Protetto: Benelli 828 U Steel BE.S.T., il mio sogno nel cassetto

Fra tutte le armi nuove a canna liscia che ho avuto modo di toccare con mano negli ultimi anni, ce n'è una che da un po' sogno di mettere in rastrelliera: l'828 U di Benelli. Come tanti ho iniziato a cacciare con un vecchio sovrapposto, un Beretta S55 appartenuto prima a mio padre e poi utilizzato da mio fratello nei suoi primi anni di licenza. Io l'ho impiegato per 5 stagioni, forse 6, per poi passare a un altro sovrapposto, un più "moderno" Franchi Falconet ricevuto in regalo in occasione della laurea, che ho utilizzato per altri 4 anni. Sono cresciuto, venatoriamente parlando, con quella tipologia di armi e anche se oggi utilizzo quasi esclusivamente i semiautomatici, i sovrapposti restano per me la massima espressione dei fucili da caccia, soprattutto quand'è intesa come il cercare per boschi e pianure un variegato mix di specie assieme al tuo fidato cane. L'impugnare l'astina filante di un sovrapposto, il peso delle due canne allineate l'una sull'altra che si fa sentire sulle braccia, la coda della chiave d'apertura che si lascia intravedere mentre abbassi la testa per allinearti alla bindella, il dito che scivola sul secondo grilletto mentre la preda si allontana... sono tutte sensazioni che mi emozionano e mi riportano ai miei bellissimi primi anni di caccia. Con l'828 U non è stato amore a prima vista Probabilmente è proprio per questo, per lo stretto rapporto che ho con i sovrapposti, che quando per la prima volta ho imbracciato un 828 U, in occasione dell'edizione 2016 del defunto Hit Show, ho provato sentimenti contrastanti. Avevo in mano un'arma con due canne sovrapposte che però, oltre a questo, aveva ben poco in comune con i sovrapposti che conoscevo. Aveva linee che per la tipologia di arma mi parevano fin troppo moderne; una bascula lunga e ampia, che mi sembrava poco aggraziata, e poi con quella chiave d'apertura tutta decentrata a sinistra.....; una calciatura in legno che era sì molto bella, ma anche spezzata da un nasello morbido e finita con un lungo calciolo in poliuretano; e anche aprendolo non riconoscevo la meccanica classica di un over and under. Insomma, qualcosa stonava, non mi convinceva esteticamente, mi sembrava tutto troppo, ma per qualche strano motivo mi attirava comunque. Questo è l'828 U Silver, il primo modello presentato da Benelli nel 2015, che poco mi ha convinto la prima volta che l'ho visto. È stato il primo sovrapposto al mondo a montare nel calcio un sistema di ammortamento del rinculo e il primo a permettere la regolazione fine di piega e deviazione. Adotto molte soluzioni meccaniche inedite, tra cui un sistema di chiusura unico nel suo genere che annulla ogni stress meccanico sulla bascula. Nel 2016 è stato eletto fucile dell'anno dalla National Rifle Association of America. Oggi, con senno del poi, so che quella era la più classica delle sensazioni che puoi provare quanto ti trovi davanti a un oggetto che è così innovativo da rivoluzionare qualcosa che utilizzi, conosci e apprezzi da tempo. Un unicum nella categoria dei sovrapposti Sì, perché, valutare l'828U paragonandolo ad altri sovrapposti ha davvero poco senso, tante sono le differenze. Non voglio parlarvi qui delle innumerevoli innovazioni tecnologiche che Benelli ha introdotto nella meccanica del suo primo sovrapposto, di fatto rivoluzionando i concetti costruttivi applicati fino ad allora; negli anni molti autori più abili di me nelle descrizioni tecniche lo hanno già fatto con successo. Voglio però raccontarvi come sono arrivato ad apprezzarle. Poco tempo dopo a quel primo incontro, Benelli ha presentato la versione Black dell'828U, identica per caratteristiche tecniche alla precedente ma con una carcassa nera, opaca e non decorata. Era una sottigliezza, una semplice finitura, una bazzecola rispetto a tutto quello che porta con sé l'828U, ma è ciò che ha iniziato a farmelo percepire in modo differente. Con quella configurazione l'ho visto per la prima volta a Hit Show 2017 e mi è sembrato così diverso da tutto il resto che ho iniziato ad apprezzarlo per quello che è, un unicum nella sua categoria. Questo è l'828 U Black, presentato da Benelli nel 2017, la versione che ha iniziato a farmelo apprezzare. Come nel modello che lo ha preceduto la bascula è costruita in Ergal, una lega leggera ma estremamente resistente che permette di contenere il peso dell'arma sotto i 3 kg. Le linee mi sembravano ancora decisamente moderne ma gradevoli nel contesto; nasello e calciolo spaccavano ancora la naturale classicità del legno ma d'altronde quell'arma era nata per innovare e distinguersi; la bascula era ancora ampia e poco aggraziata ma in fondo era il risultato di uno sforzo progettuale enorme volto a creare qualcosa di totalmente nuovo. Insomma, iniziavo ad apprezzare le novità estetiche nate dall'evoluzione tecnica. L'evoluzione tecnica che modifica l'estetica La parte più tecnica dell'828 U, ho iniziato ad apprezzarla solo qualche anno dopo, provando sul campo una delle versioni più recenti, l'828 U Beccaccia. È un'arma che mi ha subito sorpreso per leggerezza e facilità di brandeggio. La bascula in lega leggera permette di contenere il peso a 2.8 kg, che scende a 2.6 kg nel calibro 20 e che comunque non supera i 3 kg anche nelle versioni Silver e Black. Con questi pesi e con la possibilità di camerare munizioni da 76 cm, quel sistema di ammortamento del rinculo che mi pareva spaccare la classicità del calcio, quel Progressive Comfort già visto su molti semiauto Benelli, diventa estremamente utile, se non indispensabile. Utilizzandolo, si apprezza e ci si convince anche che talvolta è un bene se l'estetica lascia un po' di spazio alla tecnica. Questa la versione 828 U Beccaccia. Oltre a una ridotta lunghezza delle canne, da 61 cm, ha una finitura della bascula differente, che vira al marrone, con scritte laterali e grilletto dorati. Il Length Of Pull in questa versione è settato di fabbrica 365 mm e fra gli stozzatori è incluso anche quello raggiato, l'Ampliator. Così come utilizzandolo sono immediatamente evidenti alcune delle principali innovazioni meccaniche. La chiave d'apertura, che è totalmente spostata a sinistra per liberare la linea di mira, risulta leggermente più dura rispetto a quella di un normale sovrapposto, perché qui svolge anche la funzione di azionare le molle di armamento. Così, per minimizzare lo sforzo richiesto per azionarla, ha un design più lungo ed ergonomico. L'affidare questa funzione alla chiave ha permesso di liberare la croce, che nell'828U ha la sola funzione di collegare asta e gruppo canne. Per questo, l'apertura è sempre morbida e fluida anche dopo aver sparato e vi garantisco che se siete abituati a utilizzare un sovrapposto resterete stupiti nel non sentire una diversa resistenza basculando le canne dopo lo sparo (tra l'altro la forza necessaria per farle basculare è regolabile a proprio piacimento). Come diverso è il tempismo con cui vengo espulsi i bossoli, non simultaneamente, ma con un piccolo ritardo tra prima e seconda canna, conseguenza anch'esso dell'innovativo meccanismo di espulsione che non è più collegato alla croce e alla bascula ma che trova posto nel manicotto di accoppiamento delle canne. Dopo pochi giorni da quell'utilizzo l'unicità dell'828 U mi era ancora più chiara e iniziavo ormai a convincermi che il discostarsi da classici canoni estetici dei sovrapposti era stata da un lato una necessità dettata dall'innovazione tecnica e dall'altro una saggia scelta adottata da Benelli per rendere ancora più evidente l'unicità del suo sovrapposto. 828U Steel Be.S.T. il connubio perfetto L'innamoramento vero e proprio, però, è avvenuto soltanto poco mesi fa, durante il Benelli Hunting Test adventure 2022, quando ho potuto provare la versione 828 U Steel BE.S.T. Se avessi potuto quel giorno l'avrei portato a casa con me senza pensarci due volte. A parer mio, in questa veste l'828U dà il meglio di sé. Mi ha così convinto da affermare che in questa configurazione lo trovo un perfetto connubio tra tradizione e innovazione, tra classico e moderno, tra tecnologia e stile. Digerita e metabolizzata la nuova estetica, che alla fine è arrivata perfino a piacermi, in quest'arma ho trovato quasi (e poi vi spiegherò questo quasi) tutto quello che vorrei da un sovrapposto moderno. Il Benelli 828 U Steel BE.S.T. è prodotto in calibro 12/76 con 3 lunghezze di canna disponibili, 65, 70 e 76 cm. I legni son in noce di grado 3 finiti ad olio e la calciatura, come in tutti gli altri 828 U, monta un sistema di ammortamento del contraccolpo e permette la regolazione fine di piega e deviazione. Le canne sono ovviamente steel rated, hanno due soli punti di fissaggio alle estremità, portano una bindella da 7 mm in fibra di carbonio con ancoraggi che non creano punti di vincolo, e hanno un diametro in asta massimo di 18,5 mm con un profilo interno di concezione esclusiva Benelli e coni di raccordo lunghi per i 5 strozzatori intercambiabili dati in dotazione. Due sono le variabili significative che troviamo nello Steel BE.S.T., perfettamente riassunte nel nome: Steel perché la bascula non è più in lega leggera di tipo aeronautico ma in acciaio con densità da 7,9 g/cm3 per conferire un peso maggiore all'arma e BE.S.T. perché la maggior parte delle componenti metalliche esposte (bascula, chiave di apertura, leva sicura, Lock Plate, croce e canne) sono trattate con un coating protettivo, il Benelli Surface Treatment. Il peso passa da 2.98 kg della versione Black ai 3.4 kg della Steel BE.S.T. (considerando per entrambi canne da 70 cm). Una differenza significativa che si concentra sopratutto nella bascula e che arretra il baricentro dell'arma e la rende significativamente più stabile. E questo è esattamente quello che a me piace e che cerco in un sovrapposto, un'arma sempre salda e ben ferma alla spalla con ogni tipo di munizione che all'occorrenza mi permetta di doppiare velocemente il colpo. Passando al BE.S.T., è per me l'innovazione più significativa che ho visto applicata ai fucili a canna liscia negli ultimi anni, quella che fa fare il maggior salto di qualità. Il coating protettivo al carbonio sviluppato da Benelli, oltre a essere esteticamente appagante, riduce al minimo la necessità di manutenzione e in sostanza azzera la possibilità di usura delle componenti trattate. Per chi come me le armi da caccia le maltratta un po', è un game changer come direbbero gli americani. Io lo vorrei su tutte le mie armi. Esaudirò questo sogno nel cassetto? Quindi, alla fine, metterò l'828 U in rastrelliera? Vi confesso che se non fosse per un piccolo particolare, per quel quasi a cui accennavo prima, probabilmente ci sarebbe già. E no, non mi sto riferendo al prezzo, che è comunque elevato, ma a parer mio giusto per la qualità dell'arma, di listino costa 2.935€. E neanche al fatto che di serie è venduto senza nessun tipo di base per il portacinghia, aspetto inusuale ma superabile. Mi riferisco al fatto che è esclusivamente monogrillo, selettivo ma sempre monogrillo. Sulle armi a due canne ho sempre considerato l'avere due grilletti un must have, qualcosa che non può mancare. Durante la prova dell'828 U Steel BE.S.T. ne ho anche parlato con il Team Benelli per chiedere il motivo della scelta del monogrillo. E in sostanza la risposta è stata che questo è ciò che vuole il mercato. O almeno la maggior parte. Ma per me, il poter scegliere in una frazione di secondo, semplicemente con lo scivolamento dell'indice, quale canna utilizzare in base della necessità di tiro che mi si presenta davanti resta un vantaggio troppo grande a cui rinunciare. Forse, però, è solo questione di tempo. Magari metabolizzerò anche questa caratteristica dell'828 U, magari, fra qualche tempo, su questo unicum di categoria firmato Benelli arriverà addirittura a piacermi il monogrillo selettivo. O forse, chissà, la prossima innovazione tecnica made in Urbino porterà il bigrillo sull'828 U, per accontentare tutti quei puristi del doppio grilletto, come il sottoscritto. Comunque, ho la strana sensazione che in un modo o nell'altro questo mio sogno nel cassetto, o meglio in rastrelliera, prima o poi lo esaudirò.

Protetto: Benelli 828 U Steel BE.S.T., il mio sogno nel cassetto

Qualche mese fa ho testato questa nuova configurazione del sovrapposto Benelli e me ne sono innamorato... e pensare che il primo 828 U non mi convinceva affatto! Qui vi racconto com'è cambiata nel tempo la mia percezione di quest'arma.

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