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Campano Vs Beeper: Il punto di vista di un cacciatore con 40 anni di licenza

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Campano Vs. Beeper, ossia tradizione contro tecnologia nella caccia alla Beccaccia.
Ho letto molto su questo argomento negli ultimi tempi, e dopo 40 e più anni di licenza di caccia, tutti dedicati proprio alla caccia vagante con il cane da ferma e in particolar modo alla Regina, nel rispetto dell’etica venatoria, mi sento di dire la mia sulla questione.

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Non userò molti giri di parole e non andrò tanto per il sottile: sull’uso del Beeper o altro aggieggio elettronico durante la caccia vagante con uno o più cani da ferma, a Beccacce o altro, sono contrario a prescindere.

E’ per me un atteggiamento antisportivo!
Comodo per chi non presta la dovuta attenzione all’esercizio dell’arte venatoria e ancor di più per chi deve tenere a bada più di un cane. Pratico per chi non ha tempo – né voglia – di educare il cane. Ideale per tutti quei cacciatori che pretendono il cane telecomandato, scordando che trattasi di un animale, dotato di tale istinto che il più delle volte lo rende superiore a loro.

Cane e Cacciatore dovrebbero essere tutt’uno, in gergo venatorio si chiama “collegamento” e il Campano è lo strumento più efficace per ottenerlo… oltre, naturalmente, al tempo che dedicheremo al nostro ausiliare sul terreno di caccia e non solo.
Più saremo “legati” al nostro Amico a quattro zampe, più Lui sarà felice e farà felici noi.

La vera Caccia è emozione

La Vera Caccia è quando si esercita nel territorio libero e quando la giornata ti dà un’emozione, quando hai sempre la consapevole incertezza sull’andamento della battuta, quando la sfida con il selvatico avviene il più possibile ad armi pari, nel rispetto delle antiche tradizioni, della Natura e della Caccia stessa.

E’ soprattutto una questione di lealtà, non cacciamo più per la pentola e dovremo accontentarci del poco.

Invece, ahimè, le manie di protagonismo e dell’apparire, con il dilagare della tecnologia, hanno preso il sopravvento… tutto è diventato lecito, anche quello più illecito, pur di avere nel carniere un “pezzo” in più degli altri!

Ma la Caccia non è questa, quella Vera infatti, “non è per tutti, per molti, ma non per tutti. Non è una convinzione per una limitazione sociale, anzi, è una selezione per persone che devono fruire di quella passione perché sono portatori sani di valori che vanno oltre gli interessi materiali. Per molti, difficili concetti da capire, ma finezze importanti che distinguono un Cacciatore da uno qualsiasi che porta un’arma senza conoscerne il perché. Eredità di una cultura di altri tempi dove questo tipo di attività era, specie nella nostra realtà, una condizione ed opportunità per far crescere quei valori che il regresso anti-culturale odierno sta annullando ogni giorno di più”, parole dell’amico Dimoniu Sardu.

Siamo già abbastanza avvantaggiati

Credo che la Caccia, anche e soprattutto alla Beccaccia che soffre tra l’altro di tanta pressione venatoria, non debba prescindere dall’uso o dalla ricerca di mezzi tecnologici, mi sembra d’altronde che siamo oltremodo avvantaggiati già con quello che abbiamo sempre avuto

Non mi si venga a dire poi che… “il cane allarga troppo”… oppure… “ho difficoltà a sentire il campano”“ho il cane lungo e non riuscirei a controllarlo”… o scuse di questo genere.
Mi ripeto, basterebbe “educare” bene il nostro ausiliare e, magari, prestargli la dovuta attenzione che tutto si risolverebbe per il meglio.

Cane da fucile…

Il cane deve servire il fucile, si diceva una volta! Si è andati a Caccia così per una vita, leali e rispettosi del selvatico e degli altri cacciatori, leali e rispettosi dell’ambiente del bosco dove certi suoni sono inesistenti.
E oggi non possiamo fare a meno del beeper?
La verità è che non “vogliamo” farne a meno!
La comodità, oggi, è ormai parte integrante della vita e molti cacciatori, con il copia-incolla l’hanno trasferita anche sulla Caccia.

Il campano come uno spartito musicale

Oltretutto con il solo campano possiamo godere di tutta la poesia della Caccia, il suono stesso del suo rintoccare è un tutt’uno con l’ambiente circostante, a differenza del bip-bip “marziano”.

Personalmente paragono il campano allo spartito musicale, una volta fatto l’orecchio alle note, con l’esperienza e il giusto collegamento con il nostro ausiliare impareremo a riconoscerne tutti i suoi movimenti e le sue intenzioni.
E se anche qualche selvatico fosse più furbo dovremo solo levarci tanto di capello e inchinarci… avremo la possibilità di riprovarci in un’altra occasione e ci servirà, inoltre, per affinare la nostra tecnica e quella del nostro cane.

Senza contare che il Campano è di facile utilizzo, dura nel tempo, è meno costoso, meno ingombrante e a seconda del modello si possono ottenere diverse tonalità da adeguare alla giornata di caccia.
Inoltre per i più esigenti si possono trovare sul mercato dei modelli di campano artigianali, fatti a mano, dove incidere il nome o le gesta del vostro cane.

Non solo beeper

Diceva Arkwinght, grande cinofilo e cacciatore: “Il semplice fatto di far cadere la selvaggina non costituisce affatto la Caccia… come la conoscenza delle rime non costituisce la Poesia”. Invece oggi, ahimè, come diceva qualcuno… sono tutti “imparati” e scelgono la via più facile per “fare carniere”.

L’aiuto da casa è ormai una prassi, come la ricerca dell’ausiliare che vada possibilmente a mille all’ora una volta posate le zampe sul terreno. E, quindi, non solo beeper! Ma addirittura collari gps per avere la situazione sempre sotto controllo, per ammazzare di più e per forza… mica per “andare a Caccia” rispettando, ad esempio, le regole della Regione Sardegna dove si possono abbattere non più di tre Beccacce a giornata per un massimo di venti Beccacce a stagione.

Con il collare Gps il Cane è diventato addirittura un pallino che si muove sul monitor dove si ha lo sguardo fisso nell’attesa che il pallino stesso si fermi ad indicare che è in ferma. Quindi non resta che raggiungere l’ausiliare per cercare di servirlo. Solo per il carniere, come un gioco elettronico…

Questa è diventata la Caccia, oggi?

La bellezza del lavoro del cane, dall’effluvio della prima traccia all’avvicinamento… fino alla ferma finale, è passato in cavalleria? Conta solo l’ultimo atto, quello di sparare per ammazzarne una in più degli altri?

Non ho mai “cacciato” con il Beeper, l’ho provato diversi anni fa, era appena uscito in commercio e volevo valutarne la possibilità di utilizzo. Lo provai per un paio di uscite d’allenamento infrasettimanali proprio a Beccacce, ma non in giornata di caccia. Non mi era piaciuto da subito, assolutamente no, tant’è che l’avevo rivenduto immediatamente. Non mi trovavo proprio. L’abitudine al campano era tanta e per nessun motivo ne avrei fatto a meno. So bene di far parte di una piccola schiera di cacciatori che non lo usa, ma non mi sono mai pentito.

Un po’ come l’uso del calibro 20 che mi accompagna da oltre 40 anni, ereditato geneticamente da mio padre.
Con il campano posso godere di ogni Regina attimo per attimo, nel silenzio più assoluto dell’ultimo atto.

Mi chiedo solo: “Continuando di questo passo… dove arriveremo?”

Photo Credit Barna Tanko/Shutterstock

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Silvio Di Carlo
Silvio Di Carlo
7 anni fa

Ho 72 anni,vado a caccia ufficialmente ( con licenza)dall’età di 17,sono stato e sono un accanito appassionato di coturnici e beccacce,anche se ho alternato con papà,mio maestro e guida,la caccia a coniglio selvatico e lepre.Ho avuto sempre degli ottimi esemplari di pointer,ed ancora oggi ne ho 3 uno di 10 anni una di 5 e una di due ed ho sempre adoperato con il campano.Disdegno le cose elettroniche perchè a mio parere snaturano l’attività venatoria.Spero continuare a cercare beccacce sino al giorno che appenderò lo schioppo al fatidico chiodo.

Ferruccio Olmeneti
Ferruccio Olmeneti
1 anno fa

Buona sera sono d’accordissimo con il sig. Silvio l’ha vedo totalmente come lui,anzi nonostante abbia sempre cacciato con cani inglesi pointer o setter senza differenza non uso neanche di campano e collare x evitare che il cane resti impigliato ,cmq sono contento che ci sia ancora petsone che l’ha vedano come ciao buona sera

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