Lo spinone è stato sicuramente una delle più celebri e amate razze di cani da caccia italiane; oggigiorno nell’ambito venatorio si tende a preferirgli cani più veloci, ma lo spinone riserva insospettabili e spiccate qualità e merita di essere riscoperto. Conosciamolo meglio!
Un tempo gli spinoni italiani erano molto più diffusi di quanto non lo siano oggi. Insieme al bracco italiano, è l’unica altra razza da ferma completamente autoctona, le cui origini si perdono nel mito. Cane versatile e rustico, appartiene alla famiglia dei griffoni e ne condivide l’aspetto caratteristico, con pelo duro e ruvido non troppo lungo, che può andare dal bianco al roano marrone. Intelligente, sensibile e affettuoso, è un cane molto docile che con la sua spiccata indole da cacciatore meriterebbe una maggiore popolarità.
Le origini dello spinone
Come dicevamo, non si hanno dati certi sulle origini dello spinone italiano. Questo cane è stato considerato per anni una delle razze italiane più iconiche, di conseguenza la sua storia si perde nel mito e sfocia talvolta nella vera e propria leggenda. C’è chi lo vorrebbe risalente addirittura ai tempi degli antichi romani: celebri autori latini, come Senofonte e Seneca, hanno scritto spesso di cani a pelo duro che, come ritengono numerosi esperti cinofili, potrebbero essere gli antenati più remoti del nostro odierno spinone.
Tuttavia, se è indubbio che fra i cani dell’antichità e lo spinone italiano possano esserci dei collegamenti, le caratteristiche dei primi – è doveroso ricordarlo – erano anche estremamente diverse da quelle del secondo. Non fosse altro perché l’attività venatoria ha subito drastici cambiamenti nel corso dei secoli, e la ferma come la intendiamo oggi nasce e si sviluppa solo a partire dal Medioevo. Infatti, nelle epoche precedenti era molto più comune che la caccia fosse rivolta ad animali di grandi dimensioni, quindi anche le razze di cani selezionate a questo scopo non avevano molto in comune con gli ausiliari che i cacciatori avrebbero selezionato nei decenni successivi.
Sappiamo comunque per certo che una razza italiana di griffoni esisteva già nel 1600, visto che Selincourt nel suo scritto “Le parfait chasseur” li descrive come “i migliori” per la caccia all’archibugio e aggiunge una fonte importante, ossia che questa razza “viene dall’Italia e dal Piemonte”. Ricordiamo che all’epoca in ci scrive Selincourt il Piemonte rientrava in parte sotto il dominio della Francia, e che lo scambio di cani fra i due Paesi era particolarmente intenso. Tuttavia le parole dell’autore tracciano il quadro di una razza già affermata e diffusa, non solo fra i cacciatori nostrani ma anche nel resto dell’Europa.
In seguito tuttavia la razza ha conosciuto fortuna altalenante: nel 1800 lo Spinone torna agli apici della sua popolarità ed è di nuovo apprezzato per le sue caratteristiche di docilità, tenacia e ottimo riporto. Ma i due conflitti mondiali mettono a serio rischio questa razza, che perdendo sempre più lustro è riuscita a sopravvivere fino ai giorni nostri solo grazie all’impegno e alla solerzia di un irriducibile “zoccolo duro” di appassionati. All’estero invece la sua popolarità non ha mai conosciuto una vera fase di declino e ancora oggi è fra le razze autoctone più amate negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi.
Caratteristiche distintive
Lo Spinone, dicevamo, appartiene alla schiera dei griffoni (o griffons) di origine francese, con cui condivide la tessitura del pelo, ruvido e duro, con barba e baffi folti e cespugliosi a protezione del muso. Il mantello può essere di vari colori; i più diffusi sono sicuramente il bianco e il roano pezzato, ma esistono anche soggetti fulvi oppure pezzati. E’ un cane di grande taglia, che può arrivare tranquillamente fino ai 70 cm, con un peso che si aggira sui 35-40 chili.
Nonostante la stazza imponente e la struttura “quadrata” lo spinone non è tuttavia un cane tozzo, al contrario, se allevato correttamente, ha un aspetto robusto e rustico, e allo stesso tempo armonico. Come il bracco italiano, anche lo spinone è un trottatore: lanciato dietro a una preda non raggiungerà mai le velocità di razze galoppatrici come il pointer, tuttavia al trotto è praticamente infaticabile e in grado di spingersi senza difficoltà anche sui sentieri più ardui e accidentati. Il fatto poi che lo spinone a caccia sia “nato” per il trotto non deve farci credere che, in caso di necessità, non sappia anche galoppare; proprio questa sua versatilità lo rende una delle razze più indicate per i nostri territori.
Cacciatore instancabile e meticoloso, possiede un olfatto sopraffino e un’attitudine alla ferma che lo rende estremamente facile da addestrare. A caccia lo spinone non conosce esitazioni ed è molto compreso nel ruolo, si potrebbe dire che ne capisce perfino l’importanza. La sua ferma è sicura e priva di incertezze e non deve mai essere di terra, visto che anche durante l’inseguimento lo spinone raramente abbassa il naso a contatto con il suolo. Come abbiamo detto, lo spinone è una razza dalla tempra notevole, che non esita a seguire una traccia anche attraverso cespugli di rovi o tuffandosi in acqua, in battute che possono protrarsi anche per diversi giorni senza minimamente sfiancarlo; inoltre caccia praticamente qualunque genere di selvaggina ed ha un riporto eccellente, coadiuvato dall’attaccamento nei confronti del padrone.
Infatti lo spinone è un cane bonario e dall’indole profondamente affettuosa, capace di legarsi di un affetto senza confini al suo padrone da cui vuole essere considerato e che obbedisce con prontezza e solerzia. Socievole e paziente, ma anche molto dignitoso, il suo splendido carattere non va assolutamente inibito da modi troppo bruschi o duri che lo renderebbero insicuro o timido.
Per conoscere e approfondire questa razza davvero poliedrica, che non merita di essere trascurata nell’ambito venatorio e può ancora sorprendere con la sua versatilità, il sito di riferimento è quello del CISp Club Italiano Spinoni, l’associazione ufficiale italiana per la tutela dello spinone.
Photo Credit Enci.it