Il lupo metropolitano e la diseducazione rurale
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Oggigiorno parlare di Lupi non suscita certo più lo scalpore che destava dieci anni fa’, quando da una totale assenza di avvistamenti al di fuori degli Appennini, delle Alpi e di qualche impervia zona demaniale, si passava ad accertare i primi avvistamenti in zone del tutto nuove… Più “civili” se vogliamo.
Adesso ci stiamo progressivamente abituando alla presenza di questo predatore (ed è sempre bene ricordare che di questo si tratta) su tutto il territorio nazionale e notizie di avvistamenti, predazioni ed incidenti stradali si susseguono ormai tutti i giorni alla tv, sui giornali e sui Social.
La campagna mediatica pro-lupo
Risale proprio a qualche settimana fa’ la tartassante campagna mediatica in difesa di questo predatore scaturita dalla possibilità all’interno del cosiddetto “piano Lupo”, al vaglio dei nostri politici e tutt’ora sospeso in fase di ripresentazione, di abbattere sotto forma di Controllo (e non di caccia) come ultima risorsa fino al 5% della popolazione.
Vediamo di essere obbiettivi, numeri alla mano se di numeri certi si può parlare (ma questo lo vedremo dopo) anche se il piano fosse stato approvato così come era, prevedendo in ultima risorsa l’abbattimento in selezione, quindi solo dopo aver constatato l’inefficacia di tutti gli altri mezzi a disposizione per la risoluzione di un determinato problema, la percentuale di Lupi uccisa sarebbe stata irrisoria rapportata al numero di Lupi che attualmente vivono in Italia; Allora perché tutto questo scalpore? Perché tutte queste iniziative in difesa del “Canis lupus” che hanno coinvolto anche molti personaggi “Noti”?
Un passo indietro
Per cercare di capire più a fondo il problema dobbiamo fare un passo indietro. Negli anni 70 la Specie contava in Italia circa 100 esemplari localizzati come singoli individui o ristrettissimi gruppi, sulle Alpi e sugli Appennini, lontani dall’uomo e lontani dalle abitazioni; sappiamo bene che i nostri nonni ed i nostri Bis nonni certo non riservavano loro un trattamento di favore (basti pensare alla figura del “Luparo”), quando vedevano messe in pericolo le loro esigue risorse di sostentamento quali: ovini, bovini ed altri animali domestici. Tutto questo ci offre un collegamento molto attuale in quanto oggi a quasi cinquant’anni di distanza sono proprio gli allevatori con il loro bestiame a pagare il prezzo più caro per l’incremento esponenziale del Lupo.
Adesso i lupi non sono solo in montagna ma sono più vicini a noi di quanto possiamo immaginare, ogni gruppo ha il suo areale in base alla disponibilità di risorse, e lo difende con i denti. Purtroppo sempre più spesso sentiamo di segugi da cinghiale e cani domestici sbranati dai Lupi, non perché siano cattivi ma perché semplicemente la loro natura li porta a difendere il territorio in cui vivono.
La situazione oggi
In Italia sono stimanti nel 2017 tra i 1200 ed i 2600 Lupi, tutto il divario nella stima della quantità è dovuto dal fatto che non esistono dati certi (ultimamente qualche stima più realistica da parte dell’ISPRA); mentre su cinghiali, Caprioli, Daini ed altri animali ci sono dati che si avvicinano molto di più alla verità grazie al lavoro di tecnici e cacciatori, per il Lupo non c’è nessun controllore ufficiale, neanche tutte quelle associazioni animaliste e ed ambientaliste che a suo tempo ne favorirono un secondo insediamento nel nostro Pese.
Il fatto allarmante è che questa specie in quarant’anni si è moltiplicata di circa 15-20 volte ed un incremento fuori controllo come questo, (favorito si come per quello dei cinghiali e dei caprioli dal progressivo abbandono delle campagne e dall’aumento delle superfici boscate, ma anche e soprattutto dalla totale assenza di predatori), non può essere senza conseguenze, reali o sociali che siano. In Maremma la culla dell’allevamento Toscana, negli ultimi anni hanno cessato la loro attività oltre 300 Pastori a causa di questo predatore ed attualmente se in Italia c’è una specie a forte rischio d’estinzione è proprio quella dell’allevatore.
Il lupo metropolitano
Se dati alla mano c’è una crescita del genere, i danni sono molteplici e spesso portano all’insorgere di varie problematiche come: uccisione di animali domestici, incidenti stradali, ibridazione con cani, bracconaggio e quant’altro, perché non viene fatto qualcosa di concreto? Perché il Lupo è sempre protetto come quando ce ne erano solo 100 esemplari e se viene proposta una qualche misura l’opinione pubblica insorge?
Secondo la mia opinione la vera causa scatenante dell’insurrezione pubblica (che poi di fatto è quella che causa tutti gli impedimenti alle azioni concrete delle autorità che provano a prendere provvedimenti sulla questione), e che impedisce alle persone di sviluppare un’opinione obiettiva, è la percezione che si ha di questo predatore negli ambienti cittadini, o comunque in tutte quelle realtà lontane dalla vita rurale: il problema è il “Lupo metropolitano”.
Se fino a qualche decade addietro chi abitava le città ritrovava direttamente nelle proprie radici comunque uno stretto collegamento con la campagna e la vita agreste, oggigiorno questo legame diviene sempre più flebile se non assente, e di fatto ci troviamo di fronte a persone che magari comprano uova al supermercato ma senza avere mai visto una gallina. Questa diseducazione rurale ha portato soprattutto negli ultimi anni all’insorgere di varie ideologie (basti pensare a tutti i movimenti animalisti estremisti), tra cui quella per cui il Lupo deve essere intoccabile, in quanto qualsiasi provvedimento da parte dell’uomo nei suoi confronti sarebbe bestiale ed incivile.
La disinformazione
Se condiamo tutto ciò con qualche fomentatore ad hoc, e vari (e disinformati aggiungerei) personaggi dello spettacolo schierati in difesa del canide, ecco traviata e fomentata la folla, ed in un batter d’occhio “il cattivo” della situazione diventa l’allevatore, che magari ha visto in una sola notte vanificarsi il lavoro di anni interi.
I veri problemi sulla “questione Lupo” sono l’informazione, che è poca ed alquanto approssimativa, e la disinformazione, che è tanta e troppo spesso strumentalizzata. Chi non vive la ruralità se non informato adeguatamente non potrà mai capire il problema; perché con un aumento demografico tale di questo si tratta e purtroppo sempre più si tratterà negli anni a venire, fino a quando sarà troppo tardi per gridare: “al lupo!! al lupo!!