In Piemonte 11 specie di uccelli acquatici “forse” torneranno cacciabili
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Il 28 luglio scorso il Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte, accogliendo in parte il ricorso presentato da Associazioni Venatorie, ATC e CA, ha sospeso in parte l’efficacia del calendario venatorio regionale 2016/2017, per il mancato inserimento di 11 specie di uccelli acquatici che sono cacciabili secondo la legge nazionale 157/92.
In sostanza per il TAR torinese risultava “ingiustificato (anche secondo la leale ammissione della difesa regionale) il mancato inserimento nel calendario venatorio delle specie fischione, canapiglia, mestolone, codone, marzaiola, folaga, porciglione, frullino, pavoncella, moretta e combattente, tutte incluse tra le specie cacciabili ai sensi dell’art. 18 della legge n. 157 del 1992 e delle linee-guida ISPRA”.
Per questa ragione, il TAR ha imposto alla Regione Piemonte di reinserire nel calendario venatorio, entro 20 giorni dalla sentenza, questi 11 uccelli acquatici tra le specie cacciabili.
Sembrava una sentenza senza possibilità di replica, l’ennesimo ricorso vinto dalle Associazioni Venatorie Piemontesi contro una Giunta palesemente schierata a favore degli anti-caccia, e invece, non c’è stato neanche il tempo per l’Ufficio Avifauna Migratoria di FIdC di esprime la soddisfazione per il risultato ottenuto, che è arrivata la dichiarazione choc dell’Assessore all’Agricoltura, Giorgio Ferrero.
In un articolo pubblicato il 2 agosto su la stampa dal titolo “Dopo vent’anni in Piemonte si torna a dare la caccia alle anatre” Ferrero ha dichiarato “l’assessorato ha già pronto un provvedimento legislativo per vietare la caccia a queste specie, come già fatto con la pernice bianca, la lepre variabile e l’allodola” spiegando che è prevista per oggi, giovedì 4 agosto un incontro in Regione per discutere la questione.
La risposta delle Associazioni Venatorie non si è fatta attendere, e con il comunicato congiunto, che vi riportiamo di seguito, hanno chiesto le dimissioni dell’Assessore.
Le scriventi Associazioni Venatorie riconosciute esprimono sconcerto ed imbarazzo di fronte alle dichiarazioni apparse oggi su “La Stampa”, nell’articolo a firma Maurizio Tropeano. A commento della recente ordinanza del Tar Piemontese, favorevole al mondo venatorio, in un inequivocabile virgolettato Giorgio Ferrero ha dichiarato: “l’assessorato ha già pronto un provvedimento legislativo per vietare la caccia a queste specie, come già fatto per pernice bianca, lepre variabile, allodola”.
Ciò appare ai nostri occhi incredibile, persecutorio e ritorsivo, quasi un delirio d’onnipotenza, nemmeno si potessero ogni volta ignorare sentenze od ordinanze del Tar, aggirando gli ostacoli con i pessimi artifizi di cui s’è dotata la politica moderna: il divieto di cacciare pernice bianca, lepre variabile e allodola (dopo le tre sentenze sulla pernice) fu inserito nel “collegato” alla legge finanziaria, documento essenziale per garantire l’esercizio finanziario della Regione, e dunque capace d’inglobare e divorare di tutto, quasi fosse un cosmico “buco nero” e non uno strumento legislativo.
Con cosa si riproverà ora? A quale provvedimento legge verrà affibbiato l’ennesimo inganno, l’ultima e peggior beffa ai danni di caccia e cacciatori piemontesi? Un nuovo emendamento?
Vedremo, per ora si sappia come il mondo venatorio non starà con le mani in mano, ma insorgerà nuovamente dopo essere già risorto il 10 giugno. Ordinanze e sentenze si rispettano, s’applicano e non s’aggirano.
Quanto a numeri o conteggi delle specie che l’Ordinanza Tar n.280/2016 considera nuovamente cacciabili, l’assessore ne cita alcune ma evidentemente dimentica, o forse non sa, come essendo queste “migratorie”, le valutazioni vadano fatte su dati internazionali, e come non abbiano alcun senso i dati sulle minime popolazioni nidificanti o svernanti in Piemonte, territorio che si trova al limite meridionale dell’areale riproduttivo, o fuori da quello di svernamento. La caccia a queste specie si svolge infatti sulla massa di migratori in transito autunnale verso i luoghi di svernamento. Diventa dunque indispensabile avvalersi di pareri qualificati, come quello che alleghiamo a titolo esemplificativo in merito al mestolone (che non è…quello della cucina!), ma che può essere egualmente prodotto per ogni altra specie:
Mestolone Anas clypeata (nuova tassonomia Spatula clypeata): nessuna proposta di divieto né di contingentamento dei carnieri da parte di ISPRA (vedi Guida ai Calendari Venatori ISPRA). Specie giudicata in stato “Depleted” in Unione Europea nel più recente rapporto sulle specie di uccelli selvatici. Specie giudicata LC (Least concern= minima preoccupazione) sia in Europa (UE + extra UE) che in UE nella recente RED LIST OF EUROPEAN BIRDS. Specie in incremento o stabile come svernante in Europa, vedi grafici sottostanti (www.wetlands.org). Specie in incremento moderato in Italia dal 1993 al 2010 e dal 2001 al 2010 (ISPRA Zenatello et al., 2014).
Va poi ricordato all’assessore come per tutti questi anatidi e migratori abbia ben poco senso riferirsi a situazioni locali, piemontesi, ma l’osservazione debba invece essere estesa a tutto il Paleartico Occidentale, così come l’interesse alla loro gestione e prelievo debba essere quanto meno europeo, a maggior ragione sapendo come la UE le consideri da tempo specie cacciabili negli Stati Membri. Non corrisponde al vero poi che queste siano… “specie assenti nella tradizione venatoria piemontese”, mentre è purtroppo vero il tentativo della Regione di farle scomparire dalle tradizioni di caccia, esistenti e molto forti in provincia di Vercelli, Novara e Cuneo e in parte anche Torino. Curiose peraltro le esternazioni dell’assessore Ferrero sulle tradizioni venatorie piemontesi, calpestate con i divieti di caccia a varie specie tra cui la pernice bianca, tradizione pura, e pure con consistenze numeriche che per questa stagione si preannunciano al massimo degli ultimi vent’anni, e procedure di monitoraggio e censimento eseguite seguendo alla perfezione “Linee Guida” della Regione e sotto il controllo e parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Sembra proprio che la quarta lezione ancora non sia bastata, e che il dialogo tra sordi non porti ad alcun risultato, specialmente quando viene meno il rispetto per il diritto di oltre venticinquemila cittadini, elettori e contribuenti.
Infine risulta tutto pretestuoso, ed anche ingenuo, voler nascondere talune inclinazioni animal-ambientaliste dietro l’arroganza di uno schermo di scientificità solido come i giochi di sabbia di fronte alla marea montante; appare vendicativo predisporre un nuovo “provvedimento legislativo” a danno dei cacciatori, mentre sarebbe più apprezzata un’immediata uscita di scena dell’assessore: quelle che nei Paesi civili, del Paleartico Occidentale e non solo, si chiamano DIMISSIONI!
Torino, 2 agosto 2016
Anuu Migratoristi, Federcaccia Piemonte, Enalcaccia, EPS, ANLC