La Confederazione Cacciatori Toscani risponde a Libera Caccia
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Continua lo scambio di comunicati dai toni duri tra la Confederazione Cacciatori Toscani e Libera Caccia. L’ultimo, riportato di seguito, è della CCT che risponde alla accuse di contiguità con il Governo regionale mosse da Sisto Dati, Vicepresidente di Libera Caccia.
Il Vicepresidente vicario di Libera Caccia, Sisto Dati, nella sua “risposta” alla CCT a proposito della sentenza della Corte Costituzionale sugli Atc Toscani e sulla mancata approvazione da parte del Consiglio della Regione, l’8 giugno scorso, del provvedimento volto a garantire la continuità del funzionamento dei Comitati in attesa di una rivisitazione organica della legge, spara assurde bordate contro la Confederazione, accusandola di “contiguità” con il partito di maggioranza!
La Confederazione Cacciatori Toscani ha – e la rivendica con orgoglio – una sola contiguità: quella con i cacciatori, per la tutela dei loro diritti, per affermarne il ruolo insostituibile nella gestione di fauna e ambiente e biodiversità, nel mantenimento e ripristino degli equilibri indispensabili sul territorio.
E’ questa e solo questa la stella polare della Confederazione, che si confronta con tutta la politica e le Istituzioni in modo assolutamente aperto e trasparente, senza pregiudiziali e pronta, come la storia anche recente dimostra, ad esprimere apprezzamento e collaborazione per le scelte positive e ad opporsi senza tentennamenti di fronte a decisioni non condivisibili.
L’accusa è dunque senza fondamento alcuno, bastino le vicende degli ultimi mesi con le ben note posizioni della Confederazione sulla legge obbiettivo ungulati, posizioni non certamente allineate, anzi, con quelle del governo regionale: la verità è che mentre la CCT contrastava, faceva proposte, teneva assemblee, si impegnava per far si che comunque fossero introdotti elementi che non penalizzassero la caccia e garantissero la miglior gestione possibile, la Liberacaccia si faceva notare soltanto per la sua assenza ed il suo silenzio.
Non siamo tuttavia stupiti, perché ormai da tempo Liberacaccia ha rinunciato a confrontarsi sui fatti (per farlo, del resto, ci vogliono idee !) scegliendo l’esclusivo terreno della polemica interna al mondo venatorio, nella fino ad ora delusa speranza di conquistare qualche tessera in più: i cacciatori, per fortuna della caccia, sono persone intelligenti, capaci di capire dove finisce la realtà e comincia la maldicenza.
I fatti, appunto. Dicono che quando, oltre un anno fa, la Regione approvò la nuova legge con la riduzione del numero dei Comitati di gestione da 19 a 9 (con il mantenimento della suddivisione del territorio in sottoambiti corrispondenti ai vecchi Atc ai fini dell’accesso dei cacciatori), Libera caccia sollevò una sola questione: chiese di aumentare da 10 a 20 il numero dei componenti dei Comitati, con lo scopo di avere comunque riservata per se qualche poltroncina (in barba ai numeri e alla rappresentatività).
Oggi, non diversamente da allora, per Sisto Dati Vicepresidente vicario della Liberacaccia l’interesse generale – dei cacciatori, degli agricoltori, della gestione del bene comune fauna selvatica – passa in ultimo piano rispetto all’opportunità di approfittare della sentenza della Corte per riproporre l’impresentabile scambio fatto purtroppo proprio da una parte delle minoranze in Consiglio Regionale: via libera all’approvazione della “norma ponte” per assicurare intanto il funzionamento dei Comitati soltanto se viene aggiunto un comma, quello appunto che porta a 20 i componenti dei Comitati e garantisce posti a Liberacaccia!
Viviamo evidentemente, noi della CCT e i dirigenti della Liberacaccia, in due mondi diversi e per finalità ben differenti: per noi al primo posto c’è sempre l’interesse della caccia (e non c’è dubbio che in questa occasione l’interesse della caccia sia avere gli organi degli Atc subito funzionanti), per loro conta di più la prospettiva di assicurarsi un posto in qualche Comitato di gestione.
E, ancora per attenersi ai fatti , definimmo i dirigenti della Liberacaccia “Giapponesi” (non cinesi, come invece scrivono nella risposta) paragonandoli a quei soldati intrappolati ed isolati per decenni anche su isole deserte e convinti che ci fosse ancora da combattere contro gli Stati Uniti. La storia non è il forte del signor Sisto Dati che difatti non riesce ad andare oltre “sbirulino” come citazione. Lo abbiano potuto apprezzare, in tutta la sua sobrietà, circondato dal suo piccolo corpo d’armata, al Game Fair a Grosseto: uno stuolo di guardie volontarie fregiantesi di gradi di vario tipo, fino, ci pare, a quello di colonnello (ma forse i generali erano assenti) e armate di pistole e manette (forse avevano anche il pugnale nascosto al polpaccio). Guardare le foto per credere. Come si può replicare a chi si presenta in una pacifica manifestazione con pistole e manette? Si badi bene, indipendentemente dalla legittimità di tutto ciò, il punto è l’immagine che si dà della caccia al mondo esterno, quello che ci sta con gli occhi puntati e a cui cerchiamo con pazienza di spiegare che i cacciatori sono cittadini seri, gente che pensa a gestire fauna e territorio per praticare la propria passione ma anche nell’interesse collettivo e della biodiversità. Roba da “sbirulino” come ben s’intende.
Come quei soldati giapponesi: fuori dal mondo reale, estranei ai problemi veri della caccia, disinteressati ad ogni ricerca di risposte e soluzioni. E, a differenza dei giapponesi, senza l’alibi di essere rimasti isolati e dispersi non per loro scelta!
Ricorre il 185° dalla creazione di Pinocchio. Lo festeggeremmo volentieri pensando che anche Sisto Dati potrebbe ravvedersi come il famoso burattino creato dalla fantasia di Carlo Lorenzini: temiamo fortemente che sia, per il Tom Cruise de noantri, una mission impossible ma vogliamo essere ottimisti.
Firenze, 16 giugno 2016
Confederazione Cacciatori Toscani
(Federcaccia – Arcicaccia – ANUU)