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DPCM 3 dicembre, cosa cambia per la caccia?

Cambia poco o nulla per lo svolgimento dell'attività venatoria. Resta la divisione territoriale e restano le interpretazioni restrittive sugli spostamenti. La speranza è che in breve tempo tutto il territorio torni a essere zona gialla

Ieri, 3 dicembre, è stato approvato il nuovo DPCM contenente le misure restrittive per contrastare l’epidemia da Covid-19 che saranno in vigore fino al prossimo 15 gennaio e che continueranno a influenzare anche la caccia.

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Il nuovo decreto era molto atteso dai cacciatori italiani che speravano si potessero superare la limitazioni imposte dal precedente DPCM allo svolgimento dell’attività venatoria nelle zone rosse e arancioni. Purtroppo, così non è stato. Gli appelli delle associazioni venatorie sono rimasti inascoltati, così come le richieste delle regioni. La divisione territoriale resta, come restano le limitazioni agli spostamenti e le interpretazioni restrittive al DPCM in merito all’attività venatoria.

La speranza è che qualche amministrazione regionale lungimirante estenda anche nelle zone arancioni la possibilità di cacciare nel proprio ATC di residenza e che presto tutta la penisola torni in zona gialla. Di seguito il punto della situazione.

Nuovo DPCM, restano le 3 fasce di rischio

Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, approvato il 3 dicembre, conferma la divisione del territorio italiano in tre fasce di rischio (gialla, arancione e rossa) in cui restano in vigore tutte le restrizioni agli spostamenti che hanno limitato l’attività venatoria nel mese di novembre.

Nelle regioni ricadenti in zona rossa, che a oggi 4 dicembre sono Abruzzo, Campania, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana e Valle d’Aosta, gli spostamenti per cacciare restano vietati. L’unica eccezione è la caccia di selezione agli ungulati in provincia di Bolzano che può continuare a essere praticata, in quanto per la provincia costituisce “una situazione di necessità che persegue obiettivi di pubblico interesse”.

Nelle regioni arancioni, che a oggi sono Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia e Umbria, gli spostamenti restano consentiti esclusivamente all’interno del proprio Comune. In queste regioni, quindi, l’attività venatoria può essere svolta solo nel territorio del proprio comune di residenza, domicilio o abitazione.

Nelle regioni gialle, a oggi Lazio, Liguria, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Sicilia, Veneto, si può continuare a cacciare senza particolari limitazioni, rispettando il divieto di spostamento dalle 22 alle 5 del mattino.

Limitazioni per il 26 dicembre

Fra le novità introdotte con il nuovo DPCM ci sono le limitazioni agli spostamenti imposte per il periodo 21 dicembre 6 gennaio e per i giorni festivi del 25 e 26 dicembre e per il 1° gennaio. Nello specifico, dal 21 dicembre al 6 gennaio sono vietati gli spostamenti fra regioni, mentre nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno è vietato spostarsi al di fuori del proprio comune.

In particolare, le limitazioni del 26 dicembre riguardano anche l’attività venatoria. In quella data, infatti, sia nelle zone arancioni che in quelle gialle si potrà cacciare esclusivamente nel proprio comune. Il problema non sussiste per Natele e Capodanno che cadono di venerdì.

Aperture dalle regioni?

Nel scorse settimane due Regioni, Emilia Romagna e Marche entrambe in zona arancione, hanno allentato alcune restrizioni in tema venatorio. Con il benestare dei prefetti, hanno autorizzato gli spostamenti per praticare le operazioni di contenimento dei cinghiali, anche nella forma della braccata.

Scelte che hanno confermato il caos decisionale che nell’ultimo mese è ruotato attorno alla caccia: prima considerata un’attività da limitare senza dare spiegazioni e poi autorizzata nella sua forma probabilmente più rischiosa per la diffusione del virus, la braccata, perché considerata utile a contenere i danni provocati dai cinghiali.

Scelte che però hanno anche aperto la strada a nuovi possibili allentamenti. In particolare, ieri l’assessore alla caccia Stefania Saccardi della Toscana, ha annunciato di stare lavorando a un provvedimento per autorizzare la caccia in tutto il territorio dell’ATC di residenza da emanare appena la regione ritornerà in zona arancione (probabilmente da domani). Di seguito vi riportiamo l’intervento dell’assessore toscano in cui ha annunciato anche di aver chiesto al Governo e a ISPRA di allungare la stagione venatoria fino al 10 febbraio.

Tra qualche settimana l’intero paese in zona gialla

Se la proposta dell’Assessore Saccardi venisse avallata dal Governo aprirebbe la strada anche per autorizzare la caccia nel ATC di residenza in tutte le altre regioni arancioni. I tempi comunque non saranno brevi e probabilmente prima che il Governo assuma una posizione chiara sulla questione tutta la penisola tornerà a essere zona gialla.

Il numero di contagi, infatti, si sta giornalmente riducendo e ieri in diretta nazionale il premier Conte ha annunciato che entro qualche settimana tutto il territorio nazionale tornerà nella fascia di rischio più bassa.

Purtroppo, non ci resta che aspettare, un mese di caccia ci è stato sottratto, le associazioni venatorie non sono state ascoltate (e in parte ci hanno messo anche del loro) e il Governo PD-M5S ha palesato il suo disinteresse nei confronti del settore venatorio. Solo il ridursi dell’epidemia potrà permetterci di ritornare a cacciare per quel poco che resta della stagione 2020/2021.

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