Basilicata

Basilicata, 9400 cinghiali abbattuti nel 2017. Per Coldiretti, un’inezia

“Oltre 9400 cinghiali complessivamente abbattuti in attività venatoria e di controllo, in Basilicata nel 2017. Oltre 1200 capi sottoposti a controllo trichina, di cui 737 conferiti a uno dei 3 macelli autorizzati alla lavorazione della selvaggina, per il primo anno in Basilicata. Un trend positivo, di crescita di numeri dei capi abbattuti, rispetto agli anni precedenti, frutto di una organizzazione sempre più efficace avviata verso la creazione della filiera completa lucana, a conferma l’utilità delle azioni messe in campo per le politiche venatorie volte ad arginare il fenomeno della presenza numerica elevata della specie cinghiale nella nostra Regione.”

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Così l’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Basilicata, Luca Braia, ha voluto sottolineare il lavoro messo in atto nello scorso anno dalla Regione per fronteggiare il problema cinghiale e trasformarlo in una risorsa economica: l’obbiettivo, infatti, è quello di aumentare il numero di abbattimenti attraverso interventi di formazione, sensibilizzazione ed educazione di cacciatori e selecontrollori e allo stesso tempo creare una filiera di lavorazione delle carni che possa favorirne la vendita e il consumo, garantendo la massima tracciabilità e sicurezza alimentare.

Abbattimenti in aumento

Dai primi dati forniti dai 5 ATC regionali al Dipartimento Politiche Agricole e Forestali (dati seppure ufficiali non ancora completi, in quanto è ancora in atto la fase di verifica e controllo dei registri degli abbattimenti a chiusura dell’anno venatorio) risulta effettivamente un lieve aumento degli abbattimenti: nel 2017 sono stati prelevati circa 8600 i cinghiali durante il periodo di attività venatoria (circa 800 capi rispetto al 2016) e 753 durante l’attività di selecontrollo nei 600 siti di prelievo posizionati sul territorio a caccia programmata (con un netto aumento rispetto ai 150 capi del 2016).

Squadre e attività di controllo

Le squadre impegnate nei prelievi effettuati durante il periodo venatorio sono state 373, con carnieri che vanno oltre i 150 capi. “Gli ATC – commenta l’Assessore – registrano ad oggi squadre che hanno dichiarato un carniere di oltre 150 capi abbattuti ma al contempo anche squadre che non hanno registrato alcun capo, un dato che appena possibile sarà analizzato e correlato alla distribuzione territoriale, anche al fine di comprendere in quali aree della Regione è maggiormente concentrata la popolazione della specie Sus Scrofa”.

Mentre “sono già 58 i cacciatori ad aver ottenuto l’abilitazione a conduttore di cane limiere, al termine del primo corso per la qualifica regionale – fa sapere l’assessore Braia – ed altri corsi sono programmati nelle prossime settimane per le centinaia di richieste pervenute. Ad oggi, rispetto al 2016 in cui non è stato possibile utilizzare anche la tecnica della girata per mancanza di cani, sono già 17 i cani limiere abilitati, grazie al Protocollo d’Intesa tra la Regione Basilicata e l’Ente Nazionale della Cinofilia Italiana (ENCI) per la specializzazione ed impiego di unità cinofile in ambito faunistico venatorio. Per le oltre 50 ulteriori richieste pervenute nel mese di febbraio saranno calendarizzate giornate di prova con presenza di giudice Enci, al fine di aumentare la dotazione di cani da poter utilizzare in attività di controllo e gestione della specie cinghiale.

Filiera e controlli

Anche la filiera di lavorazioni delle carni sembra funzionare: oltre 1200 i capi sono stati sottoposti a controllo per la trichinella (con spese totalmente a carico della Regione), di cui 737 capi controllati nel presidio di Tito dell’Istituto Zooprofilattico Speciale poi conferiti al macello autorizzato ed alla società che gestisce la filiera della carne di cinghiale. Altri 497, invece, sono stati sottoposti a controllo in provincia di Matera dai veterinari dell’Associazione Allevatori Regionale.

“Sono ulteriori dati importanti sul tema della sicurezza sanitaria e alimentare – sottolinea l’assessore – che ci aiutano a fare un censimento più veritiero che ci consenta di arrivare ad una determinazione più realistica del numero effettivo di cinghiali abbattuti nel corso dell’anno, facendo finalmente emergere il non dichiarato.

Per Coldiretti 9 mila abbattimenti sono un’inezia

Per Coldiretti però, da quello che si legge in una lettera inviata al governatore lucano, i 9 mila abbattimenti sarebbero un’inezia rispetto alla popolazione di cinghiali presente in Basilicata: “E’ assurdo leggere che sono stati abbattuti 9 mila capi di cinghiali, come se il problema fosse risolto – scrive Coldiretti – quando ci sono ancora 130 mila cinghiali, stimati dall’Osservatorio regionale degli habitat naturali, che stanno infestando il territorio lucano. Quanto fatto è una goccia travasata da un mare intero. L’abbattimento deve essere quasi totale per riportare la popolazione a poco meno di 23 mila capi che il territorio regionale può sopportare”.

“Nell’ultima seduta della Giunta Regionale della Coldiretti di Basilicata, purtroppo, si è dovuto prendere atto che tutto quanto regolamentato, relativamente alle norme che disciplinano “la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”, non ha dato risultati efficaci – continua la lettera firmata dal presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto – né sul piano della prevenzione, né sotto il profilo del controllo numerico degli animali. Si è riscontrato che, pur in presenza di molti provvedimenti messi in campo dal Dipartimento Agricoltura volti a minimizzare la conflittualità tra le parti in causa, con l’obiettivo di puntare ad una loro riduzione al livello minimo socialmente accettabile e soprattutto, non si intravede la soluzione; la presenza resta a livelli insostenibili. In tale contesto il cinghiale riveste un ruolo del tutto particolare in quanto provoca, oltre al danneggiamento diretto alle colture, anche un notevole rischio per l’incolumità delle persone e la possibilità di danni a beni, soprattutto in relazione agli incidenti stradali”.

Danni da fauna selvatica

Danni che la Regione ha fatto sapere essere in via di risarcimento: “sono in istruttoria le richieste di risarcimento danni alle colture agricole così come le richieste di indennizzi per danni ai veicoli, con liquidazione per un importo di 130 mila euro. Inoltre sono stati impegnati 100.226,93 per la liquidazione di ulteriori beneficiari. Sono stati assegnati 460 mila euro agli ATC, quale quota per risarcimento danni alle colture agricole causati da fauna selvatica, ed ulteriori 8 mila euro sono stati liquidati per il risarcimento danni alle colture agricole nelle oasi di protezione. Sono state liquidate 196 richieste per danni causati da fauna selvatica ed inselvatichita al patrimonio zootecnico  per un totale di 92.872 euro.”

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