gennaio la chiusura per Beccaccia, Sassello, Bottaccio e Cesena.
Tutta colpa dell’aggiornamento 2021 dei Key Concepts
Insomma, nella stagione 2023/24 c’è stata una pioggia di anticipi delle chiusure e possiamo dire che la causa di tutto è l’aggiornamento 2021 dei Key Concepts Document, quelli in cui ISPRA ha fornito dati sui periodi di migrazioni di Alzavola, Tordi e Beccaccia che sono discrepanti e non allineati rispetto a quelli degli altri Stati membri dell’area del bacino del Mediterraneo (a dirlo è la stessa Commissione Europea); quelli che ISPRA ha prodotto senza istituire un tavolo di confronto con i portatori di interesse (come raccomandato dalla Commissione stessa) e senza considerare alcuni recenti e importanti lavori scientifici.
Sulla base di quei Key Concepts ISPRA da un parere scientifico sui calendari venatori, parere che il più delle volte diventa vincolante perché i giudici del TAR, anche quando le regioni presentano studi contrastanti, tirano in ballo il principio di precauzione non avendo né le competenze né l’interesse a valutare l’attendibilità scientifica dei Key Concepts italiani.
È ormai evidente a tutti quanto sia indispensabile riformare la legge sulla caccia, ripensando al ruolo di ISPRA e al modo in cui vengono raccolti e analizzati i dati sullo stato della fauna cacciabile in Italia.
Ma e’possibile che non esiste la possibilità di stabilire il calendario venatorio e di evitare con una normativa precisa che una volta pubblicato il calendario venatorio non si possa più fare ricorso al TAR ???Ma allora la giustizia veramente e’politicizzata??? E’una vergogna!!!!
Pato 58 . Bravo è vero, le nostre associazioni fanno ridere , come l’ISPRA solo stipendi pagati da tutti noi .Noi Cacciatori sciamo un bancomat per tutti questi signori.Per noi non fanno NULLA
È come stai dicendo purtroppo siamo solo dei
bancomat per questi signori il quale una volta approvato il calendario venatorio dovrebbero rispettarlo perché per quello abbiamo pagato
siamo alle solite Calimero…ecc ecc.il vero problema sono le cosidette associazioni venatorie e sopratutto la più grande è avete capito bene si capace di fare solo convegni seminari e c….e varie….tanto è sempre il Tar il colpevole…se non si incomincia a far capire a questi burocrati diventati ormai tali che potrebbero smettere di scaldare la poltrona in poco tempo e devono darsi da fare, del resto lì paghiamo per quello,tra 10 anni saremo ancora qui a leccarsi le ferite…ricordate l’assicurazione è obbligatoria..ma la quota associativa quella no…meditate gente meditate….
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dobbiamo capire che le associazioni venatorie sono come i sindacati x i dipendenti ( cacciatori ) fino a quando esse esistono i dipendenti/cacciatori ce la prendiamo in quel posto ricordiamoci di quando queste non esistevano i ns/nonni e genitori andavano a caccia senza tante manfrine, la caccia aveva un tempo di chiusura da tutti rispettato e si apriva in un’unica data; sono nate le associazioni dei cacciatori il cui scopo è quello di essere la prima donna a scapito di coloro che li appoggiano meditiamo colleghi meditiamo
io sono più di 20 anni che non faccio più tessere di associazioni, l’assicurazione la faccio x conto mio e quote non ne pago,ripeto da venti anni e sono a 48 licenze fatte e spero di farne ancora tante, quindi le associazioni venatorie x me possono chiudere, parlano parlano ma poi non ottengono mai nulla anzi da ultimo ci anno sempre tolto,ho periodi di caccia ho specie cacciabili, e lo dice uno che a gestito i rinnovi delle licenze di caccia di varie associazioni e lavorato nel mondo della caccia e pesca,x questo vi dico che fino a quando posso io vado a caccia e la soddisfazione di smettere non gliela dò, un saluto a tutti e sempre w la caccia.
Basta pagare è ora che qualcuno pensi al nostro disagio. Se ci tolgono devono anche rimborsarci.
ISPRA .Inutile carrozzone di pseudo ricercatori ,con dati basati sul sentito dire , ma ricompensati con lauti stipendi pagati anche da noi cacciatori .
Grazie sinistre
Siamo allo sbando totale. Mentre in tante regioni il TAR ha falciato le ultime giornate di caccia con ulteriori limitazioni “ cesene, tordi, ecc ecc, è notizia del 5 u.s. che in Basilicata per le stesse specie è stata prorogata la caccia fino al 31 Gennaio. Anche per la Puglia stretta confinante l’ultimo periodo utile è il 10 gennaio. Eppure facciamo parte della stessa nazione. Io proporrei a tutti i cacciatori del territorio nazionale di boicottare per un anno il rinnovo in modo tale da non fare entrare nelle casse dello stato tanti bei soldoni e mettere in crisi tutta la filiera, fiere comprese. Questa è la proposta che dovrebbero avanzare i nostri adorati rappresentanti.
bravissimo
fatevi pagare dai Consiglieri regionali che per prendere voti hanno deliberato calendari venatori assurdi e falcidianti la poca biodiversità che rimane.
Il calendario venatorio va discusso
prima del periodo di caccia con tutte le categorie pro e contro. Chi stabilisce le somme da pagare è responsabile del disservizio e ha il dovere di risarcire i cacciatori.
E ‘ giusto sono d’accordossimo con Luigi, quello che viene stabilito prima di pagare , deve essere rispettato , altrimenti dovrebbe essere rimborsato parte di quello versato.
Se vogliamo cambiare il tiro, dobbiamo fare come i francesi, altrimenti resteranno solo parole al vento. Pertanto, il lavoro dei rappresentanti dei cacciatori, è quello di indire assemblee in ogni luogo al fine prendere severi provvedimenti, fino al punto tale di una mobilitazione della categoria. Se poi i cacciatori non risponderanno a tali iniziative, non dovranno, poi lamentarsi. Giova fare presente che il problema riguarda tutti, anche a coloro che esercitano altri tipi di selvaggina, perché se non si mette un freno a tali ingiustizie gratuite, prima o poi, prenderà tutti.
quello che non capisco perchè questi personaggi si permettono di cambiare una legge dello stato a proprio favore
solo perchè ci sono giudici compiacenti ..In democrazia prima si cambia la legge e si applica no come adesso che si seguono idee balzane di quello che grida piu forte
il calendario venatorio viene pubblicato in estate,in esso sono già scritte le chiusure delle varie specie di selvaggina e la chiusura generale fissata appunto per il 31 gennaio.
il singolo cacciatore paga saporito per andare a caccia, per cacciare con quelle regole già prefissate, quindi è vergognoso che persone anticaccia
assieme al tar decidono di cambiare le carte in tavola quando li pare.
significa calpestare il diritto acquisito di ogni cacciatore.
e le associazioni venatorie in questo contesto che opposizione fanno?ma…… tanto le abbiamo già pagate.
il calendario venatorio dopo che è stato pubblicato non deve essere più modificato durante l annata venatoria .
i governi devono intervenire per non far modificare il calendario da nessuno e le associazioni venatorie si devono far sentire perché le paghiamo anche per tutelarci
non dovrebbero regalare più soldi a questi individui, perché dopo avere già versato ti cambiano le regole, non pagate più, oppure non date ascolto alle nuove regole
Prima o poi, dovrà pure essere arginata questa associazione a delinquere contro i cacciatori italiani. “Non può piovere x sempre” recitava l’attore di un famoso film.
vorrei sapere per favore le zone nell’ATC 5 Firenze dove si può cacciare la beccaccia con il cane fino al 31 gennaio
ciao rivoglio i soldi indietro